L'Agnata

                                           L'AGNATA

Ciao a tutti.

Sono Biagio Sgangarella Valvano, vivo nelle vicinanze di una delle piu' belle citta greco-romana (Paestum) il mio paese e' Albanella  in provincia di SA.

Ho iniziato a suonare la chitarra nei primi anni settanta, allora si suonava proprio…..il cantautore , era quello, che si ascoltava per radio .I cantautori allora erano importanti per noi, ci permettevano di poter suonare e cantare le canzoni ,accompagnandoci solo con la chitarra, che era, lo strumento che ti permetteva di poterlo fare ovunque,in spiaggia, in gita, alle feste in casa di amici, e, anche quando si marinava la scuola,. soprattutto allora, magari in compagnia di belle ragazze.

Cosa si cantava ,si cantava De Andre' e Battisti ,Battisti e De Andre', poi si diventa adulti ,responsabili e maturi, e' allora che cominci a dare peso di piu', ai testi delle canzoni che hai sempre cantato,ma mai ti eri soffermato cosi' tanto sul contenuto di esse, e quando questo avviene cominci a  cantarle con passione ,espressione e ammirazione. De Andre'diventa cosi' il tuo mito.

Fu cosi' che verso la meta' degli anni ottanta sbarcai per la prima volta in Sardegna e da allora ogni anno e' una tappa obbligatoria.

I colori i sapori e i suoni di quella terra mi rapirono letteralmente nel di dentro,e ebbi la conferma  di non essere il solo a provare quei sentimenti allorquando un giorno d'estate del 1997 ebbi la fortuna di conoscere…. Fabrizio nel suo… mondo a L'agnata  ,a Tempio .

Alcuni giorni prima di quest'evento ,mi informai del grande De Andre' e mi dissero che da poco aveva aperto un agriturismo e che bisognava pero' prenotare.

La decisione di una prenotazione  presso il suo agriturismo fu presa in un lampo, telefonai e mi fu data una data .Il pensiero pero' non era quello di mangiar bene e passare una bella giornata con la mia famiglia e gli  amici ….ma…di incontrarlo.

Partimmo da Portorotondo col pensiero e la speranza  di trovarlo li, la strada prima di arrivare (dopo Tempio) era parte sterrata e racchiusa in mezzo a due costoni di montagna ,dava veramente l'idea della natura selvaggia e incontaminata fino a quando, si apre la vallata, ed eccoci in un posto incantevole, quel posto e' veramente la fiaba De Andre', bellissimo.

Dopo aver raggiunto il parcheggio e poi quella bella passeggiata sotto un pergolato con a terra alternanza di granito chiaro e prato verde …una casa ornata completamente di edera ,che la avvolgeva tutta, tutto  faceva presagire che Fabrizio era li, ne ero sicuro.

Pranzammo, e dopo tanta insistenza nel chiederlo ad una cameriera (ne ricordo ancora il nome) molto gentile e timida ,mi confermo' che Fabrizio era li, e che sarebbe sceso nel pomeriggio nella sua cucina adiacente la struttura.

Alle quattro pomeridiane mi avvicinai a quella piccola casetta li di fianco, e chiesi permesso, mi disse di entrare…la gioia e l'emozione si scontrarono tra di loro, ma subito mi ripresi e cominciai a parlare…parlare… parlare.. fino al punto che, si fermo' un attimo,ma nel rispondermi a tutte quelle domande che gli feci ,mi chiese…..''ma per caso e' un intervista?''.Penso' che io fossi un giornalista e che magari senza avvertirlo stavo facendo un servizio.Tra le tante domande e risposte quella che mi colpi' maggiormente fu quando gli chiesi, se avesse paura di stare ancora li, in quel posto dove lo avevano rapito,lui mi guardo' e dopo un attimo di pausa mi disse:…''.ma i sardi non sono tutti uguali'',allora capii ancor di piu' il suo grande animo umano  .Ci lasciammo  e gli promisi che mi sarei fatto sentire con lettera o magari per l'anno successivo ancora li, l'anno successivo,ma non ricordo bene se nello stesso, gli mandai delle mozzarelle fresche, fatte nei nostri posti, che sono state sempre le migliori, e ricordo che le mando' a prendere a Olbia appena sbarcate dal traghetto attraverso un suo dipendente .Duro' pero' poco, la sua conoscenza, dopo un po' la notizia della sua scomparsa.

In tutto questo pero' porto con me una foto con lui, inedita, che conservo, scattata li, nella sua cucina, mentre tra una sigaretta e l'altra passava quell'ora che rimane indimenticabile.

Il nostro gruppo musicale, nasce soprattutto dal desiderio, di portare in giro i suoi versi, le sue idee la sua musica, che non dovranno mai essere abbandonati, sono esempi di grande rispetto umano, soprattutto dei piu' indifesi, emarginati, e, non capiti, ma ….. giudicati.

Noi abbiamo dato il nome al nostro gruppo: L'Agnata.

 

Il nostro repertorio dura due ore circa e i brani vengono eseguiti solo dal vivo

ciao e grazie.Biagio Sgangarella valvano