Non al denaro non all'amore nè al cielo
Arrangiamenti e direzione d'orchestra di Nicola Piovani
Prodotto da Roberto Dané e Sergio Bardotti
Sala di registrazione: Ortophonic - Roma
Tecnico del suono: Sergio Marcotulli
1a Edizione Produttori – 1a Tiratura - copertina apribile e con i testi riportati sulla busta interna – Label con logo P.A. 180° Prodotto da Roberto Danè e Sergio Bardotti. Orchestra diretta da Nicola Piovani
1a Edizione Produttori – 2a Tiratura - copertina apribile e con i testi riportati sulla busta interna. Label con logo P.A. 180°, Prodotto da Roberto Danè e Sergio Bardotti. Orchestra diretta da Nicola Piovani
2a Edizione Produttori – copertina apribile e con i testi riportati sulla busta interna – Label con logo P.A. 180°, Prodotto da Roberto Danè e Sergio Bardotti. Orchestra diretta da Nicola Piovani
Con il codice corretto, da PA90012 a PA 1021
Stereotto
1a Edizione Ricordi – copertina con caratteristiche grafiche pressoché identiche all'originale – Label di colore arancione/bianca
2a Edizione Ricordi – copertina con caratteristiche grafiche pressoché identiche all'originale -Label di colore azzurra senza la scritta "Dischi Ricordi s.p.a."
3a Edizione Ricordi – copertina con caratteristiche grafiche pressoché identiche all'originale - Label di colore azzurra con la scritta "Dischi Ricordi s.p.a."
1a Edizione Ricordi Orizzonte – viene rispettata l'immagine di copertina, un fatto singolare per questo tipo di pubblicazione, anche se con differenze grafiche invero sensibili – Label di colore viola, senza la scritta "Dischi R
2a Edizione Ricordi Orizzonte – viene rispettata l'immagine di copertina – Label di colore viola, con la scritta "Dischi Ricordi s.p.a." – il codice a barre nel retro della copertina
con e senza codice a barre
3a Edizione Ricordi Orizzonte con codice a barre
Ricordi Orizzonte (CD) - Un malato di cuore è più lungo di 24"
BMG - Ricordi (CD) - Un malato di cuore è più lungo di 24"
BMG - Ricordi (CD) 24 bit remastering
SONY BMG
Gruppo editoriale l'Espresso
SONY Music Entertainment Italia SpA - su vinile colorato
Sony Music - Le grandi collezioni Mondadori -con libretto inedito
Rimasterizzato a 192 kHz, Archivio del suono
Archivio del suono 2500 copie
RCA Italia, 180gr
Raccolte musicali di Sorrisi, venduto in edicola.
RCA, 180gr, RCS Mediagroup (edicola)
Vinile 180gr
Pivano:
Hai voglia di raccontarci come ti è Venuto in mente di fare questo disco?
Fabrizio:
Spoon River l'ho letto da ragazzo, avrò avuto 18 anni. Mi era piaciuto, e non so perché mi fosse piaciuto, forse perché in questi personaggi ci trovavo qualcosa di me. Poi mi è capitato di rileggerlo, due anni la, e mi sono reso conto che non era invecchiato per niente, Soprattutto mi ha colpito un fatto: nella vita, si è costretti alla competizione, magari si è costretti a pensare il falso o a non essere sinceri, nella morte invece, i personaggi di Spoon River si esprimono con estrema sincerità, perché non hanno più da aspettarsi niente, non hanno più niente da pensare. Così parlano come da vivi non sono mai stati capaci di fare.
P.Cioè, tu hai sentito in queste poesie che nella vita non si riesce a «comunicare»? Quella che a me pare la denuncia più precorritrice di Masters, la ragione per la quale queste poesie sono ancora attuali, specialmente tra i giovani?
F.Sì, decisamente sì. A questo punto ho pensato che valesse la pena ricavarne temi che si adattassero ai tempi nostri, e siccome nei dischi racconto sempre le cose che faccio, racconto la mia vita, cerco di esprimere i miei malumori, le mie magagne (perché penso di essere un individuo normale e dunque penso che queste cose possano interessare anche gli altri, perché gli altri sono abbastanza simili a me), ho cercato di adattare questo Spoon River alla realtà in cui vivo io. Perché ho scelto Spoon River e non le ho addirittura inventate io, queste storie? Dal punto di vista creativo, visto che c'era stato questo Signor Edgar Lee Masters che era riuscito a penetrare così bene nell'animo umano, non vedo perché avrei dovuto riprovarmici io.
P.Sicché le grosse manipolazioni che hai fatto sui testi sono state come delle operazioni chirurgiche per rendere il libro attuale, contemporaneo?.
F.Sì. Addirittura per rendere più attuali i personaggi, per strapparli dalla piccola borghesia della piccola America 1919 ed inserirli nel nostro tipo di vita sociale. Quando dico borghesia non dico babau, dico la classe che detiene il potere e ha bisogno di conservarselo, no? il suo potere. Ma anche nel nostro tipo di vita sociale abbiamo dei giudici che fanno i giudici per un senso di rivalsa, abbiamo uno scemo di turno di cui la gente si serve per scaricare le sue frustrazioni (è tanto comodo a tutti, uno scemo ... ).
P.Dal libro hai preso nove poesie, scegliendole tra le più adatte a spiegare due temi che sembravano le più insistenti costanti della vita di provincia: l'invidia (come molla del potere esercitata sugli individui e come ignoranza nei confronti degli altri) e la scienza (come contrasto tra l'aspirazione del ricercatore e la repressione del sistema). Perché proprio questi due temi?
F.Per quanto riguarda l'invidia perché direi che è il sentimento umano in cui si rispecchia maggiormente il clima di competitività, il tentativo dell'uomo di misurarsi continuamente con gli altri, di imitarli o addirittura superarli per possedere quello che lui non possiede e crede che gli altri posseggano. Per quanto riguarda la scienza, perché la scienza è un classico prodotto del progresso, che purtroppo è ancora nelle mani di quel potere che crea l'invidia, e, secondo me, la scienza non è ancora riuscita a risolvere problemi esistenziali.
P.Chi ha fatto questa scelta dei temi e delle poesie?
F.Dopo aver fatto la scelta ne ho parlanto con Bentivoglio al quale ho proposto di aiutarmi in questo lavoro. Tra noi ci sono state molte discussioni, come è ovvio e come è giusto. Bentivoglio tendeva a fare un discorso politico ed io volevo fare un discorso essenzialmente umano. Alla fine la fatica più dura è stata, mai rinunciando ad esprimere dei contenuti, quella di accostarsi il più possibile alla poesia. Fatica a parte devo dire che vorrei incontrare un centinaio di Bentivoglio nella vita: se vivessi cent'anni, un disco. all'anno, sarei l'autore di canzoni più prolifico del mondo.
Puoi spiegarmi meglio l'idea del malato di cuore come alternativa all'invidia?
Se ci riuscissi. Gli altri personaggi si sono lasciati prendere dall'invidia e in qualche maniera l'hanno risolta, positivamente o negativamente (lo scemo che per invidia studia l'enciclopedia britannica a memoria e finisce in manicomio, il giudice che per invidia raggiunge abbastanza potere da umiliare chi l'ha umiliato, il blasfemo che è un esegeta dell'invidia e per salirne alle origini la va a cercare in Dio); invece il malato di cuore pur essendo nelle condizioni ideali per essere invidioso compie un gesto di coraggio e...
P. Possiamo dire che ha scavalcato l'invidia perché a spingerlo non è stata la molla del calcolo ma è stata la molla dell'amore?
F. Ma sì, lo avrei detto io se non lo avessi detto tu.
P. E allora possiamo concludere con la -vecchia proposta di Masters, che a trionfare sulla vita è soltanto chi è capace di amore?
F.Sì, a trionfare sono i « disponibili ».
P.Anche per il gruppo della scienza hai trovato un'alternativa, vero? Bentivoglio mi diceva che per rappresentare il tema della scienza hai scelto il medico che ha cercato di curare i malati gratis ma non c'è riuscito perché il sistema non glielo ha permesso, il chimico che per paura si rifugia nella legge e nell'ordine come fatto repressivo e l'ottico che vorrebbe trasformare la realtà in luce e nel quale hai visto una specie di spacciatore di hashish, una specie di Timothy Leary, di Aldous Huxley. In che modo il suonatore di violino è una alternativa?
F.Il suonatore di violino (che è diventato per ragioni . oni metriche di flauto) è uno Che i problemi esistenziali se li risolve, e se li risolve perché, ancora, è un « disponibile ». E' disponibile perché il suo clima non è quello del tentativo di arricchirsi ma del tentativo di fare quello che gli piace: è uno che sceglie sempre il gioco, e per questo muore senza rimpianti. Non ti pare che sia perché ha fatto una scelta? La scelta di non seppellire la libertà?
P.Allora si può dire che questo è il messaggio che hai voluto trasmettere con questo disco? Perché siamo abituati 'a pensare che tutti i tuoi dischi hanno proposto un messaggio: quello libertario e non violento delle tue prime ballate ' come nella Guerra di Piero, quello liberatorio della paura della morte, come in Tutti morimmo a stento, quello demistificante dei personaggi del Vangelo, come nel Testamento di Títo. Qual è il messaggio di questo Spoon River?
Direi, tutto sommato, che siamo usciti dall'atmosfera della morte per tentare un'indagìne sulla natura umana, attraverso personaggi che esistono nella nostra realtà, anche se sono i personaggi di Masters.
E' chiaro che le poesie le hai tutte rifatte. Ma per esempio, nella poesia del blasfemo tu hai aggiunto un'ídea che non era in Masters, quella della « mela proibita », cioè della possibilità di conoscenza, non più detenuta da Dio ma detenuta dal potere poliziesco del sistema.
Non mi bastava il fatto traumatico che il blasfemo venisse ammazzato a
botte: volevo anche dire che forse è stato il blasfemo a sbagliare, perché nel tentativo di contestare un determinato sistema, un determinato modo di vivere, forse doveva indirizzare il suo tipo di ribellione verso qualcosa di più consistente che non contro un'immagine così metafisica.
P.Mi diceva Bentivoglio che se la « mela proibita » non è in mano a un Dio ma al potere poliziesco, è il potere poliziesco che ci costringe a sognare in un giardino incantato. Cioè ' il giardino incantato non è più quello divino dove secondo Masters l'uomo non avrebbe dovuto sapere che oltre al bene esiste il male.
F.Sì. In realtà per il blasfemo il giardino incantato non è stato creato da Dio ma è stato addirittura inventato dall'uomo e comunque « la mela proibita » è ancora sulla terra e noi non l'abbiamo ancora rubata. A questo punto hai capito che cosa voglio dire io per sognare: voglio dire pensare nel modo in cui si è costretti a pensare dopo che il sistema è intervenuto a staccarci decisamente dalla realtà.
Mi pare che la tua aggiunta non sia una forzatura, perché anche nella denuncia della manipolazione del pensiero ' del lavaggio mentale esercitato dal sistema, Masters è un precorritore dei nostri problemi. Cerca di dirmi in che modo, quando eri ragazzo, a un ragazzo della tua generazione Masters è sembrato un contestatore.
F.Perché denuncia i difetti di gente attaccata alle piccole cose, che non vede al di là del proprio naso, che non ha alcun interesse umano al di fuori delle necessità pratiche.
P.Cioè più che la sua contestazione Politica ti ha interessato la sua contesta zione umana?
F.Sì, secondo me il difetto sostanziale sta nella natura umana.
P.Ritornando alle tue manipolazioni del testo, possiamo dire che l'aggiunta di questo concetto della « mela proibita » non detenuta da Dio ma dal potere del sistema è la manipolazione più grossa. D'altronde è passato mezzo secolo da quando Masters ha scritto queste poesie, sicché se questa galleria di ritratti la potesse riscrivere adesso non c'è dubbio che la sua vena libertaria gli farebbe inserire elementi che si è limitato a sfiorare come precorritore. Questo vale anche per l'altra grossa manipolazione che hai fatto, quella dell'ottico visto come proposta di un'espansione della coscienza. Ma proprio dal punto di vista stilistico, perché hai sentito la necessità di cambiare la forma poetica di Masters? Bentivoglio mi diceva che il verso libero di queste poesie non ti serviva, avevi bisogno di ritmo e di rima, questo è chiaro. Ma sembra quasi che tu abbia voluto divulgare, spiegare questi testi.
F.Sì. Mi pareva necessario spiegare queste poesie; poi c'era la necessità di farle diventare delle canzoni. Cioè delle storie e una storia non è un pretesto per esprimere un'idea, dev'essere proprio la storia a comprendere in sé l'idea.
P.Ma come spieghi per esempio il fatto di aver usato parole di un linguaggio contemporaneo quasi brutale, per esempio nel verso della poesia del giudice « un nano è una carogna di sicuro perché ha il cuore troppo vicino al buco del c... » e di avere per esempio inserito immagini come « le cosce color madreperla » in poesie che pur essendo piene di sesso sono espresse per lo più in forma asettica, quasi asessuata?
F.Perché anche il vocabolario al giorno d'oggi è un po' cambiato, e io ero spinto soprattutto dallo sforzo di spiegare il vero significato di queste cose. Ouanto alla definizione del giudice, questo è un personaggio che diventa una carogna perché la gente carogna lo fa diventare carogna: è un parto della carogneria generale. Questa definizione è una specie di emblema della cattiveria della gente.
Tutto sommato mi pare che queste siano state le manipolazioni più pesanti che hai fatto ai concetti e al testo di Masters; e d'altra parte quando il libro è uscito, ai suoi contemporanei è sembrato tutt'altro che asettico e asessuato: il gruppo dei NeoUmanisti lo aggredì come « iniziatore di una nuova scuola di pornografia e sordido realismo ».
F.Capirai.
P.Comunque sono certa che non deluderai i tuoi ammiratori, perché le poesie le hai proprio scritte tu, con quella tua imprevedibile, patetica inventiva nelle rime e nelle assonanze, proprio come nelle poesie dell'antica tradizione popolare. Ma fino a che punto, per esempio, ti si identificato col suonatore di violino (Jones, che nel '71 suona il flauto) che conclude il disco? E non voglio alludere al fatto che da ragazzo ti sei accostato alla musica studiando il violino.
F.Non c'è dubbio che per me questa è stata la poesia più difficile. Calarsi nella realtà degli altri personaggi pieni di difetti e di complessi è stato relativa mente facile, ma calarsi in questo personaggio così sereno da suonare per puro divertimento, senza farsi pagare, per me che sono un professionista della musica è stato tutt'altro che facile. Capisci? Per Jones la musica è un mestiere, è un'alternativa: ridurla a un mestiere sarebbe come seppellire la libertà. E in questo momento non so dirti se non finirò prima o poi per seguire il suo esempio.
Intervista registrata a Roma il 25 ottobre 1971.
Fernanda PIVANO
Ti sei dimenticata di rivolgermi una domanda: chi è Fernanda Pivano? Fernanda Pivano per tutti è una scrittrice. Per me è una ragazza di venti anni che inizia la sua professione traducendo il libro di un libertario mentre la società italiana ha tutt'altra tendenza. E' successo tra il '37 e il '41: quando questo ha significato coraggio.
Fabrizio DE ANDRE'
Testi originali (in italiano)
Grazie al contributo di Stefano, eccovi la traduzione ufficiale delle poesie a cui si è ispirato Fabrizio De Andrè.
Da Antologia di Spoon River, a cura di Fernanda Pivano, Torino, Einaudi, 1968:
La collina
Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
l'abulico, l'atletico, il buffone, l'ubriacone, il rissoso?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.
Uno trapassò in una febbre,
uno fu arso nella miniera,
uno fu ucciso in rissa,
uno morì in prigione,
uno cadde da un ponte lavorando per i suoi cari-
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.
Dove sono Ella, Kate, Mag, Edith e Lizzie,
la tenera, la semplice, la vociona, l'orgogliosa, la felice?
Tutte, tutte, dormono sulla collina.
Una morì di un parto illecito,
una di amore contrastato,
una sotto le mani di un bruto in un bordello,
una di orgoglio spezzato, mentre anelava al suo ideale,
una inseguendo la vita, lontano, in Londra e Parigi,
ma fu riportata nel piccolo spazio con Ella, con Kate, con Mag-
tutte, tutte dormono, dormono, dormono sulla collina.
Dove sono lo zio Isaac e la zia Emily,
e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton,
e il maggiore Walker che aveva conosciuto
uomini venerabili della rivoluzione?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.
Li riportarono, figlioli morti, dalla guerra,
e figlie infrante dalla vita,
e i loro bimbi orfani, piangenti-
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.
Dov'è quel vecchio suonatore Jones
Che giocò con la vita per tutti i novant'anni,
fronteggiando il nevischio a petto nudo,
bevendo, facendo chiasso, non pensando né a moglie né a parenti,
né al denaro, né all'amore, né al cielo?
Eccolo! Ciancia delle fritture di tanti anni fa,
delle corse di tanti anni fa nel boschetto di Clary,
di ciò che Abe Lincoln
disse una volta a Springfield.
Frank Drummer (Un matto)
Da una cella a questo luogo oscuro-
la morte a venticinque anni!
La mia lingua non poteva esprimere ciò che mi si agitava dentro,
e il villaggio mi prese per scemo.
Eppure all'inzio c'era una visione chiara,
un proposito alto e pressante, nella mia anima,
che mi spinse a cercar di imparare a memoria
l'Enciclopedia Britannica!
Il giudice Selah Lively (Un giudice)
Immaginate di essere alto cinque piedi e due pollici
e di aver cominciato come garzone droghiere
finché, studiando legge di notte,
siete riuscito a diventar procuratore.
E immaginate che, a forza di zelo
e di frequenza in chiesa,
siate diventato l'uomo di Thomas Rhodes,
quello che raccoglieva obbligazioni e ipoteche
e rappresentava le vedove
davanti alla Corte. E che nessuno smettesse
di burlarsi della vostra statura, e deridervi per gli abiti
e gli stivali lucidi. Infine
voi diventate il Giudice.
Ora Jefferson Howard e Kinsey Keene
e Harmon Whitney e tutti i pezzi grossi
che vi avevano schernito, sono costretti a stare in piedi
davanti alla sbarra e pronunciare «Vostro Onore»-
Be' non vi par naturale
Che gliel'abbia fatta pagare?
Wendell P. Bloyd (Un blasfemo)
Cominciarono ad accusarmi di libertinaggio,
non essendoci leggi antiblasfeme.
Poi mi rinchiusero per pazzo,
e qui un infermiere cattolico mi uccise di botte.
La mia colpa fu questa:
dissi che Dio mentì ad Adamo, e gli assegnò
di condurre una vita da scemo,
d'ignorare che al mondo c'è il bene e c'è il male.
E quando Adamo imbrogliò Dio mangiando la mela
e si rese conto della menzogna,
Dio lo scacciò dall'Eden per impedirgli di cogliere
Il frutto della vita immortale.
Santo cielo, voi gente assennata,
ecco ciò che Dio stesso ne dice nel Genesi:
«E il Signore Iddio disse: Ecco che l'uomo
è diventato come uno di noi» (un po' d'invidia, vedete)
«a conoscere il bene e il male» (la menzogna che tutto sia bene!);
«e allora, perché non allungasse la mano a prendere
anche dell'albero della vita e mangiarne, e non vivesse eterno;
per questo il Signore Iddio lo scacciò dal giardino dell'Eden».
(La ragione per cui io credo che Dio crocifiggesse suo figlio,
per uscire da quel brutto pasticcio, è che ciò è proprio degno di Lui).
Francis Turner (Un malato di cuore)
Io non potevo correre né giocare
quand'ero ragazzo.
Quando fui uomo, potei solo sorseggiare alla coppa,
non bere-
perché la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato.
Eppure giaccio qui
blandito da un segreto che solo Mary conosce:
c'è un giardino di acacie,
di catalpe e di pergole addolcite da viti-
là, in quel pomeriggio di giugno
al fianco di Mary-
mentre la baciavo con l'anima sulle labbra,
l'anima d'improvviso mi fuggì.
Il dottor Siegfried Iseman (Un medico)
Dissi, quando mi consegnarono il diploma,
dissi a me stesso che sarei stato buono
e saggio e coraggioso e caritatevole col prossimo;
dissi che avrei trasportato il Credo cristiano
nella pratica della medicina!
Ma, non so come, il mondo e gli altri dottori
Subodorano ciò che si ha in cuore non appena si prende
Questa magnanima risoluzione.
E il sistema è pigliarvi per fame.
Da voi non verranno che i poveri.
Voi vi accorgerete troppo tardi che fare il dottore
non è che un modo di guadagnarsi la vita.
E quando siete povero e dovete reggere
Il Credo cristiano e la moglie e i figli
tutto sulla vostra schiena, è troppo!
Ecco perché fabbricai l'Elisir di Giovinezza,
che mi portò alla prigione di Peoria
bollato come truffatore e imbroglione
dall'integerrimo Giudice federale!
Trainor, il farmacista (Un chimico)
Soltanto un chimico può dire, e non sempre,
che cosa uscirà dalla combinazione
di fluidi o di solidi.
E chi può dire
come uomini e donne reagiranno
fra loro, e quali bambini nasceranno?
C'erano Benjamin Pantier e sua moglie,
buoni in se stessi, ma cattivi l'un l'altro:
ossigeno lui, lei idrogeno,
il figlio un fuoco devastatore.
Io, Trainor, il farmacista, mescolatore di elementi chimici,
morto mentre facevo un esperimento,
vissi senza sposarmi.
Dippold, l'ottico (Un ottico)
Che cosa vedete adesso?
Globi di rosso, giallo, porpora.
Un momento! E adesso?
Mio padre e mia madre e le mie sorelle.
Sì. E adesso?
Cavalieri in armi. belle donne, visi gentili.
Provate questa.
Un campo di grano - una città.
Benissimo! E adesso?
Una donna giovane e angeli chini su di lei.
Una lente più forte! E adesso?
Molte donne dagli occhi vivi e labbra schiuse.
Provate queste.
Soltanto un bicchiere su un tavolo.
Oh, capisco! Provate questa lente!
Soltanto uno spazio vuoto - non vedo nulla in particolare.
Bene, adesso!
Pini, un lago, un cielo d'estate.
Questa va meglio. E adesso?
Un libro.
Leggetemi una pagina.
Non posso. Gli occhi mi sfuggono di là dalla pagina.
Provate questa lente.
Abissi d'aria.
Ottima! E adesso?
Luce, soltanto luce che trasforma tutto il mondo in giocattolo.
Benissimo, faremo gli occhiali così.
Il suonatore Jones
La terra ti suscita
Vibrazioni nel cuore: sei tu.
E se la gente sa che sai suonare,
suonare ti tocca, per tutta la vita.
Che cosa vedi, una messe di trifoglio?
O un largo prato tra te e il fiume?
Nella meliga è il vento; ti freghi le mani
perché i buoi saran pronti al mercato;
o ti accade di udire un fruscio di gonnelle
come al Boschetto quando ballano le ragazze.
Per Cooney Potter una pila di polvere
o un vortice di foglie volevan dire siccità;
a me pareva fosse Sammy Testa-rossa
quando fa il passo sul motivo di Toor-a-Loor.
Come potevo coltivare le mie terre,
-non parliamo di ingrandirle-
con la ridda di corni, fagotti e ottavini
che cornacchie e pettirossi mi muovevano in testa,
e il cigolio di un molino a vento - solo questo?
Mai una volta diedi mano all'aratro,
che qualcuno non si fermasse nella strada
e mi chiamasse per un ballo o una merenda.
Finii con le stesse terre,
finii con un violino spaccato -
e un ridere rauco e ricordi,
e nemmeno un rimpianto.
Intervista (immaginaria) a Lee Masters
Rosario Campo <fedor_70_fedor@yahoo.it>
To : walterpi@hotmail.com
Subject : intervista
Date : Thu, 4 Jul 2002 08:58:50 +0200 (CEST)
Pivano - Come ti è venuto in mente di scrivere l'antologia di Spoon River?
Masters - Mentre facevo l'avvocato a Chicago e mi aggiravo nei tribunali e frequentavo la cosidetta società...giunsi alla conclusione che il banchiere, l'avvocato, il predicatore, le antitesi del bene e del male non erano diverse nella città e nel villaggio...Cominciai a sognare di scrivere un libro su una città di campagna che avesse tanti fili e tanti tessuti connettivi da diventare la storia del mondo intero.
Pivano - Qual'è il villaggio che hai ritratto, Lewistown o Petersburg?
Masters - Ho trascorso più o meno lo stesso numero di anni nei due villaggi. Ma a Lewistown ho visto la gente con occhi maturi e in circostanze che avevano acuito la mia osservazione. Petersburg era soltanto una fiera di campagna con molta gente; Lewistown era un microcosmo organizzato...E' stato il fiume Sangamon, non lo Spoon, a fornirmi lo spunto per l'antologia. Però 53 poesie sono ispirate a nomi delle regioni di Petersburg, 66 a nomi della regione del fiume Spoon...Le tombe che ho descritto sono di Petersburg, ma la collina è di Lewistown.
Pivano - Quanti personaggi hai descritto nel libro?
Masters - 244. Ci sono 19 storie sviluppate in ritratti intrecciati. Ho trattato tutte le occupazioni umane consuete, tranne quelle del barbiere, del mugnaio, dello stradino, del sarto e del garagista (che sarebbe stato un anacronismo).
Pivano - Quando hai cominciato a scriverlo, questo Spoon River?
Masters - Il 10 Maggio 1914 mia madre venne a trovarmi a Chicago. Chiaccherando riandammo al passato di Lewistown e Petersburg, rievocando personaggi e avvenimenti che mi erano sfuggiti di mente...Una domenica, dopo averla accompagnata al treno, mentre suonava la campana della chiesa e la primavera era nell'aria, scrissi la Collina e i ritratti di Fletcher McGee e Hod Putt...Mi venne quasi subito l'idea: perché non fare così il libro che mi ero immaginato nel 1906, in cui volevo rappresentare il macrocosmo descrivendo il microcosmo?
Pivano - Quando e dove uscirono queste prime poesie?
Masters - Sulla rivista di William Marion Reedy, il <<Mirror>> Di St. Louis. Uscirono il 29 Maggio 1914, sotto lo pseudonimo di Webster Ford.
Pivano - E le poesie successive?
Masters - Dal 20 Maggio 1914 al 5 Gennaio 1915 inondai di epitafi il <<Mirror>>...nell'estate erano già citati e parodiati in tutta l'America ed erano già arrivati in Inghilterra. Scrivevo quando potevo, il sabato pomeriggio e la domenica. Gli argomenti, i personaggi, i drammi mi venivano in mente più in fretta di quanto li potessi scrivere. Così presi l'abitudine di annotarmi le idee, o magari scrivere le poesie, sui rovesci delle buste, sui margini dei giornali, quando ero in tram o in tribunale o al ristorante.
Pivano - Fino a quando hai conservato l'incognito?
Masters - Reedy pubblicò il mio vero nome nel numero del <<Mirror>> del 20 Novembre.
Pivano - E quando è uscito il volume?
Masters - Nell'Aprile 1915.
Pivano - Come l'hanno preso quelli che hanno ispirato le poesie?
Masters - Come un rozzo attacco di un figlio sleale della comunità e cominciarono subito a identificare nei vari epitafi persone viventi o che avevano vissuto lì attorno...A mia madre non piacque, a mio padre piacque moltissimo...John Cowper Powys fece una conferenza a Chicago e ciò che disse mi atterrì e mi attribuì una responsabilità che non potevo sopportare.
Pivano - In realtà qual'era la sua intenzione?
Masters - Di ridestare quella visione americana, quell'amore della libertà che gli uomini migliori della Repubblica si sono sforzati di conquistare per noi e di tramandare nel tempo
Fernanda Pivano ottobre 1971
Ro