Sono loro i “soggetti preferiti” di Fabrizio De Andrè: i poveri, gli ultimi, le prostitute, i suicidi, i malati di mente, i giustiziati, le minoranze etniche, i “diversi”. [...] Di certo, quanto della sua produzione è scritto sugli ultimi non è che l’apice della sua produzione artistica e di un suo cristianesimo umano, anarchico, che mette Dio a fianco dell’uomo come compagno di strada e non come entità finale del giudizio eterno.
[...] Alter Faber è un incontro tra me e De Andrè, ma questo è un discorso molto personale. Un incontro tra me e i musicisti che suonano con me. Le prove prima del concerto sono sempre occasione per confrontarci e parlare di argomenti importanti anche a livelli biblici, teologici, filosofici e umanistici, magari con la sola scusa di “entrare” dentro il pezzo.