Per gentile concessione del periodico Famiglia Cristiana, nei panni del direttore comunicazione Mauro Broggi pubblico l'articolo intervista a Dori Ghezzi su come è nata la storia d'amore con Fabrizio De André.
MUSICA
DORI GHEZZI RACCONTA IL "SUO" FABRIZIO DE ANDRÉ
RICORDANDO "FABER"
Ha raccolto 54 canzoni tra le più belle del marito nella raccolta In direzione ostinata e contraria. E qui racconta la sua vita con lui, l'amore, il
sequestro, la gioia dei figli.
In direzione ostinata e contraria. È il titolo di una raccolta di 54 tra le più belle canzoni di Fabrizio De André, curata da Dori Ghezzi, sua moglie e compagna "forte" dei 117 giorni terribili del sequestro in Sardegna, che ha concretizzato così, in un grande atto d'amore, una minuziosa ricerca "archeologica" per rendere omaggio all'artista più prolifico del nostro panorama musicale.
La grande intuizione di Dori è stata quella di recuperare il suono originale che avevano le canzoni quando vennero incise la prima volta. È nato così, dopo mesi di alchimie, questo imperdibile omaggio a "Faber" (così lo chiamavano gli amici), un vero e proprio romanzo diviso in 54 canzoni.
Dori, che è stata aiutata dall'amico di sempre, il maestro Gian Piero Reverberi, non ama pubblicizzare il suo omaggio al marito né il suo impegno nella fondazione onlus a lui dedicata e se ha accettato di incontrarmi è perché siamo da sempre molto amici. Altrettanto amichevole era il mio rapporto con Fabrizio. Loro non si conoscevano ancora ma io, separatamente, già li frequentavo. Per Dori il tempo si è fermato, così, quando la incontro, mi ritrovo davanti la biondina dolce ma volitiva che spopolava nelle hit parade degli anni Sessanta.
· Come hai conosciuto Fabrizio?
· Te l'ha dedicata una canzone?
· E l'incontro decisivo?
· E che cosa accade?
Lei, intanto diventa sempre più popolare. Con Casatchock vende un milione di dischi e insieme andiamo a Mosca, dove Dori passeggia con una palandrana dalla quale spunta una minigonna, e i soldati che si preparano alla parata del 1° maggio le lanciano occhiate di stupore e apprezzamento. All'albergo si sparge la voce che è arrivata Brigitte Bardot e la gente si accalca. Quando l'ho raccontato a Fabrizio ci siamo fatti delle grandi risate.
«Pensa che Fabrizio la Bardot l'ha conosciuta e frequentata a Saint-Tropez... ma l'ho saputo solo leggendo un libro del playboy Gigi Rizzi».
· Intanto tu accumuli successi: vinci Canzonissima cantando in coppia con Wess Con chi stai con chi sei...
· Fai qualche Sanremo, la tua voce diventa sempre più "importante". Poi, nel '90 decidi di ritirarti. Come mai?
Poi il rapimento. Quei 117 giorni terribili, tenuti legati. Ha scritto Fabrizio: «Vivere a fianco per 24 ore al giorno legati, senza Dori, sarei probabilmente morto di alcol, di pessimismo, di dolore o semplicemente di autodistruzione».
· E quindi vi sposaste...
· Non rimpiangi di aver rinunciato a qualcosa per amore di Fabrizio?
Gigi Vesigna
LA NINA CANTATA DALL'AMICO BICIO
«Ho visto Nina volare tra le corde dell'altalena...». Esiste davvero Nina ed è esistita anche l'altalena: chi la spingeva, Fabrizio De André, ha conservato per oltre cinquant'anni il ricordo di quei giorni felici prima di raccontarli in una delle canzoni dell'ultimo disco inciso con Ivano Fossati nel 1996, Anime salve. Lei, Nina, ha saputo della canzone quando ha visto il video in Tv: «Sono rimasta pietrificata. Non vedevo Fabrizio da quando avevamo 14 anni».
Fabrizio arrivò con la sua famiglia a Revignano, la frazione di Asti dove Nina ha sempre vissuto, nel 1942. Erano sfollati. Il papà di Fabrizio acquistò una cascina e lì "Bicio", come lo chiamavano tutti, fece amicizia con Nina. «Erano anni duri. E poi c'erano i bombardamenti. Una volta eravamo in un prato io, Fabrizio e mia madre, quando sopra le nostre teste passarono alcuni cacciabombardieri. Ci buttammo a terra, abbracciati forte l'uno all'altra».
L'altalena della canzone si trovava sotto il portico della casa del mezzadro, l'uomo della canzone che «mastica e sputa, da una parte il miele, mastica e sputa, dall'altra la cera».
«Aveva un'arnia», ricorda Nina. «Eravamo bambini, si giocava ai fidanzatini, a volte litigavamo anche. Una volta Fabrizio mi disse: "Se mi fai arrabbiare troppo non ti sposo più". Si vede che l'ho fatto arrabbiare troppo».
Ma nel 1997 Fabrizio le fece una bellissima sorpresa: «Si presentò qui, senza dirmi niente. Voleva rivedere i luoghi dov'era stato da bambino. Mi promise che sarebbe tornato con Dori e i figli. Purtroppo non ce l'ha fatta. Ma "Bicio" resterà per sempre nel mio cuore».
Eugenio Arcidiacono