Dolcenera
Fabrizio De André, Ivano Fossati
Universal Music Publishing Ricordi Srl
dalla mailing list su Fabrizio:
From: "Giovanni Bronzino" <gibron@katamail.com>
(...) su Dolcenera esiste un mio commento
nell'archivio della ML Bielle:
Dolcenera è il quarto brano di un disco dedicato interamente al concetto di solitudine, facendone un grande elogio fino a trasformarsi per certi aspetti in un grande discorso sulla libertà.
Da qui un concept-album che trova in Anime salve il suo brano-manifesto e in Smisurata preghiera un riassunto di sette esempi di solitudine e/o emarginazione raccontanti poco prima.
Ecco, Dolcenera è il terzo esempio.
Siamo, per successiva ammissione degli autori, nella Genova del 1972 devastata da un violentissimo alluvione come "non si vedeva da una vita intera".
Solo i primi sedici versi servono al poeta per catapultare il lettore dentro un'atmosfera apocalittica ed eccezionale dove il fiume di acqua e fango che invade la città vien personificato come Dolcenera, secondo un carattere tendenzialmente animista di De André.
Che Dolcenera sia eccezionale lo si intuisce dal suo picchiare "forte", dal suo buttar "giù le porte", oltre che dai versi del coro che sembrano degli al lupo, al lupo e che specificano come non siamo di fronte ad "acqua che fa sbadigliare", piuttosto Dolcenera ricorda più verosimilmente una colata lavica "che ammazza e passa oltre".
E nel suo procedere totalmente delirante per le vie della città, Dolcenera porta in dote a chi incontra tutta la sua negatività e jettatura congenita ("nera di malasorte", "nera di falde amare", "nera come la sfortuna").
Ci sono così tutti i numeri per considerare Dolcenera, questa fiumana d'acqua dolce e nera, un tiranno vero e proprio.
E in questa Genova traviata dalla pioggia torrenziale, emergono tra i vv. 17 e 21 i volti di due innamorati.
Lei è addirittura un'adultera ("moglie di Anselmo"). L'innamorato è consapevole di vivere un amore, per quanto appagante, con una donna sposata, ma ciò gli crea un senso di colpa che alimenta delle sue paranoie e che lo porta a vedere in quella Dolcenera "arrivata da un'ora", un qualcosa di sovrannaturale o, se preferite, divino, volto a isolarlo ("è venuta per me") dalla moglie di Anselmo riparando all'ordine naturale delle cose.
La paranoia di sentirsi tutto contro diviene timore e, contemporaneamente, desiderio di isolarsi da colei che si ama: "la moglie di Anselmo" non "deve sapere" di Dolcenera, affinché lei non abbia a che spaventarsi e voglia chiuedere la relazione, ma nel subconscio vi è il forte desiderio che l'alluvione possa allontanarlo da lei affinchè lei si riavvicini a quella che è la sua leggittima relazione.
Ma "l'amore ha l'amore come solo argomento", e la voglia di amare ed essere corrisposti fa sì che nell'innamorato si alimenti il desiderio che nulla si frapponga fra lui e la sua dolce metà ("il tumulto del cielo ha sbagliato momento").
Quest'ultimo desiderio, a conti fatti, è lo stesso movente che fa di Dolcenera un qualcosa che travolge la qualunque senza distinzioni e con foga rabbiosa. Insomma, quest'acqua improvvisa ("che non si aspetta"), maledetta ("altro che benedetta"), "che spacca il monte che affonda terra e ponte", e che fa salire anche il mare annullandone la salsedine ("sale senza sale"), vive in ognuna di queste azioni la sua passione, quella di voler scorrere liberamente e poco importa se nel suo cammino qualche casa o qualche persona vuole impedirne il cammino: lo travolgerà, lo annullerà senza pentimenti, come ogni tiranno che si rispetti fa nell'abuso del suo potere.
Parallelamente al sogno folle e paranoico dell'innamorato, la moglie di Anselmo sogna il mare agitato e pur essendo impegnata in una lotta che "si fa scivolosa e profonda", anche lei sembra aver perso il contatto con la realtà circostante o, perlomeno, alterna lucidità e follia. Finalmente quest'acqua buona per essere fotografata, per magari un giorno cercar di capire (come sempre avviene) se si poteva evitare ("per cercare i complici da maledire"), si ritira facendo cessare ogni battaglia per la sopravvivenza ("si risveglia la vita/che si prende per mano/a battaglia finita").
L'acqua "che ha fatto sera" scorre piccolissima, a vederla ora sembra impossibile scorgerne la "Dolcenera senza cuore" di un attimo prima. Malgrado ciò, l'ansia di perdersi procurata da Dolcenera ai due innamorati, gli ha regalato la certezza di essere legati da un sentimento speciale, peccato che non potranno più viverlo, dato che la moglie di Anselmo è rimasta in un tram isolata involontariamente ("tram scollegato da ogni distanza").
Un amore "dal mancato finale", un amore "splendido e vero", per l'intensità dei sentimenti provati, ma è un amore vissuto con ansia, paranoia, senso di colpa, egoismo tirannico, tutti elementi che mal si conciliano col concetto di amore che, di fatto, dovrebbe renderci anime migliori, superiori, più forti e più lucide. Per amore dell'altro in questa storia si perde la lucidità di capire oggettivamente che cosa sia quell'acquazzone in quel momento.
Dapprima viene avvertita come una minaccia, ma rivestito di significati metafisici, quindi viene totalmente annullata, in virtù di una sottovalutazione che alla fine sarà fatale. La conclusione è che la solitudine la si può anche subire involontariamente, se non, addirittura, desiderarla. Ma fu bell'amore? Apparentemente sì, "così è se vi pare", direbbe Pirandello; un amore "da potervi ingannare", canta Faber.
giovanni
From: "Giovanni Bronzino" <gibron@katamail.com>
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Per concludere la discussione su Dolcenera, vi offro i versi tagliati in extremis da De André in persona (senza Fossati, per intenderci), prima di incidere. In quel momento Dolcenera si intitolava Dolce nera.
nu l'é l'aegua ch'a fa baggia
imbaggia imbaggia
era
acqua che porta male sale dalle scale
sale senza sale sale
atru da stramua
a nu n'a a nu n'a
era
che il mare sceglie il maestrale
per rigurgitare questo malaffare
acqua che porta male sale dalle scale
sale senza sale sale
era
acqua dolce addolorata dolce malamata
poca benvenuta cieca
nu l'é l'aaegua de 'na ramma
'n calaba 'n calaba
era
che ogni nostalgia ogni mercanzia
ogni ave maria porta via
atru da camalla
a nu n'a a nu n'a
era
dolce non immacolata mille volte avuta e pagata
Vennero inoltre spostate da inizio a fine verso, le parole "luna" e "niente" rispettivamente per i versi 11 e 41.
giovanni
inviata l'8 luglio 2001 autore:FRANCO SENIA
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Maledetto ingorgo!
Anche stasera piove. E anche stasera mi ritrovo bloccato in mezzo a questa fiumana di macchine. Possibile che, in questa città, bastino due gocce d'acqua dal cielo per paralizzare tutto?
Io qui a battere i pugni sul volante, e a fumare una sigaretta dopo l'altra, e lei....cosa farà lei? Cosa cristo starà facendo in questo momento?
Magari è già arrivata, in quel buco d'albergo! Certo che è arrivata.
Tanto lo so: ha preso l'autobus. E quando l'autobus è rimasto bloccato nell'ingorgo, è scesa ed ha continuato a piedi.
Ha sempre paura di far tardi... ed arriva sempre in anticipo :-)).
Adesso magari è su quel letto, su quel materasso da quattro soldi, nella nostra solita stanza, a domandarsi, a dirsi mille cose.
Sdraiata sopra un un letto singolo!
"Costa meno" - non perde occasione per sottolinearlo, il prezzo delle cose.
Come se il costo della vita, le rinuncie, le delusioni, i rimpianti si pagassero in soldi! E invece il conto è molto più salato.
Lo paghi col tuo. Con qualcosa che non potrai riguadagnare mai più.
Chiusi. Siamo sempre chiusi, rinchiusi, da qualche parte.
Un amore rinchiuso. Rinchiuso dentro un telefono, rinchiuso dentro una stanza d'albergo. E anche ad essere rinchiusi in due non c'è nessun sollievo.
Io, qui, dentro questa macchina, con la musica che fuoriesce dallo stereo a farmi compagnia (fosse almeno la dyane dei mie vent'anni!); lei rinchiusa dentro a quella stanza d'albergo, talmente rinchiusa che perfino il cortile, in agguato fuori dalla finestra, è un cortile chiuso, senza luce.
"Un amore blues, il nostro" - lo ripete sorridendo.
Ed io che avrei voluto un amore-valzer fatto di sole e di cielo caldo, di sabbia e di vino ghiacciato.
Avrei esagerato. Perdio se lo avrei fatto!
Ero disposto a correre il rischio.
Ma lei no!
E io non voglio perderla, non la posso pensare sola in quella stanza.
Non ci riesco.
Ora apro lo sportello e scendo da questa macchina.
Che m'importa se la strada si è trasformata in un torrente?
A piedi, vado a piedi fino a quell'albergo senza ascensore.
Ci arrivo a piedi al terzo piano. Anche al trentesimo, se occorre.
E la porto via, me la porto via. Certo che lo faccio!
"Altro da trascinare
non ne ha non ne ha
e la moglie di Anselmo sente l'acqua che scende
dai vestiti incollati da ogni gelo di pelle
nel suo tram scollegato da ogni distanza
nel bel mezzo del tempo che adesso le avanza
così fu quell'amore dal mancato finale
così splendido e vero da potervi ingannare"
Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
amiala ch'â l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê
Guardala che arriva guarda com'è com'è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei
guardala come arriva guarda guarda com'è
guardala che arriva che è lei che è lei
nera che porta via che porta via la via
nera che non si vedeva da una vita intera così dolcenera nera
nera che picchia forte che butta giù le porte
nu l'è l'aegua ch'à fá baggiá
imbaggiâ imbaggiâ
Non è l'acqua che fa sbadigliare
(ma) chiudere porte e finestre chiudere porte e finestre
nera di malasorte che ammazza e passa oltre
nera come la sfortuna che si fa la tana dove non c'è luna luna
nera di falde amare che passano le bare
âtru da stramûâ
â nu n'á â nu n'á
Altro da traslocare
non ne ha non ne ha
ma la moglie di Anselmo non lo deve sapere
ché è venuta per me
è arrivata da un'ora
e l'amore ha l'amore come solo argomento
e il tumulto del cielo ha sbagliato momento
acqua che non si aspetta altro che benedetta
acqua che porta male sale dalle scale sale senza sale sale
acqua che spacca il monte che affonda terra e ponte
nu l'è l'aaegua de 'na rammâ
'n calabà 'n calabà
Non è l'acqua di un colpo di pioggia
(ma) un gran casino un gran casino
ma la moglie di Anselmo sta sognando del mare
quando ingorga gli anfratti si ritira e risale
e il lenzuolo si gonfia sul cavo dell'onda
e la lotta si fa scivolosa e profonda
amiala cum'â l'aria amìa cum'â l'è cum'â l'è
amiala cum'â l'aria amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê
Guardala come arriva guarda com'è com'è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei
acqua di spilli fitti dal cielo e dai soffitti
acqua per fotografie per cercare i complici da maledire
acqua che stringe i fianchi tonnara di passanti
âtru da camallâ
â nu n'à â nu n'à
Altro da mettersi in spalla
non ne ha non ne ha
oltre il muro dei vetri si risveglia la vita
che si prende per mano
a battaglia finita
come fa questo amore che dall'ansia di perdersi
ha avuto in un giorno la certezza di aversi
acqua che ha fatto sera che adesso si ritira
bassa sfila tra la gente come un innocente che non c'entra niente
fredda come un dolore Dolcenera senza cuore
atru de rebellâ
â nu n'à â nu n'à
Altro da trascinare
non ne ha non ne ha
e la moglie di Anselmo sente l'acqua che scende
dai vestiti incollati da ogni gelo di pelle
nel suo tram scollegato da ogni distanza
nel bel mezzo del tempo che adesso le avanza
così fu quell'amore dal mancato finale
così splendido e vero da potervi ingannare
Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
amiala ch'â l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê
Guardala che arriva guarda com'è com'è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei
guardala come arriva guarda guarda com'è
guardala che arriva che è lei che è lei
Suloisenmusta
Katso, se tulee, katso, millainen se on
Katso, se tulee, katso, se on hän, se on hän
Katso, se tulee, katso, millainen se on
Katso, se tulee, katso, se on hän, se on hän
Niin musta, että se vie kadun mennessään,
mustempi kuin mikään ennen nähty,
niin suloisenmusta,
niin musta, että se iskee lujaa ja repii ovet sijoiltaan
Tämä ei ole raukeuden vettä,
vaan vettä, joka panee sulkemaan ovet ja ikkunat
Musta kuin epäonni, joka tappaa ja jatkaa matkaansa
Musta kuin kohtalo
luolassaan, jonne kuu ei luo valoaan,
musta kuin maan uumenten vesi, joka virtaa läpi hautojen
Mitään muuta sillä ei ole ottaa
ei mitään muuta
Mutta Anselmon vaimo ei saa tietää
tulleensa minun takiani, kun hän saapui tunti sitten
Ja rakkauden ainut peruste on rakkaus,
ja taivas on valinnut raivolleen väärän hetken
Vesi, odottamaton, vailla kaikkea siunausta,
epäonnen vesi, joka kipuaa portaita,
suolaton nouseva vesi,
vesi, joka halkaisee vuoret ja nielee alleen sillat ja maat
Se ei ole sadekuuron vettä,
vaan suuri sekasorto
Mutta Anselmon vaimo uneksii merestä,
kuinka se huuhtoo rannan onkaloita, vetäytyy ja palaa jälleen,
ja lakana paisuu aalloksi
ja kamppailusta tulee märkä ja syvä
Katso, se tulee, katso, millainen se on
Katso, se tulee, katso, se on hän, se on hän
Vesi niin kuin rankkasade, joka ryöppyää taivaalta ja valuu pitkin seiniä
Valokuvien vesi, joka etsii kätyreitään kirotakseen ne
Vesi, joka puristaa lanteita, ohikulkijoiden tonnikalaverkko
Mitään muuta hänellä ei ole
kantaa olkapäillään
Lasimuurien takana elämä herää henkiin
ja tarttuu kamppailun laannuttua itseään kädestä
kuin tämä rakkaus, jolle menettämisen pelko
toi täyttymyksen yhden ainoan päivän ajaksi
Vesi, joka muutti päivän yöksi, palaa taas uomiinsa
virraten ihmisten jaloissa viattomana
kuin mitään ei olisi tapahtunut
kylmänä kuin tuska, suloisen mustana, sydämettömänä
Mitään muuta sillä ei ole temmata mukaansa
ei mitään muuta
Ja Anselmon vaimo tuntee veden valuvan
pitkin vaatteitaan, jotka ovat liimautuneet ihoon
virtana, vailla kaikkea etäisyyttä
tässä hetkessä, joka hänellä on jäljellä
Tällainen oli rakkaus, jolla ei ole loppua
niin loistava ja niin pettävän tosi
Katso, se tulee, katso, millainen se on
Katso, se tulee, katso, se on hän, se on hän
Katso, se tulee, katso, millainen se on
Katso, se tulee, katso, se on hän, se on hän
© Juha Rämö, 2015
Czarnomioda
Dolcenera
Popatrz już idzie, ach patrz jak idzie Amiala ch'a l'arìa amia
jaka jest, jaka jest cum'a l'é cum'à l'é
Popatrz jak idzie, ach patrz jak idzie amiala ch'a l'arìa amìa
to ona jest, ona jest ch'a l'é le ch'a l'é le
Popatrz jak idzie, ach patrz jak idzie Amiala cum'a l'aria amia
patrz jaka jest amia cum'a l'é
Popatrz już idzie, ach patrz jak idzie amiala ch'a l'arìa amìa
to ona, ona jest ch'a l'é le
Czarna która porywa,
unosi, szlaki zrywa,
czarna ta która od dawna nie zjawiła się tu
ta słodka czarna, czarna
czarna która jak fala, gdy puka drzwi wywala,
to ona nie nudna woda
za-my-kać, za-my-kać
czarna co w jamie ciemnej,
gdzie nawet księżyc blednie,
czarna ta która zabija i pełznie wciąż dalej
jak ta losu żmija
czarna jak smutek otchłani
grobów, gdzie pochowani
nic więcej do roboty
już nie ma, już nie ma
Ale żona Anzelma
niech się o tym nie dowie,
że to dla mnie tu przyszła
gości już od godziny,
i że wątkiem jedynym
miłość jest dla miłości,
a nieba furia i błocko
nie w porę przybyły
Woda to nieproszona,
przeklęta, nie święcona,
woda zagładę niosąca, niesłona, rychła
po stopniach krocząca,
woda co ziemię chłoszcze,
tnie góry i mosty jak ostrze,
nie woda to ale rzeź
to nie deszcz, to nie deszcz
Ale żona Anzelma
w morzu sen swój zatapia,
co jak przypływ wypełnia
a odpływem opada,
tam gdzie było doliną
prześcieradło się wzdyma,
walka śliską się staje
zatracenia głębiną
Popatrz jak idzie, ach patrz jak idzie amiala cum'a l'arìa amìa
jaka jest, jaka jest cum'a l'é cum'a l'é
Popatrz jak idzie, ach patrz jak idzie amiala cum'a l'arìa amìa
to ona jest, ona jest ch'a l'è le ch'a l'é le
Woda przez dziury z nieba,
przez stropy, przez sklepienia,
woda co przez fotografie
wywoła winnych
do wyklęcia w prasie,
woda co w pas cię chwyta,
jak sieć wygarnia, wymywa,
nic więcej do zabrania
ona nie ma, nie ma
A za okien murami
nowy ranek trzeźwieje,
bitwa wreszcie skończona
a dzień chwyta za rękę,
jak ta miłość co właśnie
swym strwożona zgubieniem,
jasne w dniu tym posiadła
swoje niedopełnienie
Woda co w noc zapiła,
woda która odpływa,
która bez winny odchodzi, stopy mrozi,
płytka, w której się brodzi,
oziębła jak życia męka,
słodka, czarna obojętna,
nic więcej nie zabiera
nie ona, nie ona
Teraz żona Anzelma
czuje wodę jak znika,
lepka suknia paruje,
kark i czoło wysycha
i w tramwaju niesionym
w kosmiczne przestrzenie,
gęsia skórka wspomnieniem,
czasu ma aż za wiele
Niespełniona ta miłość,
czysta, prawdziwa, złudna,
mogła tylko się przyśnić
taka była przecudna.
Popatrz już idzie, ach patrz jak idzie Amiala ch'a l'arìa amia
jaka jest, jaka jest cum'a l'é cum'à l'é
Popatrz jak idzie, ach patrz jak idzie amiala ch'a l'arìa amìa
to ona jest, ona jest ch'a l'é le ch'a l'é le
Popatrz jak idzie, ach patrz jak idzie Amiala cum'a l'aria amia
patrz jaka jest amia cum'a l'é
Popatrz już idzie, ach patrz jak idzie amiala ch'a l'arìa amìa
to ona, ona jest ch'a l'é le
Versione polacca:
Krzysztof Wrona
a Korina
aprile 2012
DULCENEGRA
Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
amiala ch'â l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê
(Mírala ahí llega mira como es como es
mírala ahí llega mira que es ella
que es ella
mírala ahí llega mira mira
como es
mírala ahí llega que es ella que es ella)
negra que arrasa todo arrasa todo arrasa
negra come no se veía desde han siglos
tan dulcenegra negra
negra que bate fuerte
que derriba las puertas
nu l'è l'aegua ch'à fá baggiá
imbaggiâ imbaggiâ
(No es el agua que hace bostezar
sino cerrar puertas y ventas
cerrar puertas y ventanas)
negra de mala suerte
que mata y no se arrepiente
negra es la desventura
que tiene su cubil donde no hay luna luna
negra de amargas capas
que pasan los ataúdes
âtru da stramûâ
â nu n'á â nu n'á
(Algo más para mudarse
no le queda no le queda)
la mujer de Anselmo
no lo debe saber
que ha llegado por mi
ha llegado hace una hora
y amor tiene amor como solo argumento
el tumulto del cielo ha fallado el momento
agua que no se espera y que bendita no era
agua que sube mala sube por la escala
sube sin la sal sin la sal sal
agua que parte el monte
que tierra y puente hunde
nu l'è l'aaegua de 'na rammâ
'n calabà 'n calabà
(No es el agua de una lluvia improvisa
sino un gran jaleo un gran jaleo)
la mujer de Anselmo está soñando del mar
cuando inunda el rincón se retira y remonta
y la sábana se hincha en la horma de la ola
y la lucha se hace resbaladiza y profunda
amiala cum'â l'aria amìa cum'â l'è cum'â l'è
amiala cum'â l'aria amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê
(Mírala ahí llega mira como es como es
mírala ahí llega mira que es ella
que es ella)
agua de alfileres densos
desde el cielo y los techos
agua en fotografías
para buscar a los cómplices a maldecir
agua que ciñe los flancos
atunara de pasantes
âtru da camallâ
â nu n'à â nu n'à
(Algo más para cargar en las espaldas
no le queda no le queda)
allende el muro de cristal
se despierta la vida
que se acompaña por mano
a batalla terminada
como hace este amor
que por ansia de perderse
ha tenido en un día la certitud de tenerse
agua hasta la tarde que ahora se retira
baja pasa entre la gente
como un inocente que no tiene nada que ver
fría como un dolor
Dulcenegra sin corazón
atru de rebellâ
â nu n'à â nu n'à
(Algo más para arrastrar
no le queda no le queda)
y la mujer de Anselmo oye el agua que baja
con las ropas pegadas por cada hielo de piel
en su tren desunido por cada distancia
en medio del tiempo
que ahora le sobra
así fue ese amor sin terminar
así de espléndido y real
que os puede engañar
Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
amiala ch'â l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê
(Mírala ahí llega mira como es como es
mírala ahí llega mira que es ella
que es ella)
(mírala ahí llega mira
mira como es
mírala ahí llega que es ella que es ella
by Giacomo Falconi