Avezzano

Note

Lo Stadio dei Marsi è il principale stadio della Marsica. Il palco era montato a destra dei cancelli.
Avevo 17 anni. Da quattro anni martoriavo il mio registratore con le cassette di De André. Spesso si spezzava il nastro costringendomi a ricomprarle. Da altrettanto tempo suonavo le sue canzoni con la chitarra agli Scouts, ricevendo spesso critiche perché gli Scouts ad Avezzano erano "gucciniani".
Entrai con il motorino e c'era poco distante il furgoncino dei Tempi Duri. Leggeva annoiato il bassista al posto di guida.
Rimasi dentro il campo di calcio ad osservare il montaggio. Scambiai due parole con il mixerista, usava un mixer Yamaha.
Mi guardai attorno a lungo, poi mi voltai verso la porta opposta al palco.

Un uomo in camicia e jeans stava giocando con una bambina passandole un pallone nella porta di calcio.
Non può essere Lui... il cuore prese a battere fortissimo, .....era Fabrizio.
Mi avvicinai lentamente a Lui senza dire una parola. Avevo con me un cartoncino "fabriano" da disegno ed una penna.
Glieli porsi in silenzio con evidente timidezza. Faber li prese e mi disse: "come.. come..?"
Risposi: "il mio nome? Raffaello". Scrisse A Raffaello, Fabrizio De André.
Riuscii solo a dirgli: "sei il mio Maestro". Lui sogghignò come se avessi detto un'assurdità.
Poi mi porse cartoncino e penna guardando lontano, come per salutarmi educatamente.
Stava arrivando gente... Gli dissi: "ciao Fabrizio grazie", Lui era già intento a passare il pallone a Luvi.
Avrei voluto dirgli che la mia non era una frase qualunque ma che grazie a Lui avevo iniziato a scrivere canzoni.
Che Lui aveva fatto di un adolescente un cantautore. Avrei voluto parlargli delle mie canzoni, ma senza secondi fini.
Avrei voluto dirgli che "Non al denaro, non all'amore, né al cielo" era secondo me il suo disco più bello e si era legato profondamente alla mia vita e se un giorno ne avessi avuto l'opportunità avrei voluto registrarlo interamente e ripubblicarlo, in suo omaggio (cosa che venti anni dopo fece Morgan). Avrei voluto dirgli questo ed altro ma stava arrivando gente e poi forse quello non era il momento giusto.

Cristiano dove sarà? Proseguii più avanti e poco distanti dal palco c'erano alcuni caravan.
Un ragazzo stava suonando il violino di spalle. Si voltò ed esclamai: ciao Cristiano! Era pieno di brufoli.
Intrapresi una chiacchierata con lui a tutto tondo sulla musica italiana, era disponibilissimo.
Mi guardava negli occhi sorpreso che ancora adolescente avessi tanta conoscenza della musica italiana.
Poi arrivò gente.... lo salutai cordialmente e me ne andai.

Il concerto fu bellissimo, a Fabrizio si scordò due volte la chitarra, Lui paragonò la chitarra ai figli mentre la riaccordava.

Questa è la testimonianza del mio incontro con Fabrizio,
Raffaello Di Domenico

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