From : Franco Senia <franco.senia@tin.it>
Subject : [fabrizio] il buio e la notte
Ho sempre evitato, scientemente, di volermi accostare alle "informazioni &
frammenti" che attengono all'ultimo "lavoro" di fabrizio. Quello rimasto interrotto!
Poi, dando un'occhiata al sito di walter, l'occhio mi è caduto sul "link" che porta agli
"inediti" e, senza quasi accorgermene, mi ci sono trasportato. Così ho letto delle quattro canzoni (rimaste incompiute, forse alcune mai cominciate) "ispirate alla notte".
E ancora : "Il tema principale era il fascino del buio, male estremo, cecità del potere. L'opera incompiuta dedicata alla vita e alla morte di un amico sardo, era composta da
quattro notturni con la collaborazione di Oliviero Malaspina."
Sono solito rimuginare sulle parole; così ho letto e riletto. Così ho visto
la notte "trasformarsi" in buio (e sono due cose diverse!) E
non ho
potuto evitare di andare con la mente a "guerre stellari" e alla "forza",
quando ho letto del "fascino del buio". :-))
Poi mi sono soffermato sui "quattro
notturni", e qui è stato chopin che mi è venuto in soccorso: il suo lasciarsi attrarre da quel buio di cui aveva un po' paura. E questa potrebbe essere una "chiave"!
Continuo a leggere. E arriva
malaspina, a rovesciare la prospettiva. Ma solo per un attimo.
Parla della prima "suite" (che parola grossa! :-)) "incentrata sulla notte intesa come paura del giorno". Ma la paura non è di
fabrizio, a quanto pare, bensì si riferisce ad un amico scomparso che aveva la fobia del giorno!
"Il secondo notturno era dedicato alla notte intesa come cecità del potere, vista come una malattia contagiosa."
Ecco! Questo già comincia a tornarmi di più, e meglio.
Fabrizio ha sempre trattato, a mio avviso, la notte come un'assenza; già fin da una delle sue primissime canzoni. "E fu la notte".
"La
terza come momento per la morte e per l'uomo votato alle estreme conseguenze del male."
A dirla tutta, trovo la costruzione oltremodo criptica. Sembra quasi voler parlare di serial killers. Orrore quotidiano
alla stephen king!
Oppure la morte è semplicemente intesa come notte, e contemporaneamente come male estremo.
"La più incredibile era l'ultima, la notte vista come fenomeno fisico e
atmosferico.
Ci
eravamo ispirati al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro. De Andrè era affascinato dalla simmetria che si creava con "Nuvole", che era stata tratta dall'omonima opera di Aristofane. Sul piano generale l'idea
era quella di spaziare in lungo e in largo sul concetto di notte vista come momento di ritrovo di sè stessi , come momento d'amore, di perdizione e di riscatto. Per Fabrizio la prostituta che lavora di notte, ma si riscatta
sempre, era uno dei simboli possibili. Nella notte nasce il male, che riesce anche a trasformarsi in bene."
Ed ecco che la faccenda si fa interessante, per tutta una serie di cose.
Si va dall'ispirazione al
de rerum natura di lucrezio (cui si era già ispirato, a suo tempo, cat stevens, per "o caritas", raro esempio di canzone americana in latino, di cui riporto, a seguire, il testo:)
O CARITAS
hunc ornatum
mundi
nolo perdere
video flagrare
omnia res
audio clamare
homines
nune extinguitur
mund(i) et astrorum lumen
nune concipitur
mali hominis crimen
tristitat(e) et lacrimis
gravis est dolor
de
terraque maribus
magnus est clamor
O caritas, O caritas
nobis semper sit amor
nos perituri mortem salutamus
sola resurgit vita
Ah, this world is burning fast
Oh, the world will never last
I don't
want to lost it here in my time
Give me time forever here in my time.
****************************************************
Altrettanto interessante il riferimento a "nuvole" che sembra parlare di
"aggravamento" della situazione piuttosto che di simmetria. Come se fosse venuta meno anche la speranza che si possa alzare un vento in grado di spazzare via le nuvole. Nessun vento, per quanto forte e impetuoso
sia, sarà mai in grado di spazzare via la notte!
E poi, i diversi concetti che sembra dovessero attenere al concetto di notte, che sembrano riportare ad altri temi deandreiani.
La notte come "ritrovo di sé
stessi" assomiglia temibilmente alla solitudine di altre canzoni. La stessa solitudine, dal fondo della quale, solamente, è possibile trovare "amore, perdizione, riscatto"!
Una notte che ci circonda con il
suo buio. Una notte che è soprattutto pericolo. Nella consapevolezza che "dove maggiore è il pericolo, maggiore è la possibilità di salvezza"!
salud
--Franco Senia--