1990. Nuvole (Ed. Fonit Cetra/Ricordi CDMRL 6444)
PRIMA STAMPA: 26?/9/1990
1 - Le nuvole
......................................................................... ...............................2'16"
2 - Ottocento
...................................................................................................... 4'56"
3 - Don Raffaè
(Testo De André e Massimo Bubola -
Musica di De André e Mauro Pagani) .......................................... 4'08"
4 -
La domenica delle salme..................................................................................7'35"
5 - Mégu Megún
(Testo De André e Ivano Fossati -
Musica di De André e Mauro Pagani) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5'22"
6 -
La nova gelosia(1) (Testo e Musica di Anonimo)3'04"
7 - 'Â çímma
(Testo De André e Ivano Fossati - Musica di De André e Mauro Pagani)6'18"
8 - Monti di Mola
............................ . . . . . . . . . . . . . ........................................... 7'45"
copertina CD
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EDIZIONI:
1990 1a Tiratura, Fonit Cetra, TLP 260 - copertina caratterizzata da un ologramma, incollato, con le
nuvole.
1990 2a Tiratura, Fonit Cetra, TLP 260 - copertina senza ologramma, sostituito da una semplice fotografia.
1990 Rara Edizione in vinile, Ricordi STVL 6444 – difficilmente databile – inserita
nella serie Disco TV –
Label azzurra, classica Ricordi, con la scritta "Dischi Ricordi s.p.a.".
1990 Vinile Edizione Tedesca, Ricordi 849.035-1 – fotografia in
luogo dell'ologramma – copertina identica
all'edizione italiana.
1990 CD Edizione Giapponese, Ricordi KICP 115.
1990 Musicassetta 1a Tiratura, Fonit Cetra TM 260
– presente l'ologramma – copertina di colore marrone talmente
chiaro (simil-ocra) che le scritte dorate di titolo, artista e numero di catalogo si leggono solo in
controluce.
1990 Musicassetta 2a Tiratura, Fonit Cetra / Ricordi STVK 76444 – fotografia in luogo dell'ologramma – copertina
di colore marrone scuro con le
scritte dorate.
1990 CD, 1a Tiratura Fonit Cetra, CDL 260 – presente l'ologramma.
1990 CD, 2a Tiratura Fonit Cetra, CDMRL 6444 – fotografia in luogo dell'ologramma.
1995 Musicassetta 3a Tiratura, Ricordi
– fotografia in luogo dell'ologramma – copertina marrone con le scritte nere.
2002 CD, BMG RICORDI 74321974462
2007 BMG RICORDI, su CD TV (allegato a TV Sorrisi)
2009 SONY BMG 88697454782
2009 Gruppo
editoriale l'Espresso -12
2011 SONY RCA - 8697920761 - su vinile bianco
2015 SONY MUSIC - Le Grandi Collezioni Mondadori - con libretto inedito
copertina LP
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SONY BMG 88697454782
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2009 - Gruppo Editoriale L'Espresso -12
2011 - Sony - 8697920761 su vinile bianco
Commenti ad alcuni testi (L'illustre cugino Deandrate, Ottocento, La domenica delle salme)---FAQ --> qui
(1) Canzone popolare della fine del XVIII secolo
Gli intermezzi prima e dopo "Don Raffaé" sono tratti da "Le stagioni" di P. I. Cajkovskij ("Giugno" opera 37 A) ed
eseguiti da Andrea Carcano.
Prodotto da Mauro Pagani e Fabrizio De André. Registrato e mixato negli Studi Metropolis di Milano.
Tutti i suoni, la programmazione computers ed i mixaggi sono di Mauririo Camagna.
La voce
di De André in "Mégu Megún" è stata registrata da Jean Marc Tigani.
Assistente di studio: Alberto Bonardi
Copertina: ideazione, art-direction e realizzazione Area di Comunicazione.
Un ringraziamento
particoplare a David Pizzanelli ed ad Anna T. Capernaros per la loro collaborazione.
Ringraziamenti: a Francesco Baccini per "i maschi, le femmine, i cantanti"
a Oscar De Tomaz per averci introdotto nel
rutilante mondo dello Jodel
a Mary Viganò
a Mario Rapallo per aver prestato il Nonoise.
1 - Arrangiamento di Sergio Conforti e Piero Milesi
Orchestrazione e Direzione d'Orchestra di Piero Milesi
Violino: Livia Baldi, Stefano Barneschi, Maria Cristina Vasi, Emanuela
Sfondrini, Brigid Sinead Nava, Debora Tedeschi, Elena Confortini, Martino Lovisolo, Carla Marotta, Giacomo Trevisani, Enrico Onofri, Carlo De Martini
Viola: Anna Maria Gallingani, Sebastiano Borella, Cristina Cassiani
Ingoni, Carlo Goj
Violoncello: Adriano Ancarani, Enrico Martinelli, Silvio Righini, Beatrice Cosma Pomarico, Jorge Alberto Guerrero, Caterina Dell'Agnello
Contrabasso: Giuseppe Barbareschi, Roberto Bonati
Flauto:
Giovanni Antonini, Michele Brescia
Oboe: Francesco Pomarico
Tromba: Sergio Orlandi, Umberto Marcandalli, Luciano Marconcini
Corno: Luca Quaranta, Maria Gabriella Giaquinta, Adelia Colombo, Gianfranco
Scafidi
Trombone: Luisa Vinci, Alessio Nava
Clarinetto: Nicola Zuccalà
Timpani e triangolo: David Searcy
Coro: Lucia Vivien Pick, Diane Rama, Nadia Pellicciari (soprano), Giuseppe Lopopolo, Giuseppe Donno (tenore),
Carlo Proverbio, Bortolo Laffranchi, Alessandro Cairoli (baritono), Lucio Folilela (basso)
Voci: Lalla Pisano, Maria Mereu
2 - Arrangiamento di Sergio Conforti e Piero Milesi
Orchestrazione e Direzione d'Orchestra di Piero Milesi
Violino: Livia Baldi, Stefano Barneschi, Maria Cristina Vasi, Emanuela
Sfondrini, Brigid Sinead Nava, Debora Tedeschi, Elena Confortini, Martino Lovisolo, Carla Marotta, Giacomo Trevisani, Enrico Onofri, Carlo De Martini
Viola: Anna Maria Gallingani, Sebastiano Borella, Cristina Cassiani
Ingoni, Carlo Goj
Violoncello: Adriano Ancarani, Enrico Martinelli, Silvio Righini, Beatrice Cosma Pomarico, Jorge Alberto Guerrero, Caterina Dell'Agnello
Contrabasso: Giuseppe Barbareschi, Roberto Bonati
Flauto:
Giovanni Antonini, Michele Brescia
Oboe: Francesco Pomarico
Tromba: Sergio Orlandi, Umberto Marcandalli, Luciano Marconcini
Corno: Luca Quaranta, Maria Gabriella Giaquinta, Adelia Colombo, Gianfranco
Scafidi
Trombone: Luisa Vinci, Alessio Nava
Clarinetto: Nicola Zuccalà
Timpani e triangolo: David Searcy
Fisarmonica: Flavio Premoli
Jodel: Paolo Somià
Coro: Lucia Vivien Pick, Diane Rama, Nadia Pellicciari
(soprano), Giuseppe Lopopolo, Giuseppe Donno (tenore), Carlo Proverbio, Bortolo Laffranchi, Alessandro Cairoli (baritono), Lucio Folilela (basso)
Voci: Lalla Pisano, Maria Mereu
3 - Arrangiamento di Mauro Pagani, Fabrizio De André e Sergio Conforti
Chitarra: Michele Ascolese
Clarino: Amedeo Bianchi
II° Clarino: Mario Arcari
Tromba, trombone, basso, tuba: Demo
Morselli
Ottavino: Renato Rivolta
Mandolino: Mauro Pagani
Pianoforte: Sergio Conforti
Tammorra: Alfio Antico
Batteria: Lele Melotti
Basso: Paolo Costa
4 - Arrangiamento di Mauro Pagani e Fabrizio De
André
Chitarre: Michele Ascolese
Violino e kazoo: Mauro Pagani
5 - Arrangiamento di Mauro Pagani e Fabrizio De André
Oud bouzouki, lira greca, ndelele e seconde voci: Mauro Pagani
Tastiere: Sergio
Conforti
Shannaj: Mario Arcari
Batteria: Walter Calloni
Percussioni: Esteban Candelario Cabézas
Basso: Paolo Costa
6 - Arrangiamento di Mauro Pagani e Fabrizio De André
Chitarre: Michele
Ascolese
Viola: Franco Formenti
7 - Arrangiamento di Mauro Pagani e Fabrizio De André
Ndelele e bouzouki: Mauro Pagani
Tastiere: Sergio Conforti
Fisarmonica: Flavio Premoli
Gironda: Franco
Pettinari
Batteria: Walter Calloni
Percussioni: Angelo Pusceddu
Basso: Paolo Costa
Derbóuka: Federico Sanesi
8 - Arrangiamento di Mauro Pagani e Fabrizio De André
Flauto di canna e flauto in sol,
bouzouki: Mauro Pagani
Seconde voci: Tazenda, Mauro Pagani, Fabrizio De André
Armonium: Sergio Conforti
Fisarmonica: Flavio Premoli
Batteria: Walter Calloni
Percussioni: Angelo Pusceddu
Basso: Paolo
Costa
"…io sono un principe libero
e ho altrettanta autorità di fare guerra
al mondo intero quanto colui
che ha cento navi in mare."
SAMUEL BELLAMY
(Pirata alle Antille nel XVIII secolo)
Il commento di Pierpaolo
LE NUVOLE ('90)
Dopo "Creuza de ma" Fabrizio avrebbe voluto dare un seguito a quel disco epocale e assieme a Mauro Pagani decisero di partire in barca a vela (battezzata Jamin-a) verso la Grecia e la Turchia per andare da vicino a conoscere altre musiche e sonorità del bacino mediterraneo ma dopo parecchi mesi ritornarono indietro con molte cose ma senza le idee giuste per continuare quel progetto. Fabrizio quindi decise di non dare un seguito all'esperienza di "Creuza" ma di dare vita ad un progetto nuovo partendo come idea dalla commedia "Le nuvole" di Aristofane.
Nella sua opera Aristofane identificava con "le nuvole" i sofisti, portatori di concetti rivoluzionari rispetto alle sue idee conservatrici, invece nel lavoro di Fabrizio "le nuvole" avrebbero simboleggiato i potenti che (nel '90 eravamo in piena era pre-tangentopoli) spadroneggiavano in Italia senza alcuna remora morale impedendo al popolo di vedere la verità.
L'album è diviso in due parti la prima riguarda i potenti, la seconda il popolo e da qui si capisce l'uso dell'italiano nei primi quattro brani e l'uso del dialetto negli altri quattro.
Per le musiche Pagani introduce a Fabrizio il musicista Piero Milesi, che sarà una presenza fondamentale anche in "Anime salve".
Il brano di apertura "Le nuvole" è molto particolare: due voci femminili , una anziana e una più giovane, che parlano su un tappeto sonoro sognante e intenso (Il brano fu premiato al premio Tenco come miglior canzone dell'anno).
Il terzo è uno dei brani più noti di Fabrizio ,"Don Raffaè" scritto con Massimo Bubola, ed è una denuncia contro le condizioni paradossali in cui vivono alcuni secondini che devono fare da camerieri a boss influenti che pur essendo in galera hanno la stessa influenza e lo stesso "potere" di quando erano in libertà.
"Ottocento" è un pezzo complesso che assembla il melodramma allo yodel cosa che lo rende decisamente surreale e che sembra fare da prologo a "La domenica delle salme", uno dei pezzi più politici mai incisi da Fabrizio.
Nel brano si respira un era "pre Weimar" (il periodo storico che preludeva al nazismo) dove Fabrizio descrive il clima cupo presente in Italia alla fine degli anni 80, clima sospeso tra la reazione conservatrice e la fine delle ideologie e delle utopie dove il popolo-cicala si limita alla "vibrante" protesta.
Con "Mega megun" e "A cimma" si torna a respirare l'amato dialetto genovese, da ricordare che i testi sono stati scritti da Fabrizio e Ivano Fossati , inizio di una collaborazione che continuerà anche in "Anime salve".
"La nova gelosia": "come riporta il libretto stesso, la "gelosia" e' in dialetto il serramento della finestra, per cui la canzone non
e' altro -secondo me- che le parole di una persona semplice, affascinata da questa serratura nuova... che diventa un oggetto di desiderio e di ammirazione incantata" (*) , mentre "Monti di Mola" è un ennesimo omaggio alla sua terra di adozione : la Sardegna,dove si racconta l'impossibile storia d'amore tra un giovanotto ed un asina.
(*) contributo di Alessandro Ranellucci
Contributo di Micio Lucci:
LA DOMENICA DELLE SALME
- di FABRIZIO DE ANDRE'-
il testo parla evidentemente della fine del comunimo e in special modo
della caduta del muro di berlino e ancor più in specifico della fine del PCI italiano
"Tentò la fuga in tram
verso le sei del mattino
dalla bottiglia di orzata
dove galleggia Milano
non fu
difficile seguirlo
il poeta della Baggina
la sua anima accesa
mandava luce di lampadina"
la fuga dalla bottiglia d'orzata: la Milano da bere in quel periodo c'era stato un fatto eclatante,
alcuni idioti avevano dato fuoco ad un vecchio [la Baggina è un'ospizio per vecchi di Milano].
Dipinge una società che cade a pezzi, Milano è ovviamente una metonimia.
ps- mani pulite nel '92
esploderà proprio dalla Baggina.
"gli incendiarono il letto
sulla strada di Trento
riuscì a salvarsi dalla sua barba
un pettirosso da combattimento"
gli diedero delle preoccupazione le
Br: a Trento, mi pare la facololtà di sociologia, nacquero molti 'capi' rivoluzionari e contestatori dei '70 si salvò dalla barba [noia] del pci, statico e quasi stantio, un piccolo nucleo di dissenzienti
belli agguerriti non credo parli dei dissenzienti della svolta della bolognina, ma proprio di chi neglia anni si era fatto alternativo al pci
"I Polacchi non morirono subito
e inginocchiati agli ultimi
semafori
rifacevano il trucco alle troie di regime
lanciate verso il mare
i trafficanti di saponette
mettevano pancia verso est"
la polonia è uno dei paesi che usci prima dal controllo
sovietico, grazie anche all'esistenza del sindacato Solidarnosc il fatto che si "occidentalizzò" per prima, significò una fortissima instabilità politica finì con uno sciacallaggio europeo di
investimenti e con una forte emigrazione molti finirino a lavare i vetri [inginocchiati ai semafori] anche nei nostri ricchi paesi [le troie di regime sono le auto] i trafficanti di saponette sono per metonimia i nazi:
girava leggenda che durante la guerra i nazi facessero sapone con gli ebrei e lo rivendessero in polonia.
Mettere pancia verso est significa fare affari. La rft dopo il crollo del muro fu quella che più fece
affare in quei paesi
"chi si convertiva nel novanta
ne era dispensato nel novantuno"
chi diventò comunista nel 90, nel 91 nn era già più comunista
"la scimmia del quarto
Reich
ballava la polka sopra il muro
e mentre si arrampicava
le abbiamo visto tutto il culo"
le marionette del nuovo imperialismo [dell'ovest sull'est europa] festeggiava sul muro in crollo,
ma mentre lo faceva già tutti ne vedevano le intimità, le cose nascoste che poi nascoste nn erano: tutti negli anni 90 già sapevano i difetti del capitalismo
"la piramide di Cheope
volle essere
ricostruita in quel giorno di festa
masso per masso
schiavo per schiavo
comunista per comunista"
Fabrizio stesso disse che la piramide di cheope qui sta a significare un monumento
all'inutilità
la forma piramidale può ricordare una struttura gerarchica societaria abolita con l'instaurazione di una società egalitaria e ora ricostruita a sacrifici alti, benchè tutti sembrano essere
in festa
"La domenica delle salme
non si udirono fucilate
il gas esilarante
presidiava le strade
la domenica delle salme
si portò via tutti i pensieri
e le regine del ''tua
culpa''
affollarono i parrucchieri"
il giorno che cadde il muro tutti poterono attraversarlo senza essere presi di mira dai cecchini ovviamente e tutti erano felici 'artificialmente' e
altrettanto fintamente si arricchirono di spensieratezza, di chiacchiere [tipiche dei parrucchieri]
"Nell'assolata galera patria
il secondo secondino
disse a ''Baffi di Sego''
che era il primo
-- si può fare domani sul far del mattino –
e furono inviati messi
fanti cavalli cani ed un somaro
ad annunciare l'amputazione della gamba
di Renato Curcio
il
carbonaro"
nelle nostre galere si eseguivano sentenze "sul far del mattino", ovvero presto senza che nessuno lo noti e con grande fanfara di tutti [anche i somari!] fu decretato nemico, fu
'amputato' un pezzo del proprio "corpo comunista" o album di famiglia come spesso si dice.
Anche i comunisti rinnegarono le br e Curcio che sta in galera pur nn avendo mai ucciso nessuno
Qui
definito simpaticamente carbonaro. Faber disse anche che era una velata critica alle condizioni nelle carceri italiane.
"il ministro dei temporali
in un tripudio di tromboni
auspicava democrazia
con
la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni"
il ministro della confusione e dei cambiamenti con gran fanfara decide di chidere col comunismo e di farsi socialdemocratico: dal pci al pds con la tovaglia
suelle mani per coprirsi, ma con le mani sui coglioni sperando che il fato li assista in questa scelta che nn sanno se è giusta
"-- voglio vivere in una città
dove all'ora dell'aperitivo
non
ci siano spargimenti di sangue
o di detersivo –"
una città tranquilla, che nn si sporchi e nn si debba pulire. Spargimenti di detersivo forse anche una critica al consumo eccessivo.
"a
tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade
eravamo gli ultimi cittadini liberi
di questa famosa città civile
perché avevamo un cannone nel cortile"
Deandrade [suo cugino per assonanza di
cognome, come ammise lui] era un poeta brasiliano che in un suo libro predicava che l'unico modo per essere liberi in una città violenta, è avere un cannono nel cortile: essere violenti.
"La domenica
delle salme
nessuno si fece male
tutti a seguire il feretro
del defunto ideale
la domenica delle salme
si sentiva cantare
-quant'è bella giovinezza
non vogliamo più invecchiare
–"
il mito dell'eterno apparire della società dei consumi che porta allegramente a morire il comunismo
"Gli ultimi viandanti
si ritirarono nelle catacombe
accesero la televisione
e ci guardarono cantare
per una mezz'oretta
poi ci mandarono a cagare"
questi come lui disse sono i cantautori italiani che si rinchiusero nella loro autoreferenzialità
"-- voi che
avete cantato sui trampoli e in ginocchio
coi pianoforti a tracolla travestiti da Pinocchio
voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti
per l'Amazzonia e per la pecunia
nei
palastilisti
e dai padri Maristi
voi avete voci potenti
lingue allenate a battere il tamburo
voi avevate voci potenti
adatte per il vaffanculo —"
oppure si sono venduti suonando per
tutti, ma anche per nessuno. Anche questop lo accennò lui stesso.
Hanno rinunciato al loro ruolo di intellettuali che guidano le rivolte e che mandano a fanculo i potenti
"La domenica delle salme
gli
addetti alla nostalgia
accompagnarono tra i flauti
il cadavere di Utopia
la domenica delle salme
fu una domenica come tante
il giorno dopo c'erano i segni
di una pace terrificante"
a
portare avanti ideali di uguaglianza rimasero pochi nostalgici pifferai
così quel giorno passò quasi inosservato nonostante la sua importanza
ma il giorno dopo rimasero i segni indelebili del pensiero
unico
"mentre il cuore d'Italia
da Palermo ad Aosta
si gonfiava in un coro
di vibrante protesta"
rimase solo cicaleccio. Chiasso e confusione di molti che mai si trasformò in
coro.
E la sinistra italiana non fu mai più unita infatti.
Troppi galli a cantà, nn se fa mai giorno! Ognuno si fa il suo piccole entorage e canta per conto suo senza armonia con glia altri così da risultare
come le cicale del sottofondo finale: inutili, chiassose se non litigiose.
fantastica la versione live in cui dice 'di vibrante protesta' in un genovese sprezzante!