viadelcampo15

Canzoni

1974  Canzoni (tutti i testi) (testi originali) (testi con originali a fronte)

              PRIMA STAMPA: 12/4/1974

 

 1 - Via della povertà  [Desolation row] Testo italiano Fabrizio De André e Francesco De Gregori -
                             Testo e Musica di Bob Dylan) 9'37"
 2 - Le passanti [Les Passantes](1) (
                             Testo italiano Fabrizio De André - Testo e Musica di Georges Brassens)3'51"
 3 - Fila la lana (2) (Testo e Musica di Fabrizio De André)2'40"
 4 - La ballata dell'amore cieco (o della vanità) (Testo e Musica di Fabrizio De André) 3'05"
 5 - Suzanne (Testo italiano Fabrizio De André - Testo e Musica di Leonard Cohen)3'26"
 6 - Morire per delle idee [Mourir pour des idees] (Testo italiano Fabrizio De André -
                             Testo e Musica di Georges Brassens)4'26"
 7 - La canzone dell'amore perduto(3) (Testo e Musica di Fabrizio De André)3'21"
 8 - La città vecchia (Testo e Musica di Fabrizio De André)3'23"
                            -commenti di Giuliano Bettella e  commenti di Marco Sopegno e Lisa
 9 - Giovanna d'Arco [Joan of Arc]
                            (Testo italiano Fabrizio De André - Testo e Musica di Leonard Cohen)4'50"
10 - Delitto di paese [L'assassinat]
                            (Testo italiano Fabrizio De André - Testo e Musica di Georges Brassens)3'55"
                                accordi
11 - Valzer per un amore (Testo di Fabrizio De André - Musica di Gino Marinuzzi)3'37"

Prodotto da Roberto Danè; Arrangiamenti e direzione d'orchestra: Giampiero Reverberi

(1)   Tratta da una poesia di Antoine Paul
(2)   Da una canzone popolare francese del XV secolo
(3)  Musica tratta da "Concerto in Re maggiore per tromba, archi e continuo" – Adagio - di Georg Philipp Telemann

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(1974 LP Produttori Associati PA/LP 52)

Edizioni:
1974 1a Edizione Produttori Associati PA/LP 52 – copertina, sfondo rosa, con angoli arrotondati –
          le scritte di copertina (titolo, crediti, titoli dei brani e marchio della casa discografica) sono di colore nero -
          Label con logo P.A. 180°.
1974 2a Edizione Produttori Associati PA/LP 52 – copertina, sfondo rosa, con angoli arrotondati –
         le scritte di copertina (titolo, crediti, titoli dei brani e marchio della casa discografica) sono di colore blu -
         Label con logo P.A. 180°.

1974 Produttori Associati PA 1042 cassetta stereo 7
1974 Produttori Associati PA 90033  cassetta stereo 8
1978 1a Edizione Ricordi SMRL 6233 – copertina uguale all'originale P.A., ma senza angoli arrotondati –
         Label di colore  arancione/bianca.
1978 2a Edizione Ricordi SMRL 6233 – copertina uguale all'originale P.A., ma senza angoli arrotondati –
         Label di colore  azzurra, senza la scritta "Dischi Ricordi s.p.a.".
1978 3a Edizione Ricordi SMRL 6233 – copertina uguale all'originale P.A., ma senza angoli arrotondati –
         Label di colore  azzurra, con la scritta "Dischi Ricordi s.p.a.".
1983 1a Edizione Ricordi Orizzonte ORL 8629 – copertina completamente diversa, con il classico triangolo di
         cielo (elemento grafico distintivo della collana economica) in alto a sinistra nella copertina – Label viola
         senza la scritta "Dischi Ricordi s.p.a." accanto al marchio Orizzonte.

1983 2a Edizione Ricordi Orizzonte ORL 8629 – copertina completamente diversa, senza il classico triangolo di
         cielo in alto a sinistra nella copertina – Label viola con la scritta "Dischi Ricordi s.p.a."
         accanto al marchio Orizzonte.
1987 3a Edizione Ricordi Orizzonte ORL 8629con codice a barre
1991 Ricordi Orizzonte CDOR 8629 (CD)
1995 BMG-Ricordi CDMRL 6491 (CD)
1995 BMG - Ricordi RIK 76491 cassetta stereo 7
2001 GR. Editoriale L'Espresso BME 22 (CD)
2001 BMG-Ricordi 74321 860012 (CD)
2002 BMG - Ricordi 74321974152 (CD) 24 bit remastering
2009 SONY BMG 88697454812
2009 Gruppo editoriale l'Espresso
2010 SONY Music Entertainment Italia SpA 88697673951m- su vinile colorato
2015 Sony Music - Le Grandi Collezioni Mondadori - con libretto inedito

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(LP Ricordi SMRL 8233) clicca x ingrandire cover by Lucio)

Produttori Associati
 PA 90033  cassetta stereo 8

ORL8629_canzoni oriz f2
ORL8629_canzoni_b2
CDOR8629_Canzoni lm CD2

ORL 8629 (LP, copertina con foto e sfondo scuro click to enlarge)

(CDOR8629 clicca x ingrandire
cover by Lucio)

CDOR8629_Canzoni retro lm CD2
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(1995 CD Ricordi CMRL 6491 click to enlarge)

(CDOR8629 clicca x ingrandire
cover by Lucio)

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BME L'Espresso (clicca x ingrandire)

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2002 BMG - Ricordi 74321974152 (CD) 24 bit remastering

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SONY BMG 88697454812
clicca per ingrandire

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Gruppo Editoriale l'Espresso - 7

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Ristampa su vinile numerato di Canzoni

Suzanne: Nella sezione testi originali c'è un piccolo brano cantato da Cohen.

 

 

Via della povertà svelata

From: "Riccardo Venturi" <venturi@email.is>
Newsgroups: it.fan.musica.de-andre
Sent: Sunday, December 23, 2001 2:18 PM
Subject: Una versione poco nota di "Via della Poverta' "


Alla fine del 1974, in preparazione della sua primissima tournée di concerti (che lo avrebbe poi visto esordire alla "Bussola" di Viareggio"), Fabrizio de Andre' si diverti', ad Asti, a cantare questa versione di "Via della Poverta' " sostituendo ai personaggi della canzone i nomi di politici italiani e altri personaggi di allora. Oltre  a questo, vi sono anche delle variazioni testuali non di poco conto, e alquanto "dure".
Le diverse "rielaborazioni" di "Via della Poverta' " apparse anche sul NG e sulla mailing list hanno quindi una sorta di "precedente storico" elaborato direttamente da Fabrizio.
Riprendo il testo dal sito di Luigi Galati, integrandolo con alcune note piu' o meno ovvie e ad uso piu' che altro di chi ha meno di una certa
eta'.

http://fabriziodeandre.supereva.it/
___________________________________________________

VIA DELLA POVERTA'
(Versione "Prove astigiane 1974")
NB: Le strofe il cui verso iniziale e seguito da tre puntini sono
identiche a quelle della versione "ufficiale".

Il salone di bellezza in fondo al vicolo
e' affollatissimo di marinai
prova a chiedere a uno che ore sono
e ti rispondera' "non l'ho saputo mai".
Le cartoline dell'impiccagione
sono in vendita a cento lire l'una
il commissario cieco dietro la stazione
per un indizio ti legge la sfortuna
e le forze dell'ordine irrequiete
cercano qualcosa che non va
mentre io e la mia signora ci affacciamo stasera
su via della Poverta'.

Almirante [1] sembra cosi' facile
ogni volta che sorride ti cattura
ricorda proprio Bette Davis
con le mani appoggiate alla cintura.
Arriva Fra' John trafelato
e gli grida "il mio amore sei tu"
ma qualcuno gli dice di andar via
e di non riprovarci piu'
e l'unico suono che rimane
quando l'ambulanza se ne va
e' Almirante che spazza via il sangue
in Via della Poverta'.

Mentre l'alba sta uccidendo la luna...

I Tre Re Magi sono disperati...

Covelli [2] travestito da ubriacone
ha nascosto i suoi appunti in un baule
e' passato di qui un'ora fa
diretto verso l'ultima Thule,
sembrava cosi' timido e impaurito
quando ha chiesto di fermarsi un po' qui
ma poi ha cominciato a fumare
e a recitare l'A B C.
Ed a vederlo tu non lo diresti mai
ma era famoso qualche tempo fa
per suonare il violino elettronico
alla corte di Sua Maesta'.

Ci si prepara per il 15 di giugno [3],
c'e' qualcuno che continua ad aver sete
Paolo VI [4] ha gettato via la tiara
si è camuffato in abiti da prete,
sta ingozzando a viva forza Berlinguer[5]
per punirlo della sua frugalita'
lo uccidera' parlandogli d'amore
dopo averlo avvelenato di pieta'
e mentre Paolo grida
quattro suore si son spogliate gia'
Berlinguer sta per essere violentato
in Via della Poverta'.

E bravo Leone [6] mattacchione,
il paese sta affondando nella merda
nelle scialuppe i posti letto sono tutti occupati
e gli anarchici tutti annegati,
e Agnelli [7] e Indro Montanelli [8]
fanno a pugni nella torre di comando
i suonatori di calipso ridono di loro
mentre il cielo si sta allontanando
e affacciati alle loro finestre nel mare
tutti han pescato voti qua e la'
e nessuno deve più preoccuparsi
di Via della Poverta'.

A mezzanotte in punto i poliziotti
fanno il loro solito lavoro
metton le manette intorno ai polsi
a quelli che ne sanno più di loro,
i prigionieri vengon trascinati
su un calvario improvvisato li vicino
e il caporale Adolfo li ha avvisati
che passeranno dal solito camino
e il vento da solo ride
e nessuno riuscira'
a ingannare il suo fottuto destino
in Via della Poverta'.

La tua lettera l'ho avuta proprio ieri...

_____________________________________________
[1] Giorgio Almirante (Salsomaggiore /PR/ 1914 - Roma 1988). Leader del MSI e suo segretario per lunghi anni. Ex repubblichino e vicedirettore della rivista "La difesa della razza".

[2] Alfredo Covelli (Bonito /AV/ 1914 - Roma 1998). Esponente di primo piano del MSI, in cui rappresentava l'ala monarchica. Nel 1946 fondo' il PNM (Partito Nazionale Monarchico); conflui' nel 1970 nel MSI-Destra Nazionale. Fece poi parte di Democrazia Nazionale, il partito nato nel 1977 da una scissione del MSI e scomparso poco tempo dopo.
Dal suo monarchismo il riferimento di De Andre' nell'ultimo verso della strofa.

[3] Il 15 giugno 1975 si svolsero le elezioni amministrative che videro uno storico "balzo in avanti" del PCI (circa il 34% dei voti).

[4] Il papa, ovviamente.

[5] Accostamento di Berlinguer al Papa nel 1974, l'anno del referendum sul divorzio...

[6] Giovanni Leone, allora presidente della repubblica (eletto coi voti decisivi della destra). Avvocato napoletano e parlamentare, e' scomparso poco piu' di un mese fa in tardissima eta'. Di lui si ricordano certi celebri gesti scaramantici e le sue dimissioni, nel 1978, in conseguenza dello scandalo Lockheed.

[7] Altro avvocato. Torinese, pero'.

[8] Ricordiamo che Indro Montanelli (scomparso il 18 luglio 2001) proprio nel 1974 aveva fondato "Il Giornale".
--
* Riccardo Venturi*
* Er muoz gelîchesame die leiter abewerfen
* So er an îr ûfgestigen ist *
* _________________________________________
* Via Garibaldi 41, 57122 Livorno
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From: "Giuliano Bettella" <onlybox@hotmail.com> Save Address Block Sender
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 Subject: [fabrizio] gara di poeti
 Date: Tue, 07 Dec 1999 07:42:19 PST

 Salve a tutti,
 sono un "lettore" (o lurker?) della lista, che  eccezionalmente prende la parola, e poi molto probabilmente  ritornera' al silenzio.
 Tempo fa uno o piu' di voi aveva scritto che De Andre' spesso  supera in poesia, con i suoi rifacimenti, i testi originali  a cui si era ispirato.  Erano stati portati, a titolo di  esempio, testi di Bob Dylan e di Lee Masters.

 Non so se tutti sapete che anche il celebre e bellissimo  testo "Citta' vecchia" e' frutto di una ispirazione.
 Però non direi che anche in questa occasione l'"allievo" ha  superato il maestro ... credo che al massimo Fabrizio ha  pareggiato!  :-)

 Seguono i due testi:

  Città vecchia

 Spesso, per ritornare alla mia casa
 prendo un'oscura va di città vecchia.
 Giallo in qualche pozzanghera si specchia
 un fanale, e affollata è la strada.

 Qui tra la gente che viene che va
 dall'osteria alla casa o al lupanare,
 dove son merci ed uomini il detrito
 di un gran porto di mare,
 io ritrovo, passando, l'infinito  nell'umiltà.
 Qui prostituta e marinaio, il vecchio
 che bestemmia, la femmina che bega,
 il dragone che siede alla bottega  del friggitore,
 la tumultuante giovane impazzita  d'amore,
 sono tutte creature della vita  e del dolore;
 s'agita in esse, come in me, il Signore.

 Qui degli umili sento in compagnia
 il mio pensiero farsi
 più puro dove più turpe è la via.

 

 e, per chi non ricordasse

 LA CITTÀ VECCHIA

 Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi
 ha già troppi impegni per scaldar la gente d'altri paraggi
 una bimba canta la canzone antica della donnaccia
 quel che ancor non sai tu lo imparerai solo qui fra le mie braccia
 e se alla sua età le difetterà la competenza
 presto affinerà le capacità con l'esperienza
 dove sono andati i tempi d'una volta per Giunone
 quando ci voleva per fare il mestiere anche un po' di vocazione?

 Una gamba qua una gamba là gonfi di vino
 quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino
 li troverai là col tempo che fa estate e inverno
 a stratracannare a stramaledir le donne il tempo ed il governo
 loro cercan là la felicità dentro a un bicchiere
 per dimenticare d'esser stati presi per il sedere
 ci sarà allegria anche in agonia col vino forte
 porteran sul viso l'ombra d'un sorriso fra le braccia della morte.

 Vecchio professore cosa vai cercando in quel portone
 forse quella che sola ti può dare una lezione
 quella che di giorno chiami con disprezzo "pubblica moglie"
 quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie
 tu la cercherai tu la invocherai più d'una notte
 ti alzerai disfatto rimandando tutto al ventisette
 quando incasserai dilapiderai mezza pensione
 diecimila lire per sentirti dire "Micio bello e bamboccione".

 Se t'inoltrerai lungo le calate dei vecchi moli
 in quell'aria spessa carica di sale gonfia di odori
 lì ci troverai i ladri gli assassini e il tipo strano
 quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano
 se tu penserai se giudicherai da buon borghese
 li condannerai a cinquemila anni più le spese
 ma se capirai se li cercherai fino in fondo
 se non sono gigli son pur sempre figli vittime di questo mondo.

 Anno di pubblicazione: 1965

 ***

 A questo punto qualcuno si chiedera': ma chi e' il "maestro" a cui  Fabrizio si e' ispirato?
 Si tratta del poeta triestino Umberto Saba, 1883-1957.
 E la città vecchia di Genova, probabilmente, assomiglia a quella   di Trieste (quella di Genova pero' non l'ho mai vista).

 Bene, e con cio', sperando di aver fatto cosa gradita (dare  spazio alla poesia in un gruppo di estimatori di De André dovrebbe essere Obbligatorio!),  vi saluto
                           Giuliano


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Commenti a "La città vecchia"
 From: Marco Sopegno <MG5993@mclink.it> Save Address Block Sender
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 Subject: [fabrizio] vecchio professore e affini
 Date: Fri, 17 Dec 1999 19:10:55 +0100

 Io non conosco un gran che di brassens, anche perché il francese lo  mastico poco.
 Un amico (ah, gli amici!) ha spedito il testo di "le bistrot" di   brassens e poi sono stato aiutato a trovare un pezzettino di mp3.
 Tempo fa qui si parlo' delle accuse di furto (o perlomeno di  appropriazione indebita) mosse specialmente da bubola contro de andré.  Che abbia rubacchiato anche un caposaldo come la città vecchia? E  proprio a brassens, di cui ha tradotto (da par suo) molti brani,  specie nella prima fase della sua carriera?

 Dei punti in comune, tra le bistrot e la città vecchia, non mancano  di sicuro:  l'atmosfera generale di marciume incombente, una medesima  umanità avvinazzata ed arrapata, il lezzo del vinaccio da quattro  soldi...

 Parigi contro genova. Città vecchie entrambe.. Entrambe ricche di  angoli marci e poveri, grandi intrugli di genti diverse.
 Però...  I due personaggi maschili sono nettamente diversi. Il gran porco di  brassens, proprietario del bistrot, il marito della bella ostessa,  non gioca lo stesso ruolo del vecchio professore. L'ostessa,  splendida donna che solo esistendo fa di un tugurio un palazzo non  canta certo la canzone antica della donaccia, anzi, tiene pure le  mani pesanti con chi esagera.
 Eppure...
 Eppure l'odore ed i colori che mi vengono suggeriti dalle diverse  sceneggiature di de andré e di brassens non li avverto come
 differenti.

 Forse tutto il mondo è paese, lungo la cattiva strada.

 Le bistrot
 (la piola)

 Dans un coin pourri
 Du pauvre Paris,
 Sur un' place,
 L'est un vieux bistrot
 Tenu par un gros
 Dégueulasse.
 Si t'as le bec fin,
 S'il te faut du vin
 D' premièr' classe,
 Va boire à Passy,
 Le nectar d'ici
 Te dépasse.
 Mais si t'as l' gosier
 Qu'une armur' d'acier
 Matelasse,
 Goûte à ce velours,
 Ce petit bleu lourd
 De menaces.
 Tu trouveras là
 La fin' fleur de la
 Populace,
 Tous les marmiteux,
 Les calamiteux,
 De la place.
 Qui viennent en rang,
 Comme les harengs,
 Voir en face
 La bell' du bistrot,
 La femme à ce gros
 Dégueulasse.
 Que je boive à fond
 L'eau de tout's les fon-
 tain's Wallace,
 Si, dès aujourd'hui,
 Tu n'es pas séduit
 Par la grâce.
 De cett' joli' fé'
 Qui, d'un bouge, a fait
 Un palace.
 Avec ses appas,
 Du haut jusqu'en bas,
 Bien en place.
 Ces trésors exquis,
 Qui les embrass', qui
 Les enlace ?
 Vraiment, c'en est trop !
 Tout ça pour ce gros
 Dégueulasse !
 C'est injuste et fou,
 Mais que voulez-vous
 Qu'on y fasse ?
 L'amour se fait vieux,
 Il a plus les yeux
 Bien en face.
 Si tu fais ta cour,
 Tâch' que tes discours
 Ne l'agacent.
 Sois poli, mon gars,
 Pas de geste ou ga-
 re à la casse.
 Car sa main qui claqu',
 Punit d'un flic-flac
 Les audaces.
 Certes, il n'est pas né
 Qui mettra le nez
 Dans sa tasse.
 Pas né, le chanceux
 Qui dégèl'ra ce
 Bloc de glace.
 Qui fera dans l' dos
 Les corne' à ce gros
 Dégueulasse.
 Dans un coin pourri
 Du pauvre Paris,
 Sur un' place,
 Une espèc' de fé',
 D'un vieux bouge, a fait
 Un palace.

 G. Brassens

 Non la traduco, per carità di patria. Lascio solo la traduzione del  titolo (by slowina...)  che forse c'entra qualche cosa con le vicende  passate e future prossime di questa lista. ;-))) Spero solo che gli  accenti reggano.
 Non posto nemmeno la città vecchia, sarebbe offensivo per la  deandreaggine di tutti, vero?

 Resta da spiegare il perché della musica della citta vecchia che, per  quel poco che ne capisco di musica, sembra proprio quella di brassens.  Perché qui lo scippo c'è! Come mai?
 Provo a immaginare che fabrizio sia stato fulminato da le bistrot  (ovvio, sennò mica se la filava) e sia partito per tradursela con una  certa fedeltà. Poi ha iniziato a tradurre come sapeva fare solo  lui,  che sacrificando la lettera del testo alla fine salvava l'anima del  brano. E avrà visto che ancora la musica originale reggeva, sulla sua  trasposizione. E poi lima di qua, aggiungi di là, sposta questo e  togli quello, metti quella frase e quella scenetta che ti è venuta in  mente, quando te ne stavi delle ore appoggiato ad un portone a  studiare la strada che ti viveva davanti e... hoplà. Scene del tutto  nuove, nella stessa atmosfera che qualche anno prima incantò brassens.

 E poi, in fondo alla città vecchia, il predicozzo finale, tanto per  togliere tutti dubbi, uno di quei predicozzi che all'inizio della carriera fabrizio declamava in chiaro, e che poi, nell'ermetismo  dell'ultima produzione, riuscirà a nascondere con tanta bravura.

 E la musica di brassens ancora ci stava. A testimoniare che  all'inizio, lo spirito dello studente cantautore genovese era  proprio quello del mariuolo!

 Dunque un ladruncolo, il nostro fabrizio, ma un ladruncolo che,  durante il tentativo di furto, si è accorto che in fondo si divertiva  (e guadagnava) di più a lavorare, che a rubare agli altri. Anche se  poi un pochino di refurtiva gli restava sempre attaccata alle dita.  Oppure un raro esempio di ladro che ama rubare arnesi da lavoro, per  poi faticarci lui.

 O no?
 slow
 (che spera di non aver fatto di un palazzo un tugurio)

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 Fabrizio De André Mailing List [http://DeAndre.freeweb.org]

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 From: Lisa Maccari <lisa@arcetri.astro.it> Save Address Block Sender
 Reply-To: fabrizio@onelist.com
 To: fabrizio@onelist.com Save Address
 Subject: Re: [fabrizio] vecchio professore e affini
 Date: Fri, 17 Dec 1999 19:28:21 +0100 (MET)
 > Io non conosco un gran che di brassens, anche perché il francese lo  mastico poco.
 > Un amico (ah, gli amici!) ha spedito il testo di "le bistrot" di brassens e poi sono stato aiutato a trovare un pezzettino di mp3.

    rega', ma cosi' mi invitate a sguazzare proprio...  :)

 > Dei punti in comune, tra le bistrot e la città vecchia, non mancano di sicuro:  l'atmosfera generale di marciume incombente , una medesima  > umanità avvinazzata ed arrapata, il lezzo del vinaccio da quattro soldi...

    eh no, cavolo, l'ho detto prima io, sul newsgroup!!!  :)))

 > Parigi contro genova. Città vecchie entrambe.. Entrambe ricche di angoli marci e poveri, grandi intrugli di genti diverse.

beh', sottoscrivo quasi tutto... comunque, non mi pare che De Andre' abbia mai fatto mistero di essersi pesantemente ispirato a Brassens,  ANCHE in altre canzoni oltre a quelle tradotte pari pari! La  "Leggenda di Natale", per esempio, da dove viene?... C'e' una canzone di Brassens intitolara "Le pere Noel et la petite fille", il babbo Natale e la ragazzina, e scusatemi se tutti gli accenti sono andati,  che su questa tastiera non posso fare altro.

Anzi, mi sembra che lui l'abbia anche ingentilita, quella francese e' proprio cruda: l'uomo maturo e affascinante che soggioga la ragazzina ANCHE perche' le  parla d'amore, nell'originale e' semplicemente un ricco sporcaccione che riesce a irretirla solo perche' lei e' povera e non dispone di nulla e lui la riempie di regali, non si parla per niente di sentimenti o di fascino, ma solo di qualcuno che "ti ha vestita a  festa, ha rovesciato valanghe di perle e rubini dentro le tue scarpe, e ti ha messo le mani addosso..." Fa l'altro, mi pare che proprio quel  verso, "il a' mis le mains sur tes hanches", il compianto Fabrizio se  lo sia fregato per metterlo in TUTT'ALTRA canzone... :)

    ciao
    Lisa

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Accordi di Delitto di Paese
Da: Sasuke <zaran@primopiano.it>
Oggetto: CRD: Delitto di paese (F. De Andre')
Data: mercoledì 25 agosto 1999 11.12
Per la grande gioia di FCh, 'sta canzone la posto io, con tanto di accordi. Non l'ho trascritta io, ne' testo ne' accordi, ma l'ho copiata da IAMS. Questa e molte altre (messaggio promozionale) le  potete trovare in Amosfree, il sito ufficiale di IAMS:

amosfree.cjb.net
buona canzone.
Sasuke

***********************************************

Delitto di paese

Introduzione:

                     LA-  MI-  LA-
|-0--5--0--------0-|-0----0----0-|
|---------3-1-3----|-1----0----1-|
|--------------------|-2----0----2-|
|--------------------|-2----2----2-|
|--------------------|-0----2----0-|
|--------------------|---------------|

           SOL       DO
Non tutti nella capitale
              FA       DO
sbocciano i fiori del male
  MI-         DO            RE-
qualche assassinio senza pretese
               LA-    MI
abbiamo anche noi in paese
  MI-         DO             RE-
qualche assassinio senza pretese
               FA SOL      LA-
abbiamo anche noi qui in paese
 

Aveva il capo tutto bianco
ma il cuore non ancor stanco
gli ritornò a battere in fretta
per una giovinetta
gli ritornò a battere in fretta
per una giovinetta

Ma la sua voglia troppo viva
subito gli esauriva
in un sol bacio e una carezza
l'ultima giovinezza
in un sol bacio e una carezza
l'ultima giovinezza

Quando la mano lei gli tese
e triste lui le rispose
d'essere povero in bolletta
lei si rivestì in fretta
d'essere povero in bolletta
lei si rivestì in fretta

E andò a cercare il suo compagno
partecipe del guadagno
e ritornò col protettore
dal vecchio truffatore
e ritornò col protettore
dal vecchio truffatore

Mentre lui fermo lo teneva
sei volte lo accoltellava
dicon che quando lui spirò
la lingua lei gli mostrò
dicon che quando lui spirò
la lingua lei gli mostrò

Misero tutto sottosopra
senza trovare un soldo
ma solo un mucchio di cambiali
e di atti giudiziali
ma solo un mucchio di cambiali
e di atti giudiziali

Allora presi dallo sconforto
e dal rimpianto del morto
si inginocchiaron sul pover uomo
chiedendogli perdono
si inginocchiaron sul pover uomo
chiedendogli perdono

Quando i gendarmi sono entrati
piangenti li han trovati
fu qualche lacrima sul viso
a dargli il paradiso
fu qualche lacrima sul viso
a dargli il paradiso

E quando furono impiccati
volarono tra i beati
qualche beghino di questo fatto
fu poco soddisfatto
qualche beghino di questo fatto
fu poco soddisfatto

Non tutti nalla capitale
sbocciano i fiori del male
qualche assassinio senza pretese
abbiamo anche noi in paese
qualche assassinio senza pretese
               LA-  MI     LA
abbiamo anche noi qui in paese

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Joan of Arc (Leonhard Cohen)

               Now the flames they followed Joan of Arc
               as she came riding through the dark;
               no moon to keep her armour bright,
               no man to get her through this very smoky night.
               She said, "I'm tired of the war,
               I want the kind of work I had before,
               a wedding dress or something white
               to wear upon my swollen appetite."

               Well, I'm glad to hear you talk this way,
               you know I've watched you riding every day
               and something in me yearns to win
               such a cold and lonesome heroine.
               "And who are you?" she sternly spoke
               to the one beneath the smoke.
               "Why, I'm fire," he replied,
               "And I love your solitude, I love your pride."

               "Then fire, make your body cold,
               I'm going to give you mine to hold,"
               saying this she climbed inside
               to be his one, to be his only bride.
               And deep into his fiery heart
               he took the dust of Joan of Arc,
               and high above the wedding guests
               he hung the ashes of her wedding dress.

               It was deep into his fiery heart
               he took the dust of Joan of Arc,
               and then she clearly understood
               if he was fire, oh then she must be wood.
               I saw her wince, I saw her cry,
               I saw the glory in her eye.
               Myself I long for love and light,
               but must it come so cruel, and oh so bright?