Napoli

Teatro Augusteo
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Scaletta

Parte 1 - "Donne", L'infanzia di Maria, Tre madri, Jamin-a, Nancy, Giovanna d'Arco, parlato, Franziska, Le passanti, parlato, Via del campo, La canzone di Marinella, Bocca di Rosa
Parte 2 - "Uomini":  Megu megun, 'A pittima, Sinan Capudan Pascià, parlato, La ballata del Miché, Amico fragile, Il gorilla, Don Raffaé, La guerra di Piero, Fiume Sand Greek, Il pescatore, Creuza de ma, Sidun, Andrea

Note

Ricordo che la sala era pienissima, Fabrizio parlava molto tra una canzone e l'altra.
Prima di cantare " Don Raffae' " si scusò per le eventuali imprecisioni nella pronuncia delle parole in napoletano, e scanzonatamente ci disse che per lui imparare a cantare in napoletano era stato difficile tanto quanto per noi napoletani lo sarebbe stato imparare a cantare le sue canzoni in dialetto genovese...
Ripetutamente, in diversi momenti della serata, tra una canzone e l'altra, una persona del pubblico urlava "Il bombarolo !!"...era il suo modo per richiedere l'omonima canzone.
La prima e la seconda volta in cui fu rivolto verso il palco questo invito, Fabrizio non disse niente; la terza volta, in modo simpaticissimo e quasi automatico, disse qualcosa come "Aridajje !" con un tono tra il serio ed il faceto ma per nulla infastidito: fu divertentissimo.
Inoltre, verso la fine della serata, nel congedarsi, con il pubblico che gli urlava di restare a cantare, spiritosamente disse che doveva tornare al più presto a casa, perché assolutamente doveva pensare a badare alla moglie ed alla figlia adolescente; disse ciò accompagnando le parole con gesti enfatici delle mani, (credo che per lui ciò fosse inusuale)...ebbi la netta sensazione (non so quanto fondata) che parlò in tal modo (in modo gradevolissimo) tenendo conto dell'immaginario culturale che vuole i napoletani, (ed i meridionali in genere) sempre onnipresenti nelle faccende con (e dei) familiari.
Luigi Raia