de Andrate

Dal Newsgroup su FDA:
ecio scanos" 11/5/1999

From:  Riccardo Venturi <venturi@spl.at> 
Reply-To: fabrizio@yahoogroups.com 
  
Subject : [fabrizio] L'illustre cugino De Andrade 
Date:  Tue, 7 May 2002 09:52:25 -0700 (PDT) 
  
A tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade
eravamo gli ultimi cittadini liberi
di questa famosa citta' civile
perche' avevamo un cannone nel cortile...
(Fabrizio de Andre', "La domenica delle salme")
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Oswald de Andrade

José Oswald de Sousa Andrade (che scrisse semplicemente come "Oswald de Andrade") nacque a San Paolo del Brasile nel 1890. Essere presente alla svolta del secolo, quando aveva 10 anni, fu decisivo, come ricorda de Andrade gia' adulto: "Avevamo svoltato l'angolo di un secolo. Si entrava nel 1900..."
 
San Paolo si destava all'industrializzazione e alla tecnologia e si dischiudeva un nuovo mondo urbano che Oswald avrebbe presto assimilato, affascinato: il tram elettrico, la radio, il cinema, la pubblicita' col suo linguaggio sintetico.

Personalita' assolutamente poliedrica, Oswald de Andrade aveva 22 anni quando fece il primo dei suoi svariati viaggi in Europa (1912), dove entro' in contatto con i movimenti di avanguardia, ed in particolare col futurismo italo-francese; ma solo dopo dieci anni avrebbe impiegato le tecniche di tali movimenti. In varie forme divulgo' il cubismo e il futurismo in Brasile. Frattanto, nel 1911, aveva fondato una rivista umoristica intitolata "O Pirralho".  Nel 1919 si laureo' in giurisprudenza presso l'universita' di San Paolo.

Il suo terzo matrimonio, con Tarsila de Amaral (1926) fu per Oswald de Andrade assolutamente fondamentale; assieme alla nuova moglie, lo scrittore lancio' un movimento umoristico-letterario, che chiamo' "Antropofagia", in cui si proponevano delle ricette per cucinare tutti i personaggi della vecchia ortodossia politica e culturale brasiliana.
Con Tarsila de Amaral torno' in Europa varie volte; ma la grande crisi economica del 1929 rovino' completamente lo scrittore.

Separatosi da Tarsila de Amaral, Oswald de Andrade strinse una relazione con la scrittrice comunista Patricia Galvão, detta "Pagu".
Oswald comincio' a frequentare riunioni del partito e operaie, ed entro' infine ufficialmente nel PC brasiliano. Dopo aver lasciato Patricia Galvão, all'eta' di 54 anni conobbe Maria Antonieta d'Alkmin, che sposo' e con la quale visse fino alla morte, avvenuta nel 1954.

Nessun altro scrittore modernista brasiliano e' piu' noto di Oswald de Andrade per lo spirito assolutamente irriverente e irridente. Le sue posizioni intellettuali sono considerate fondamentali per la cultura
brasiliana della prima parte del XX secolo; la sua opera letteraria esemplifica magistralmente le caratteristiche della prima fase del modernismo.

Il suo incontro, nel 1920, con il suo omonimo Mário de Andrade, lo propose al pubblico come il poeta "futurista par excellence"; ma il futurismo brasiliano, al pari di quello russo, fu un movimento di reale rinnovamento e legato alle correnti piu' autenticamente progressiste della societa' e della cultura brasiliana.

Nel 1924 Oswald de Andrade diede inizio al movimento detto "Pau-Brasil" (dal nome dell'albero cui si deve il nome stesso del Brasile), il cui programma era quello di liberare la poesia "dalle influenze nefaste delle vecchie civilta' in disfacimento", indicando come strada da seguire un assoluto primitivismo di matrice autoctona e scevro da ogni componente falsamente "naïve".

Con la sua adesione al Partito Comunista Brasiliano, Oswald de Andrade partecipo' alla lotta operaia e antifascista negli anni che precedettero il colpo di stato del 1937; dalle colonne del giornale "O homem livre" (L'uomo libero) invitava ogni proletario brasiliano a tenere "un cannone nel cortile".

Tra il 1943 e il 1946 pubblico' i due volumi dell'opera intitolata "Marco Zero" ("Alzo zero", metafora ancora ripresa dal celebre "cannone nel cortile" di cui abbiamo parlato prima), dedicata all'analisi di stampo marxiano della crisi economica del 1929 e della societa' "paulista". Nel 1945 fu nominato ordinario di letteratura brasiliana presso l'universita' di San Paolo.

Il critico António Cándido afferma che "l'importanza storica di Oswald de Andrade come innovatore e agitatore politico-letterario nel senso piu' elevato del termine e' stata decisiva per la formazione della letteratura brasiliana contemporanea."

Tra le opere letterarie piu' importanti di Oswald de Andrade va senz'altro annoverato "Serafim Ponte Grande" ("Serafino Ponte Grande"), citato espressamente da Fabrizio de Andre' in una nota al testo de "La domenica delle salme".

Composto tra il 1925 e il 1929 (ma pubblicato solo nel 1933), "Serafino Ponte Grande" e', assieme a "Memórias Sentimentais de João Miramar" ("Ricordi Sentimentali di João Miramar"), il capolavoro dello scrittore brasiliano. "Serafino Ponte Grande" rappresenta programmaticamente una sfida al lettore.

Si tratta di una storia di assai difficile classificazione, condotta per flash continui e, con al posto dei "capitoli", 203 frammenti organizzati come una sorta di puzzle da ricomporre; ispirata palesemente al "Tristram Shandy" di Laurence Sterne, la figura del "protagonista" (Serafino Ponte Grande, appunto) appare solo di rado e si confonde il piu' delle volte con quella di altri personaggi che sono pero' repentinamente eliminati dalla storia e che ricompaiono altrettanto repentinamente, con passaggi ex abrupto dalla narrazione in prima a quella in terza persona.

Nel testo, lettere si incrociano a pagine di giornale; dei brani melodrammatici vengono presentati sotto forma di dialogo teatrale, e ogni tanto vengono inseriti a casaccio dei lemmi di un dizionario tascabile portoghese.

Malgrado l'apparente disordine assoluto, il romanzo presenta una
struttura che permette di definirlo come un libro di memorie diviso in undici "capitoli" raggruppati in tre parti:

PRIMA PARTE: Formazione di Serafino (infanzia, adolescenza, matrimonio con Dona Lalá, satira della rivoluzione paulista del 1924).
Caratteristica costante di questa parte e' l'erotismo assolutamente irriverente e sboccato.

SECONDA PARTE: Viaggi ed avventure per l'Europa e l'Oriente.

TERZA PARTE: Ritorno e "viaggio utopistico" per il Brasile. Serafino Ponte Grande attacca a cannonate un commissariato di polizia e conduce una campagna contro la stampa, i mezzi di comunicazione e il servizio sanitario. Perseguito a lungo dalle autorita', muore colpito da un fulmine durante un temporale. Dopo la sua morte, il suo segretario Pinto Calçudo si impossessa della sua nave (chiamata "El Durasno") e fonda una societa' "serafinista" utopica, intraprendendo un viaggio permanente.

Serafino Ponte Grande incarna il mito dell'eroe latinoamericano che rema costantemente controcorrente cercando di rompere le catene del conformismo e dell'ipocrisia borghese a colpi di ironia e sarcasmo; ma il suo sogno si infrange tragicamente, costringendo l'eroe all'emarginazione e all'amarezza.

In una parola, Serafino Ponte Grande viaggia "in direzione ostinata e contraria"; e, forse, da questo punto di vista "La domenica delle salme" di De Andre', con le precise citazioni da Oswald de Andrade e dal suo principale romanzo, si prefigura anche come una sorta di "anticipazione" di "Smisurata Preghiera".

R.Vent.