La canzone dell'amore perduto
Fabrizio De André
Edizioni Leonardi Srl / La Cascina Edizioni Musicali Srl
Musica tratta da "Concerto in Re maggiore per tromba, archi e continuo" - Adagio - di Georg Philipp Telemann
Tratto dalla Mailing list Fabrizio
From: "Leon Ravasi" <leon_ravasi@hotmail.com>
Subject: Re: [fabrizio] Ancora sul femminile e il maschile....
Date: Sat, 08 Jan 2000 09:50:13 CET
Mi prendo la liberta' di risponderti, visto che il tema l'ho sollevato io e poi ho trovato anche chi (Valeria) mi ha dato una spiegazione ragionevole per il tutto.
La canzone dell'amore perduto, come da carteggio col Senia, esaminata riga per riga ("Facciamole a pezzi") appariva come un pastrocchio difficilmente interpretabile. La prima strofa sembrava cantata da un uomo, l'ultimo inciso da una donna e il primo inciso, ma sopratrutto la seconda strofa non si capiva a chi attribuirli. E ci restava quell'immagine del "bischero coi fiori in mano" (lui o lei?) che assolutamente non tornava. Valeria un giorno ha detto: "e se provassimo a leggerla tutta al femminile?".
Eh si', tutta al femminile regge. E mi sembra che l'ipotesi abbia trovato conferme.
Ripeto, resta solo un'ipotesi di lavoro. De Andre' non ha mai detto niente su questo. Ma ci si divertiva anche a immaginare il prode Fabrizio che, ridendo di chi nonr iusciva a collocare questa canzone, si soffiava sul ciuffo, si guardava nello specchio e pronunciava in un sussurro la celebre frase di Gustave Flaubert: "Madame Bovary c'est moi!", ossia "Sono io che scrivo al femminile".
Rivedendola un po':
"Ricordi? Sbocciavan le rose
con le nostre parole d'amore
non ci lasceremo mai, mai e poi mai.
Vorrei dirti ora le stesse frasi:
"ma come fan preso amore
ad appassire le rose".
Cosi' per noi
L'amore che strappa i capelli e' perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza"
Fin qui puo' essere un uomo che parla, ma come non pensare all'atteggiamento che la letteratura attribuisce in genere alle donne nella fase finale di un amore? Non ci si strappa piu' i capelli, non si soffre piu'. Tutto torna nella norma, senza emozione e poi "caro, scusa, ma ho sempre questo fastidioso malditesta! Pero' ti preparo lo stesso la cena, rido coi tuoi amici, mi rendo amabile.
Ma il sangue, eh, il sangue non c'e' piu'. In una situazione simile (ripeto, parlo di stereotipi letterari.
nella realta' tutto e' diverso (o puo' esserlo) un uomo inizierebbe a imprecare, a cercarsi altre storie, a fuggire. La donna (letteraria) no. Resta li', soffre quasi in silenzio e, in fondo, si accontenta di "quel po' di tenerezza" (uh che brividi per come lo pronuncia De Andre', enorme interpete vocale. Dentro una sola frase, dentro un'inflessione, riesce a farci entrare un mondo di tinelli coi controbuffet, di divani in sky, di rispettabilita' borghese in frantumi, di sensazione di tempus fugit. Grande artista!!!).
Passiamo alla seconda strofa:
"E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti al sole
di un aprile ormai lontano
li rimpiangerai.
E sara' la prima che incontri per strada che tu
coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo."
Questa e' la strofa che non torna se sta cantando un uomo, perche' nella prima strofa starebbe parlando a un'interlocutrice donna e nella seconda se stesso. (Abbiamo annullato l'ipotesi di una storia omosessuale. Si era nei bigotti anni'60. Anche uno col coraggio di De ndre' forse l'avrebbe giudicata troppo hot :)). E allora la spiegazione non puo' essere che sia la stessa donna di prima a continuare a parlare e dice al suo ex amore (e' passto un anno in mezzo: le viole sono sbocciate e appassite e l'aprile e' ormai lontano e peraltro gia' nella prima strofa si faceva confusione tra viole e rose, senza alcun bisogno metrico). Sara' tu, causa della separazione, della fine dell'amore a rimpiangere quello che poteva e non e' stato, ma sara' solo un momento, dopo ti perderai dietro una nuova storia.
Oh, non importa che sia grande come la nostra: sara' la prima che incontri per strada (altro topos letterario femminile. La donna si innamora solo, l'uomo corre dietro agli amori che incontra per strada solo per un "bacio mai dato", che significa "non ancora dato", l'unico bacio mai dato e' quello
che precede il primo, no) su cui rovescerai le speranze di "un amore nuovo".
Successivamente ho sottolineato che anche "Amore che vieni amore che vai", se e' vera questa prima ipotesi, potrebbe essere stata fatta con lo stesso metro. Canzone al femminile. Da qui il dibattito. Buon post-epifania a te.
Ricordi sbocciavan le viole
con le nostre parole
"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai",
vorrei dirti ora le stesse cose
ma come fan presto, amore, ad appassire le rose
così per noi
l'amore che strappa i capelli è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza.
E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti al sole
di un aprile ormai lontano,
li rimpiangerai
ma sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.
E sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.
La canción del amor perdido
Recuerdas, se abrían las flores
con nuestras palabras:
"No nos dejaremos nunca
nunca y nunca ya"
Quiero decir ahora la mismas cosas
pero como las flores, amor,
pronto marchitan,
así nosotros.
El amor que arranca el pelo
se ha perdido ya,
solo queda alguna desganada caricia
y un poco de ternura.
Y cuando te encuentres en la mano
aquellas flores marchitas
al sol de un abril
ya lejano, las recordarás.
Pero será a la primera
que encuentres por la calle
a quien cubras de oro
por un beso mal dado
por un amor nuevo.
Pero será a la primera
que encuentres por la calle
a quien cubras de oro
por un beso mal dado
por un amor nuevo.
by Mercedes Sanchez Marco