2020
|
|
|
|
Fabrizio De André: Un aristocratico anarchico di Giuseppe Travaglini Su De André
si è detto molto, sia sul piano biografico che su quello più strettamente artistico: d'altra parte, un'opera così ricca e una personalità così singolare si prestano a tante letture. In questo libro quasi mai
ci si sofferma sui singoli dischi, piuttosto si considera l'opera di De André nel suo insieme, evidenziandone i tratti di base e il percorso, che nella sua complessiva linearità ci mostra come per Faber
l'assillo di fondo fosse «l'intertestualità tra testo letterario e testo musicale», come diceva Luzi, che lo definì un «artista della chanson». Ma questa «intertestualità» non è fine a se stessa: fa risaltare la
sua visione della vita, il suo oscillare tra la consapevolezza del male e la ricerca della salvezza, attraverso storie e personaggi tolti alla realtà e dati all'arte.
|
|
|
De Andrè - La Bussola 1975 di Giuseppe Ferraina Foto inedite dell'Archivio
Ferraina della prima esibizione in pubblico di Fabrizio De Andrè allo storico locale La Bussola di Viareggio nel 1975
|
|
|
Saper leggere il libro del mondo. Antologia del premio Fabrizio De André «Parlare
musica»: 11 di F. Spagnolo, F. Grosso Patrocinato dalla Fondazione Fabrizio De André Onlus e organizzato da iCompany, con la direzione artistica di Luisa Melis, il Premio "Fabrizio De André. Parlare
musica" ha come scopo quello di stimolare gli autori di poesia a una creatività libera e scevra da tendenze legate alle mode, ai generi e ai concetti di commerciabilità, al fine di favorire
l'originalità e la vitalità delle nuove produzioni letterarie. "Parlare musica" si affianca alle altre sezioni del Premio, dedicate alla canzone d'autore e alla pittura. In questo libro sono
raccolti i versi degli autori vincitori e finalisti delle edizioni 2017 e 2018. Per ciascun vincitore viene pubblicata una silloge, che si apre con la poesia vincitrice, mentre i finalisti sono presenti con la
poesia in concorso. La copertina riproduce le opere vincitrici delle edizioni 2017 e 2018 della sezione Pittura del Premio. Il Premio "Fabrizio De André. Parlare musica" - che si avvale di una giuria
costituita da scrittori, giornalisti, critici musicali e operatori del settore, presieduta da Dori Ghezzi - è uno degli appuntamenti più attesi dagli artisti che sperimentano nuove forme per la musica
d'autore e che intendono avvicinare la propria creazione letteraria e visuale alle tematiche che il grande cantautore ha saputo far arrivare sino a noi.
|
|
|
Fabrizio de André - die Essenz der Freiheit (Tedesco) di Alessandro
Bellardita Fabrizio de André war einer der einflussreichsten und bekanntesten Liedermacher Italiens. Auch 21 Jahre nach seinem Tod ist er immer noch unstreitig eine Ikone der Friedensbewegung: Politisch
zählte er sich zu den Anarchisten, auch wenn er jede Radikalität dieser Bewegung ablehnte. Er sympathisierte mit den Linken, wehrte sich jedoch gegen jede Form marxistischen Dogmatismus. Doch nichts widerstrebte
ihm mehr als Gewalt und Krieg als angebliches Mittel zum Frieden. Mit anderen Worten: Er war ein fanatischer Pazifist – vielleicht die einzige Doktrin, die er gnadenlos bis zu seinem Lebensende vertrat.
Dieses Buch soll eine Einführung in die facettenreiche Gedankenwelt und das Leben des Cantautore aus Genua sein.
|
|
|
|
|
2019
|
|
|
|
La Genova di De Andrè di Giuliano Malatesta.
Città verticale, sempre in eterna lotta con gli spazi, diffidente con i forestieri, culturalmente luterana e al tempo stesso cosmopolita, Genova cominci a rimpiangerla solo dopo che te ne sei andato. Ne
era consapevole Fabrizio De André, che l'ha sempre considerata casa sua, non solo il luogo delle sue radici e della sua giovinezza. Così, ad un certo momento, aveva deciso di farvi ritorno come quei marinai
che, dopo essere stati costretti a spendere tutta la propria esistenza altrove, sentono il bisogno di lasciare andare gli ormeggi e di rimettere i piedi a terra. Proprio li ci accompagna Giuliano Malatesta, che
ha ripercorso i trentacinque anni di vita genovese di uno dei più importanti cantautori italiani, raccontando alcune sue amicizie, quella tanto intensa quanto fugace con Luigi Tenco e quella impossibile con il
poeta Riccardo Mannerini, ricordando gli esordi sul palcoscenico o le peregrinazioni notturne in quei carrugi che il suo mentore Remo Borzini chiamava "fossili di storia patria", e facendo parlare i
vecchi amici, i pochi rimasti, ben felici di rievocare, tra una partita a cirulla, una battuta di pesca e una versione scanzonata della Canzone di Marinella, antiche storie di quella che era una volta la meglio
gioventù genovese. Con la piccola ambizione di provare a ricostruire anche il clima culturale di un'epoca di quella che, al di là delle apparenze, fu davvero una città-laboratorio.
|
|
|
Faber nella bottega di De Andrè: Musica, musicisti, produzione collettiva nell'opera del più grande cantautore italiano.
di Francesco Brusco (Autore) Cantautore per eccellenza, artigiano di suoni e parole. Fabrizio De André non è solo poeta e genio solitario nel senso "romantico" del termine, ma musicista moderno, maestro di
una bottega in cui si avvicendano le più grandi firme della canzone italiana del Novecento. Un'arte nuova, che vive di nuovi strumenti e professioni. Partendo da uno sguardo a 360 gradi sul Faber musicista
– chitarrista, cantante, compositore, performer – varchiamo la soglia della bottega di De André per riscoprirne collaboratori, musicisti, colleghi e discepoli; figure che in vario grado concorrono
alla realizzazione della sua opera. Una bottega moderna, in cui si produce per nuovi committenti – l'industria discografica e dello spettacolo – e per un nuovo pubblico, il cui ruolo è sempre più
importante. Una produzione collettiva, ma allo stesso tempo unitaria, per un nuovo concetto di authorship nella popular music. Fabrizio De André, attraverso la sua opera, il suo messaggio e la sua immagine, ci
parla ancora; lo fa per sé, per i suoi collaboratori, per i suoi ascoltatori. Parla, in maniera autorevole, con più voci. Con una sola invece, canta, riunendo in maniera sublime tutti i frammenti di un discorso
sempre vivo.
|
|
|
Ridammi la mano. Fabrizio de Andrè. di
Ernesto Anderle. Le più belle canzoni e i frammenti di vita più significativi di Fabrizio De André interpretati dalle matite romantiche di Ernesto Anderle. Un omaggio disegnato a uno dei più grandi cantautori di
sempre.
|
|
|
I miei otto anni con Fabrizio De André.
Giorgio Cordini. Fingerpicking.net."In questo prezioso libro, quasi un diario redatto da chi è stato con lui in prima fila sul palco e a stretto contatto nella vita, Giorgio Cordini ci regala una manciata di perle, una testimonianza sul valore del De André musicista e soprattutto del De André uomo, capace di entrare in empatia con chiunque avesse di fronte."(Alfredo Franchini)
|
|
|
Questi i sogni che non fanno svegliare. Storia di un impiegato, l'opera rock di Cristiano De André.
Alfredo Franchini, Ottavia Pojaghi Bettoni. Arcana. A cinquant'anni dal Sessantotto, Cristiano De André ha riscritto la musica di "Storia di un impiegato", tramutando lo storico album di
Fabrizio in un'opera rock. Un modo per riproporre, con un vestito nuovo, l'attualità del messaggio poetico e sociale di quel disco. Nel libro di Alfredo Franchini e Ottavia Pojaghi Bettoni, Cristiano
spiega che cosa lo ha spinto a rivestire di nuovi suoni le canzoni che sono presentate nei concerti con proiezioni e ambientazioni di palco in modo da riportarci nel clima degli anni Settanta quando, alla sera,
i giovani andavano a dormire sapendo che si sarebbero svegliati nel futuro e avrebbero partecipato al cambiamento del mondo. Ma lo scopo è anche quello di trovare nelle parole di quelle nove canzoni
dell'album i punti di contatto con la realtà attuale. Le musiche originali furono scritte da Fabrizio De André con l'ausilio di un giovane Nicola Piovani, "scoperto" solo un anno prima da De
André che lo aveva chiamato per gli arrangiamenti e la direzione dell'orchestra di "Non al denaro, non all'amore né al cielo". E se in quel caso erano stati scelti dei suoni country o classici,
in "Storia di un impiegato" si sente l'influenza della musica "progressive", caratteristica degli anni Settanta. Da qui l'esigenza da parte di Cristiano, musicista tra i migliori
polistrumentisti d'Europa, di dare a quelle canzoni un abito nuovo. Ed è un suono elettronico che è stato calibrato sui momenti psicologici del protagonista della storia.
|
|
|
Fabrizio De Andrè e i pellegrini sulla cattiva strada
. Sara Boero. Chinaski Edizioni. A vent'anni esatti dalla sua scomparsa, la voce di Fabrizio De André ci accompagna ancora, insieme alla sensazione di aver perso un amico troppo presto. Ma che influenza
ha avuto il grande artista genovese su chi questo amico non lo ha mai veramente incontrato? Sara Boero, giovane scrittrice concittadina di Faber, ripercorre la vita e la carriera del cantautore, raccontandoci
perché, per la sua generazione, De André sia altrettanto indimenticabile. Una cronaca sincera e delicata, attraverso le parole di un'altra "cantastorie" che non lo ha mai conosciuto ma ama
profondamente la sua musica. Un percorso fatto di testimonianze, interviste e riflessioni, per provare a capire il segreto del talento straordinario che ha catturato l'anima di tante diverse generazioni. Ma
non c'è solo Faber, e per capire il sommo poeta genovese è opportuno conoscere tutti quei grandi artisti che l'hanno accompagnato nella scoperta della "cattiva strada" della poesia, da Brassens
a Rimbaud, passando per Leonard Cohen, Edgard Lee Masters, Bob Dylan e tanti altri riferimenti necessari per la poetica dell'ultimo grande cantore degli ultimi.
|
|
|
|
|
2018
|
|
|
|
Faber. Fabrizio De Andrè. Dietro i testi, dentro la storia.
Mario Martino e Miriam Viscusi. ABE. "Nel lavoro preliminare alla stesura del volume, è sembrato davvero di viaggiare insieme a tutti quei personaggi, quelle melodie, quelle frasi, quelle emozioni che Faber ha saputo regalare alla storia della musica italiana. L'avventura di una rubrica online del sabato mattina è durata circa sei mesi; ad un certo punto ci siamo accorti che un blog non era il posto giusto per un lavoro del genere. Da qui, inizialmente, l'idea di chiudere i battenti, perché non tutto dura per sempre, perché era giusto così. Poi, qualcuno, per evitare che tutto il lavoro si smarrisse nella marea di scritti digitali, ci ha suggerito di revisionare i lavori già scritti, arricchirli e adattarli ad un volume. Ecco come è nato questo libro: dal bocciolo di un blog irrigato con dedizione, un fiore sbocciato tra paure e difficoltà."
|
|
|
Tutto De André. Il racconto di 131 canzoni
. Federico Pistone. Arcana. C'è una sola strada per conoscere e apprezzare l'eredità del più grande artista della musica italiana d'autore, a vent'anni dalla scomparsa: riascoltare tutte le
sue canzoni. Sono solo 131 in fondo, da "Nuvole barocche" uscita nel 1961 all'album "Anime salve" del 1996, più gli improbabili inediti usciti postumi nel 2008. Tanto si è detto, tanto si
è scritto e visto - perfino uno sceneggiato a puntate - ma il modo per ricostruire il ritratto più autentico, sacrilego e spirituale insieme, di Fabrizio De André è in questo libro che ripercorre ogni brano, dal
primo all'ultimo, raccontato attraverso la genesi, le testimonianze, gli aneddoti, i segreti, i retroscena svelati dallo stesso Faber - come era chiamato dall'amico Paolo Villaggio - e dalle persone che
lo hanno vissuto, amato, odiato e compreso. Il risultato è una sorta di romanzo a capitoli, 131 appunto, con schede dettagliate, accompagnate dalle stelline - da 1 a 5, in stile cinematografico - che tengono
conto del valore artistico e storico. "Tutto De André", che richiama anche il titolo del primo album del 1967 ("Tutto Fabrizio De André") è molto più che una guida all'ascolto di un
protagonista - poeta, musicista, cantautore - del Novecento, ancora oggi riferimento esistenziale e artistico delle nuove generazioni.
|
|
|
Falegname di parole. Le canzoni e la musica di Fabrizio De André.
Luigi Viva. Feltrinelli. Quella di Fabrizio De André è una vita geniale, da ripercorrere attraverso la sua musica. Luigi Viva ci guida in un viaggio per conoscere in profondità l'equilibrio struggente fra il senso dell'ironia e il senso del dramma, il coraggio e la misura, le esperienze di vita del "falegname di parole" e le sue letture, i personaggi di un sottoproletariato che sfugge alla politica, e per questo vicini all'ideale di un'anarchia bonaria. E poi l'amore per i semplici, gli sconfitti e l'attenzione per "gli ignorati e perseguitati dal potere". Questo libro è stato scritto tra il 1992 e il 1999, contemporaneamente a "Non per un dio ma nemmeno per gioco", e il lavoro fu condiviso con Fabrizio De André, che ebbe l'opportunità di vederlo e commentarlo con l'autore. Con questo secondo volume, ricco di ricordi e testimonianze, si completa così l'idea originaria di realizzare uno studio approfondito sulla vita del grande cantautore, sulla sua opera e il suo stile. Ed è come sentire la voce di De André: attraverso i suoi appunti, la sua calligrafia, le fotografie più intime, gli spartiti originali, i testi autografi con le sue correzioni e i suoi ripensamenti.
|
|
|
che non ci sono poteri buoni. il pensiero (anche) anarchico di Fabrizio De André
. Rivista A. questo libro esca come numero speciale della rivista "A", la sua preferita, che a volte nei concerti si metteva in tasca, con il logo di copertina ben visibile. Noi ci occupiamo esclusivamente
del suo pensiero e lo facciamo in modo plurale. Abbiamo ripreso il meglio degli articoli, saggi e interviste apparse su "A" che affrontano le mille questioni di cui si è occupato: carcere, ipocrisia
piccolo-borghese, droga, popoli nativi, omo/trans-sessualità, zingari, maggioranze e minoranze, prostitute, guerra, ecc. Apre il libro uno scritto di Dori sul proprio rapporto con l'anarchia. Sono riprodotti
i testi del dossier "Signora libertà, signorina anarchia"; venti interviste realizzate da Renzo Sabatini con amici, collaboratori, "esperti" di tematiche approfondite da Fabrizio; notizie sui suoi concerti a
favore degli anarchici (compresi quelli a Rimini 1975 e a Bologna 1976, di cui si sapeva poco o niente); altri scritti, testimonianze, poster, foto e disegni in parte inediti. Vi è poi la riproduzione di 25
pagine del volume L'anarchia, che Dori ci ha regalato, appartenuto proprio a Fabrizio. Ogni pagina ha sottolineature e annotazioni scritte di suo pugno, che testimoniano la meticolosità della sua lettura e anche
la profondità delle sue riflessioni, con un occhio alla storia e uno all'attualità. Uno strumento prezioso e inedito per meglio comprendere come lavorava.
|
per ordinarlo, seguire questo link
|
|
Fabrizio De André artigiano della canzone.
Martina Vavassori, Zona. In questo saggio l'autrice analizza il metodo di lavoro di Fabrizio De André, che trova nella tradizione un essenziale e irrinunciabile punto di riferimento, con
un'importante avvertenza: "La tradizione non è mai, per De Andrè, qualcosa da difendere, da conservare e da tramandare così com'è, ma qualcosa di cui è necessario, innanzitutto, appropriarsi a
fondo, e che bisogna poi contribuire a inventare e reinventare, garantendone così non la mera sopravvivenza, ma la vera e propria vita". "Vera e propria vita" è sicuramente quella che Fabrizio De
André è riuscito a infondere - proprio grazie al suo intelligente e accorto rapporto con la tradizione - nelle sue canzoni, che sono patrimonio trasversale di numerose generazioni, fino a quelle più giovani, che
hanno scoperto il cantautore solo dopo la sua scomparsa.
|
|
|
Amico Faber. Fabrizio De Andrè raccontato da amici e colleghi.
Enzo Gentile, Hoepli. Il più amato dei nostri cantautori, artista che ha profondamente inciso nel costume e nella cultura italiana, figura ancora centrale a vent'anni
dalla sua scomparsa (11 gennaio 1999) Fabrizio De André ha rispecchiato con i suoi dischi un pezzo di società e di storia del nostro paese, ha raccontato l'avventura umana dei più umili, ha fotografato il
nostro tempo, ne ha espresso gli ideali e le sfumature della vita quotidiana con esemplare capacità di sintesi, spirito di denuncia e un'efficacia poetica tale da raccogliere i massimi riconoscimenti
pubblici, di mercato, dei colleghi e degli addetti ai lavori. La produzione di De André è disseminata di capolavori, dalle crude ballate degli anni Sessanta fino alle composizioni più audaci e impegnative, come
gli album Le nuvole e Anime salve, passando per l'affresco Creuza de ma, indicato tra i più importanti dischi di world music in assoluto. Nell'ampia letteratura che ne abbraccia la storia, "Amico
Faber" si inserisce con la scelta originale, e mai proposta prima, di coinvolgere e chiamare a testimonianza centotrenta amici, collaboratori, partner di musica e non solo: figure note o del tutto
sconosciute alle cronache che lo hanno accompagnato nella lunga parabola artistica o nei più significativi passaggi della sua esistenza. Il lavoro lascia affiorare aneddoti, rivelazioni, momenti d'intimità
che mettono a fuoco il messaggio e definiscono l'uomo: un viaggio che va dalla Genova degli esordi agli ultimi giorni, inseguendo la trama dei ricordi, dei pensieri, delle tracce più autentiche di un artista
immenso, colonna sonora di ogni generazione. Con un'intervista autografa, rilasciata all'autore nel 1985. Prefazione di Wim Weners
|
|
|
Anche le parole sono nomadi: I vinti e i futuri
vincitori cantati da Fabrizio De André nei testi delle canzoni e nei suoi interventi in pubblico.
Fondazione Fabrizio De André Onlus.Chiarelettere. Fabrizio De André si è espresso artisticamente attraverso i brani che ha inciso nei suoi album e cantato durante i suoi concerti. Questo libro nasce dal desiderio di leggere, insieme e di nuovo, quei testi, scritti da Fabrizio De André o insieme ai suoi preziosi collaboratori, per riflettere sui contenuti che ha posto alla sua e nostra attenzione: gli ultimi, gli emarginati, il potere, la libertà, l'anarchia, la guerra, solo per citarne alcuni. In queste pagine sono raccolti più di quaranta brani che si sviluppano seguendo un nuovo percorso, curato dalla Fondazione Fabrizio De André Onlus, in cui le storie, i volti e i sentimenti cantati da Fabrizio De André non ci parlano solo di vite negate e di vite subite, ma anche di riscatto. Ad accompagnare i testi delle canzoni, le introduzioni e le riflessioni con cui De André presentava i brani in scaletta durante i concerti, alcune delle quali inedite o mai proposte in volume. Un libro non solo per gli appassionati del cantautore genovese ma anche per chi, come i più giovani, desidera scoprirlo. Da leggere nel proprio privato o in gruppo, per ascoltarne insieme le parole, come accade dagli anni Sessanta con i suoi dischi. Con una testimonianza di Dori Ghezzi.
|
|
|
Fabrizio De André. Sguardi randagi. Le fotografie di Guido Harar
i. Ediz. illustrata. Guido Harari, Mondadori Electa. «Che dolore pensare che foto così non se ne potranno fare più, che riconoscenza che ci sono. Fabrizio c'è stato e ci sarà sempre. Grazie a queste, e
grazie a Dori, grazie a canzoni e poesie che appartengono con lui agli enormi spazi profumati dell'eternità. Chissà che cosa avevi in mente, Guido, per stregarci tutti così, inchiodarci così alle emozioni,
alla passione di queste immagini che non possiamo vedere senza tremare, senza desiderare che ce ne siano altre, tante, miliardi, quante sono le stelle meno splendenti di Fabrizio, meno magiche di Fabrizio, meno
fatate di Fabrizio, ma tenere quanto il tuo, il nostro, il vostro amore.» (Fernanda Pivano)
|
|
|
Lui, io, noi. Dori Ghezzi Giordano Meacci, Francesca Serafini, Einaudi.L'infanzia di Dori e quella di "Bicio", che mostra come la storia sia sempre stata una sola, anche quando loro non si conoscevano. Il primo incontro, a un premio musicale vinto da entrambi, durante il quale non smettevano di guardarsi. La nascita della figlia Luvi e la quotidianità campestre in Gallura. I mesi del sequestro, in cui a sostenerli fu proprio quel legame "fermo, limpido e accecante" che sarebbe continuato oltre il tempo. Un tempo sempre scandito dalla magia degli incontri: da Marco Ferreri a Lucio Battisti, da Cesare Zavattini a Fernanda Pivano. Tra bambine che chiacchierano con Arturo Toscanini e bambini che bevono cognac sotto i bombardamenti. Tra cuccioli di tigre allevati in salotto e un viaggio in nave con un toro limousine. Scritto assieme agli sceneggiatori di "Principe libero", il film TV sul cantautore, "Lui, io, noi" è una storia privata che s'intreccia con quella pubblica di chi, da sessant'anni, ascolta De André. Soprattutto è il racconto intimo, commovente, a tratti perfino buffo, di un grande amore.
|
|
|
Rimini. Con CD audio. Fabrizio De André.
A cura di M. Roccaforte. Edizioni Interno4. In occasione del quarantennale dall'uscita dell'LP "Rimini" di Fabrizio De André, Interno4 Edizioni ha pubblicato questa edizione speciale del disco
in CD, accompagnato da un libro di ottanta pagine con illustrazioni tutte a colori e i contributi scritti tra gli altri da: Cesare Monti, Enrico de Angelis, Michele Serra, Stefano Pivato e il Sindaco di Rimini
Andrea Gnassi. Rimasterizzato per questa occasione da Sony Music, "Rimini" è il nono disco di Fabrizio De André pubblicato originariamente nel maggio del 1978. Scritto in collaborazione con Massimo
Bubola, è composto da nove canzoni tra cui alcune entrare di diritto tra le più importanti nel repertorio del cantautore genovese: 'Rimini', 'Volta la carta', 'Sally' e 'Andrea'.
Tiratura limitata 1000 copie.
|
|
|
Fabrizio De André. Il libro del mondo. Le storie dietro le canzoni
. Walter Pistarini, Giunti editore. Nuova edizione, con il 60% delle canzoni riviste. Un'impresa monumentale, una ricerca minuziosa e rigorosissima fatta dall'autore grazie a testimonianze originali
e ricerche negli archivi. Il volume si sviluppa cronologicamente lungo la discografia e prende in considerazioni tutte le canzoni edite, ricostruendo la storia dietro ogni brano di De André: aneddoti, curiosità,
vicende personali, derivazioni letterarie e di vita che "entrano" nelle canzoni. Non il solito libro su un nome leggendario ma un reference fondamentale per tutti gli appassionati di De André e della
canzone d'autore.
|
|
|
Fuoco di legna, anime in cielo. Fabrizio De André e i suoi «cattivi maestri».
Franca Canero Medici. Zona. Omero, Giorgio Caproni, Antonio Gramsci, Luigi Tenco, Cesare Pavese, Fernanda Pivano, i poeti della Beat Generation, Pier Paolo Pasolini, Herbet Marcuse, i filosofi e sociologi della Scuola di Francoforte, Álvaro Mutis, Louis-Ferdinand Céline, José Saramago sono stati tra i principali "cattivi maestri" di Fabrizio De André, compagni di tante notti di studio e letture. In questi cinque saggi Franca Canero Medici rintraccia nei testi del cantautore genovese il segno di queste amate presenze, citate, evocate, più o meno svelate o nascoste in tante canzoni. Con alcune di queste figure, quelle a lui contemporanee, De André sviluppò un rapporto forse ancor più ricco perché dialogico, di vero e proprio scambio, anche concettuale, sulle corde di una profonda sensibilità comune che in qualche caso divenne vera, feconda amicizia.
|
|
|
Tutti morimmo a stento. Il sessantotto di Fabrizio De André
. Claudio Sassi e Odo Sermellini, Lampi di stampa."Tutti morimmo a stento" è un'opera fondamentale nella storia della canzone e, in generale, della cultura italiana del secolo scorso. I due
autori ripercorrono la genesi del disco di Fabrizio De André, raccontando alcuni retroscena inediti, tra cui una versione diversa della "Ballata degli impiccati" e la storia dell'album registrato
in lingua inglese e mai pubblicato. Impreziosito dalle interviste a Gian Piero Reverberi, Cesare G. Romana, Ugo Mannerini, Simone Casetta, Enza Sampò, don Carlo Scaciga e da contributi di Raffaele Fiore e
Brunetto Salvarani.
|
|
|
Le donne di De André. Donatella
Nannipieri, Lorenzo Taccini, Edizioni Del Boccale. Tante, tantissime le donne di De André, da una canzone all'altra, da un testo all'altro, dalle madri alle innamorate, fino alle prostitute, giovani e vecchie:
tutte trattate con garbo, a volte con ironia, sempre con rispetto. Tutte, in un certo senso, trasportate in una dimensione 'mitica', svincolata dalla meschinità del reale e dove la donna può esprimere la sua
essenza più profonda. Il gusto per le atmosfere antiche di De André, medievaleggianti e rinascimentali, ben si sposa con il gusto di Lorenzo, da sempre estimatore delle ballate, genere fecondo della tradizione
popolare. Belle e forti, queste donne. Bene ha fatto Lorenzo, come un antico cavaliere, a dedicare loro l'attenzione e la cura che meritano. (Susanna Cappellini)
|
|
|
Princesa e altre regine. 20 voci per le donne di Fabrizio De André. "Continuerai
a farti scegliere o finalmente sceglierai?". Le donne incontrate nelle canzoni di Fabrizio De André ci hanno accompagnato nella vita. È bastato incrociare il loro sguardo perché ne diventassero parte: con
il loro mistero, il loro coraggio, la dignità. Senza etichette, senza giudizio: esistono, bisogna solo ascoltarle. "Questo libro è nato così" scrive Concita De Gregorio, "dalla meraviglia di
trovarsi in tante, insieme, ad ascoltare (...). Queste voci hanno tutte, mi pare, un tratto in comune con Fabrizio De André. La fragilità inossidabile.
|
|
|
Fratello senza peccato. Filippo Mariotti, fattore dell'Agnata racconta l'amico fragile Fabrizio De André.
Brunella Lottero
|
|
|
|
|
2017
|
|
|
|
Dentro Faber. Analisi e riflessioni sul canzoniere di Fabrizio De André. Daniele Vitali.La figura di
Fabrizio De André rappresenta senza ombra di dubbio una delle pagine più importanti dell'intero repertorio della canzone italiana dal secondo dopoguerra a oggi. De André è stato "luce" per chi
l'ha vissuto in prima persona e "faro" per le nuove generazioni. Ma chi era l'uomo Faber? Cosa rappresentavano i personaggi di cui ci ha parlato durante tutta la sua carriera? E quanto
c'era di autobiografico nella sua scrittura? Queste domande sono da anni materia di studio di tanti musicologi e anche di tanti letterati, perché Fabrizio De André, per quanto abbia lui stesso sempre
rifiutato l'etichetta di "poeta", ha segnato una linea rossa anche in campo letterario oltre che in quello musicale. Il libro "Dentro Faber" è una sorta di resoconto dell'intera
produzione artistica di Faber, dalle prime composizioni ispirate alla nascente figura artistica di Domenico Modugno, agli ultimi capolavori intrisi di sonorità etniche, dall'allegoria filastroccata di
"Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers", alle riflessioni sui flussi migratori dei popoli rom in "Khorakhanè".
|
|
|
Saggi:Vittorio Rieser, L'ultima fuga di Bach.Un «samizbach» per pochi
intimi;Ernesto Napolitano, Cosa mi viene detto tra i suoni;Giovanni Guanti,Vanificare l'esperienza dell'ascolto: cui prodest?;Giacomo Fronzi, Estetica e musica tecnologica.Un incontro
(im)possibile?;Armando De Vidovich, Le parole dell'Altro: musica e inconscio;Marco Gatto, Stile tardo e frantumazione della totalità. La Grosse Fuge op. 133 di Ludwig van Beethoven;Gianfranco
Bonola,Rosenzweig infermo e la musica tra fruizione, mercato e significato; Franz Rosenzweig, La sala da concerto su disco (1928/29); Matteo Pelliti, La musica di Wittgenstein;Ferdinando Abbri,Tra memoria e
critica: Charles Villiers Stanford e il caso della musica in Età vittoriana; Oreste Bossini, Vogel dodecafonico;Antonio Prete,Luciano Berio e il pensiero della forma: stile, lingua, mondo;Mila De Santis, Luciano
Berio e Edoardo Sanguineti. Momenti di un percorso amoroso;Fiorella Sassanelli,Il «principe» Igor alla corte d'onore di Nadia Boulanger;Antonello Palazzolo,Corpo e anima di due spartiti rossiniani ritrovati;
Stefano Moscadelli,Prinçesa di Fabrizio De André: appunti per lo studio del testo; Giuseppe Traina, Pierre Guyotat.
|
|
|
Dal ghetto del paradiso. La pedagogia sociale antidiscriminatoria di Fabrizio De André
La nostra società non se la passa così bene dal punto di vista relazionale e umano, ha bisogno di rinforzi utopistici da reinventare, di nuovi orizzonti da immaginare e per cui camminare, di sentieri luminosi da ritrovare insieme alle grandi ombre che li accompagnano inevitabilmente. Mi auguro sempre che in ogni famiglia e in ogni scuola si ascoltino "i segni" lasciati da Fabrizio De André, auspico che docenti ed educatori lungimiranti possano accompagnare e supportare le nuove generazioni alla ricerca delle sue tracce; sperando che la bellezza della sua musica e delle sue parole possa nutrire le coscienze e lo spirito del mio tempo e dei più giovani, lasciati in pasto a un mondo molto virtuale.
|
|
2016
|
|
|
|
|
|
|
La citazione è sintomo d'amore. Cantautori italiani e memoria letteraria.
di Francesco Ciabattoni. "La citazione è sintomo d'amore" è un viaggio attraverso il mondo nascosto nei versi delle canzoni di Vecchioni, Guccini, Branduardi, De André, De Gregori e Baglioni, con cui sono cresciute generazioni di italiani. Il libro mostra la trama delle citazioni e delle allusioni che dalla parola scritta di romanzi e poesie diventa parola cantata e segue le tracce del dialogo letterario che questi cantautori hanno intessuto con poeti e scrittori, rivelando come le più famose canzoni d'autore italiane siano ricche di sorprendenti citazioni colte.
|
|
|
Fabrizio De André. Maledetti poeti, Circolo Proudho
n, Pseudo Giacomo, Aristofane, Jacopone da Todi, Cecco Angiolieri, Françoise Villon, Edgar Lee Masters, Oswald De Andrade, Olindo Guerrini, Riccardo Mannerini, Pier Paolo Pasolini, Fernanda Farias de
Albuquerque, Álvaro Mutis. La formazione è di quelle sporche, cattive e perdenti. Tutt'altro dall'ungarettiana "Petrarchesca" che puntava in alto. Qui siamo in piena zona retrocessione di quel
campionato a girone unico (senza ritorno) che chiamano vita.
|
|
|
Omaggio a De André: 2, Matteo Bogazzi, Youcanprint, Le nuvole ingombrano il cielo, lo affollano. C'è chi gode sotto la loro ombra, chi in essa cerca sprazzi di luce, chi soffre nel loro cono di buio. I più ne sono complici accettandole per tradizione sociale, altri si inzuppano della pioggia che sovente, a scrosci, fanno cadere. C'è chi spera di intravedere qualche spiraglio di sole, che lo scaldi un po'. C'è chi auspica il levarsi di un vento nuovo, che le diradi e le disperda. Affermava Fabrizio De André che la maggioranza degli uomini rappresenta la sopraffazione ed incarna la simbologia del potere. In "Omaggio a De André Vol. II - Le Nuvole" si raccontano storie di chi questo potere lo impone, in divisa da poliziotto, doppiopetto da mafioso, colletto bianco da politicante o in abiti da prete, e di chi questo potere invece lo subisce, e se ne sta sotto le nuvole che ingombranti incombono, bofonchiando e digrignando i denti. Perché come disse il grande De André: "L'Italia appartiene a cento uomini. Siamo sicuri che questi cento uomini appartengano all'Italia?".
|
|
|
Sotto le ciglia chissà. I diari., Fondazione De ANdré, Mondadori «Da anni lavoriamo sulle carte dell'archivio di Fabrizio De André, eppure siamo costantemente sorpresi da nuove scoperte e costretti a confessarci ogni volta che "era molto più
curioso" di noi. Leggere le sue carte significa scorrere quaderni, fogli sparsi, libri, agende, buste, sacchetti per rifiuti messi a disposizione da compagnie aeree… vuol dire sfogliare qualsiasi
pezzo di carta sul quale potesse appuntare un'immagine nell'istante stesso in cui affiorava. Un caleidoscopio di frasi all'apparenza casuali che tuttavia ci restituiscono il ritratto della sua
fede laica nella pietas umana, l'anarchia di chi è libero dagli abusi di potere e il sarcasmo ironico tipicamente ligure. Sorridiamo con le sue rime goliardiche o i "pensierini" scritti per puro
gusto del divertimento. Siamo costretti a fermarci e riflettere quando invece "il pensiero e la scrittura diventano grido, insulto o lacrime di rabbia". O, a parer nostro, sollievo. Fabrizio
annotava in maniera istintiva e quasi maniacale impressioni, ricordi, detti popolari imparati nei carruggi di Genova o appresi dai contadini della Gallura, ricette, citazioni. In questo mare di appunti si
trovano le idee che avrebbero dato vita alle sue canzoni, trasformate poi nelle parole che potevano essere collocate negli "spazi stretti" lasciati dalla musica grazie ad un lavoro di artigiano
meticoloso e alla ricerca di un solo termine, il migliore e più agile, in grado di restituire tutta l'idea originale.
|
|
|
La versione di C., Cristiano De André & Giuseppe Cristaldi, Mondadori "In Gallura sembra quasi che il cielo decida di abbassarsi. come per fare un favore agli uomini. La volta stellata è li a un palmo, pare uno scolapasta rovesciato. Puoi contare
tutte le stelle, puoi dare un appuntamento a ciascuna. Quando la mia famiglia era ancora unita, dopo cena ci stendevamo sulle sdraio in bambù e mi veniva insegnato a leggere la notte e il passato."
Cristiano De André per la prima volta traduce i suoi silenzi più intimi e lo fa con una premura vergine. Compie un lungo viaggio a ritroso, dalle doglie di una madre su una slitta, in una Genova innevata, alla
visione di un ciuffo notturno che canta i giorni in cui verranno a chiedere dell'amore. Dall'ansia di un sequestro, al germogliare dei colori isolani, belli di libertà, feroci come il sangue
adolescenziale. Dal mare, che ora dona un dentice sotto gli occhi increduli di un padre, ora alza l'onda e ingoia la serenità di una famiglia, alle fughe continue da un qualcosa che non arriva. E se
arrivasse, non conoscerebbe il gesto della carezza. Da una Londra che punge e annienta e lega a un letto d' ospedale, all'innocenza della musica in un conservatorio. Dalle tournée negli anni di piombo,
all'emozione della propria voce che fa l'eco in uno stadio. Dal perdonare al perdonarsi come atto estremo di sopravvivenza da confidare a un figlio. Cristiano De André si racconta in un'autobiografia
sofferta e tormentata che ruota attorno al suo rapporto con il padre Fabrizio, gigante della musica italiana.
|
|
|
L'inedito di De André, Daniele Grillo & Valeria Valentini, F.lli
Frilli editore Negli anni '90 un gruppo di universitari occupa i locali dello storico luogo di ritrovo dei cantautori della scuola genovese. Mossi dalla passione per
Fabrizio De André, quelli del "clan" del Roby Bar riescono anche a incontrarlo, in una sera che nessuno di loro avrebbe mai dimenticato. Nessuno avrebbe potuto immaginare che, vent'anni più tardi, quel passato
sarebbe tornato a farsi presente nelle loro vite, travolte da un folle e pericoloso gioco a enigmi mirante a distruggere brano dopo brano l'apparente perfezione del "Vangelo secondo Faber". In palio, in una
sfida che metterà l'uno contro l'altro gli ex universitari, non c'è solo il passato. C'è l'Inedito, un brano che De André scrisse e incise esclusivamente per i ragazzi del gruppo. Nel frattempo, dopo varie
vicissitudini che hanno trasformato la sua casa in un asilo per anime sfrattate, Elia Marcenaro avverte la prepotente necessità di una settimana di ferie. Ma staccare la spina non gli è facile. Perché in questa
storia di musica e sangue, l'architetto del gioco ha previsto un ruolo anche per lui, per l'amico Cavour e per l'ex collaboratrice Beatrice Palazzesi, sospesa dalla Polizia per ordine dello stesso commissario.
|
|
|
Sergio "Teddy" Di Tonno è giornalista, collezionista discografico e cinematografico.
|
|
|
|
|
|
|
|