Fabrizio De André 1
Ristampa con altro titolo del suo primo album della Karim, "Tutto Fabrizio De André"
Fontana (Philips) 6492019 - copertina nera
Fontana (Philips) 6492019 - copertina a colori
Philips successo Vol. 1
Philips CD
Philips CD serie special price
Note sul retro di copertina dell'edizione Philips successo
"Un cantautore in anticipo sul suo tempo"
Verso la fine degli anni sessanta vendeva cinquantamila trentatrè giri all'anno. E, praticamente, nessun 45 giri. Un fenomeno anomalo in una situazione discografica ancora dominata dal Festival di sanremo. Dieci anni dopo sarebbe diventata la regola, per tutti i cantautori.
Per anni i suoi dischi sono stati una "finezza da liceali", roba da circuito clandestino, qualcosa di strano e affascinante dove convenivano riferimenti dotti, musica antica, protesta, demistificazione e parole come "puttana". A dodici anni parlava francese in casa col babbo, a diciotto aveva letto tutti i poeti francesi. Ma decide di iscriversi alla facoltà di lettere "solo perchè a Genova era la facoltà con il maggior numero di ragazze".
Un origine borghese? "Di più, di più. Addirittura mezza nobile, con infiltrazioni sabaude". Non è convinto di essere un poeta, ma rifiuta il ruolo di cantante. "E non perchè mi facciano schifo i soldi, ma perchè cantare in certi contesti mi riesce impossibile". E poi c'è il problema che la tv e la radio gli vietano gran parte delle canzoni.
In questi album (vol. 1 e vol. 2) ci sono brani che hanno fatto impazzire generazioni di burocrati radiotelevisivi. "Carlo Martello" perchè non si può cantare un sovrano che crede d'aver fatto una conquista e invece è semplicemente andato a puttane. "Il testamento" perchè scherza con la morte in maniera poco formale "La guerra di Piero", canzone antimilitarista e pacifista per eccellenza rientrava tra quelle che alla RAI si potevano trasmettere solo con una accurata presentazione predisposta dalla Direzione Generale. Non parliamo poi del "Valzer per un amore" una canzone che sembra una ripicca di classe contro una che non si è concessa, ovvero non ha corrisposto alla passione del poeta. C'è una perfidia incredibile in quell'immaginarsi lei, con forte anticipo, "carica d'anni e di castità".
E' il De André degli inizi, capace di diffondere temi di ampio impegno - e che per quel tempo suonano molto "gauchiste" - senza bisogno di comizi, solo con la sua poesia, "rubacchiando - come dice lui - versi qua e la dai 'grandi'".
Ecco dunque i "classici" degli anni sessanta di Fabrizio De André. Scandalizzavano i borghesi ma la Radio Vaticana invitava sovente il cantautore ai suoi microfoni. Nella segreta speranza che sotto la chitarra di Lucifero si nascondesse un flauto d'Arcangelo.
Mario Luzzatto Fegiz
Ristampa su due album e con copertine diverse di Tutto Fabrizio De Andrè (il suo primo LP) e Nuvole Barocche, re-intitolati 1 e 2 e ristampati diverse volte con copertine diverse