Testi In concerto 2

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Jamin-a (F. De André - M. Pagani)
Le acciughe fanno il pallone (F. De André - I. Fossati)
La domenica delle salme  (*) (F. De André - M. Pagani)
Disamistade (F. De André - I. Fossati)
Fiume Sand Creek (F. De André - M. Bubola)
Sidun (F. De André - M. Pagani)
Anime salve (F. De André - I. Fossati)
Don Raffaè (*)  (F. De André - M. Bubola - M. Pagani)
Ho visto Nina volare (F. De André - I. Fossati)
A cùmba (F. De André - I. Fossati)
Bocca di rosa (F. De André)
Smisurata preghiera (F. De André - I. Fossati)
 

JAMIN-A
(Jamina)

Lengua 'nfeuga Jamin-a
lua de pelle scûa
cu'a bucca spalancà
morsciu de carne dûa

    Lingua infuocata Jamina
    lupa di pelle scura
    con la bocca spalancata
    morso di carne soda

stella neigra ch'a lûxe
me veuggiu demuâ
'nte l'ûmidu duçe
de l'amë dû teu arveà

    stella nera che brilla
    mi voglio divertire
    nell'umido dolce
    del miele del tuo alveare

ma seu Jamin-a
ti me perdunié
se nu riûsciò a ésse porcu
cumme i teu pensë

    sorella mia Jamina
    mi perdonerai
    se non riuscirò a essere porco
    come i tuoi pensieri

destacchete Jamin-a
lerfe de ûga spin-a
fatt'ammiâ Jamin-a
roggiu de mussa pin-a

    staccati Jamina
    labbra di uva spina
    fatti guardare Jamina
    getto di fica piena

e u muru 'ntu sûù
sûgu de sä de cheusce
duve gh'è pei gh'è amù
sultan-a de e bagasce
dagghe cianìn Jamin-a

    e la faccia nel sudore
    sugo di sale di cosce
    dove c'è pelo c'è amore
    sultana delle troie
    dacci piano Jamina

nu navegâ de spunda
primma ch'à cuæ ch'à munta e a chin-a
nu me se desfe 'nte l'unda
e l'ûrtimu respiu Jamin-a

    non navigare di sponda
    prima che la voglia che sale e scende
    non mi si disfi nell'onda
    e l'ultimo respiro Jamina

regin-a muaé de e sambe
me u tegnu pe sciurtï vivu
da u gruppu de e teu gambe

    regina madre delle sambe
    me lo tengo per uscire vivo
    dal nodo delle tue gambe

 

LE ACCIUGHE FANNO IL PALLONE

Le acciughe fanno il pallone
che sotto c'è l'alalunga
se non butti la rete
non te ne lascia una

alla riva sbarcherò
alla riva verrà la gente
questi pesci sorpresi
li venderò per niente

se sbarcherò alla foce
e alla foce non c'è nessuno
la faccia mi laverò
nell'acqua del torrente

ogni tre ami
c'è una stella marina
amo per amo
c'è una stella che trema

ogni tre lacrime
batte la campana
passano le villeggianti
con gli occhi di vetro scuro

passano sotto le reti
che asciugano sul muro
e in mare c'è una fortuna
che viene dall'oriente

che tutti l'hanno vista
e nessuno la prende
ogni tre ami
c'è una stella marina

ogni tre stelle
c'è un aereo che vola
ogni tre notti
un sogno che mi consola

bottiglia legata stretta
come un'esca da trascinare
sorso di vena dolce
che liberi dal male

se prendo il pesce d'oro
ve la farò vedere
se prendo il pesce d'oro
mi sposerò all'altare

ogni tre ami
c'è una stella marina
ogni tre stelle
c'è un aereo che vola

ogni balcone
una bocca che m'innamora
ogni tre ami
c'è una stella marina

ogni tre stelle
c'è un aereo che vola
ogni balcone
una bocca che m'innamora

le acciughe fanno il pallone
che sotto c'è l'alalunga
se non butti la rete
non te ne lascia una
non te ne lascia una
non te ne lascia

 

 

LA DOMENICA DELLE SALME

Tentò la fuga in tram
verso le sei del mattino
dalla bottiglia di orzata
dove galleggia Milano
non fu difficile seguirlo

il poeta della Baggina
la sua anima accesa
mandava luce di lampadina
gli incendiarono il letto
sulla strada di Trento

riuscì a salvarsi dalla sua barba
un pettirosso da combattimento

I Polacchi non morirono subito
e inginocchiati agli ultimi semafori
rifacevano il trucco alle troie di regime
lanciate verso il mare

i trafficanti di saponette
mettevano pancia verso est
chi si convertiva nel novanta
ne era dispensato nel novantuno

la scimmia del quarto Reich
ballava la polka sopra il muro
e mentre si arrampicava
le abbiamo visto tutto il culo

la piramide di Cheope
volle essere ricostruita in quel giorno di festa
masso per masso
schiavo per schiavo
comunista per comunista

La domenica delle salme
non si udirono fucilate
il gas esilarante
presidiava le strade
la domenica delle salme
si portò via tutti i pensieri
e le regine del ''tua culpa''
affollarono i parrucchieri

Nell'assolata galera patria
il secondo secondino
disse a ''Baffi di Sego'' che era il primo
-- si può fare domani sul far del mattino –
e furono inviati messi
fanti cavalli cani ed un somaro
ad annunciare l'amputazione della gamba
di Renato Curcio
il carbonaro

il ministro dei temporali
in un tripudio di tromboni
auspicava democrazia
con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni
-- voglio vivere in una città
dove all'ora dell'aperitivo
non ci siano spargimenti di sangue
o di detersivo –
a tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade
eravamo gli ultimi cittadini liberi
di questa famosa città civile
perché avevamo un cannone nel cortile

La domenica delle salme
nessuno si fece male
tutti a seguire il feretro
del defunto ideale
la domenica delle salme
si sentiva cantare
-quant'è bella giovinezza
non vogliamo più invecchiare –

Gli ultimi viandanti
si ritirarono nelle catacombe
accesero la televisione e ci guardarono cantare
per una mezz'oretta
poi ci mandarono a cagare
-- voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio
coi pianoforti a tracolla travestiti da Pinocchio
voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti
per l'Amazzonia e per la pecunia
nei palastilisti
e dai padri Maristi
voi avete voci potenti
lingue allenate a battere il tamburo
voi avevate voci potenti
adatte per il vaffanculo —

La domenica delle salme
gli addetti alla nostalgia
accompagnarono tra i flauti
il cadavere di Utopia
la domenica delle salme
fu una domenica come tante
il giorno dopo c'erano i segni
di una pace terrificante
mentre il cuore d'Italia
da Palermo ad Aosta
si gonfiava in un coro
di vibrante protesta

 

DISAMISTADE
(disamicizia, faida)

Che ci fanno queste anime
davanti alla chiesa
questa gente divisa
questa storia sospesa

a misura di braccio
a distanza di offesa
che alla pace si pensa
che la pace si sfiora

due famiglie disarmate di sangue
si schierano a resa
e per tutti il dolore degli altri
è dolore a metà

si accontenta di cause leggere
la guerra del cuore
il lamento di un cane abbattuto
da un'ombra di passo

si soddisfa di brevi agonie
sulla strada di casa
uno scoppio di sangue
un'assenza apparecchiata per cena

e a ogni sparo all'intorno
si domanda fortuna
che ci fanno queste figlie
a ricamare a cucire

queste macchie di lutto
rinunciate all'amore
fra di loro si nasconde
una speranza smarrita

che il nemico la vuole
che la vuol restituita
e una fretta di mani sorprese
a toccare le mani

che dev'esserci un modo di vivere
senza dolore
una corsa degli occhi negli occhi
a scoprire che invece
è soltanto un riposo del vento

un odiare a metà
e alla parte che manca
si dedica l'autorità

che la disamistade
si oppone alla nostra sventura
questa corsa del tempo
a sparigliare destini e fortuna

che fanno queste anime
davanti alla chiesa
questa gente divisa
questa storia sospesa

 
 


 FIUME SAND CREEK

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale

c'è un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek.

I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte
e quella musica distante diventò sempre più forte
chiusi gli occhi per tre volte
mi ritrovai ancora lì
chiesi a mio nonno è solo un sogno
mio nonno disse sì

a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
il lampo in un orecchio nell'altro il paradiso
le lacrime più piccole
le lacrime più grosse
quando l'albero della neve
fiorì di stelle rosse

ora i bambini dormono nell letto del Sand Creek

Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
c'erano solo cani e fumo e tende capovolte
tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare

la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale

ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek
 

 

SIDUN
(Sidone)

U mæ nininu mæ
u mæ
lerfe grasse au su
d'amë d'amë

    Il mio bambino il mio
    il mio
    labbra grasse al sole
    di miele di miele

tûmù duçe benignu
de teu muaè
spremmûu 'nta maccaia
de stæ de stæ

    tumore dolce benigno
    di tua madre
    spremuto nell'afa umida
    dell'estate dell'estate

e oua grûmmu de sangue ouëge
e denti de laete
e i euggi di surdatti chen arraggë
cu'a scciûmma a a bucca cacciuéi de bæ

    e ora grumo di sangue orecchie
    e denti di latte
    e gli occhi dei soldati cani arrabbiati
    con la schiuma alla bocca cacciatori di agnelli

a scurrï a gente cumme selvaggin-a
finch'u sangue sarvaegu nu gh'à smurtau a qué
e doppu u feru in gua i feri d'ä prixún
e 'nte ferie a semensa velenusa d'ä depurtaziún

    a inseguire la gente come selvaggina
    finché il sangue selvatico non gli ha spento la voglia
    e dopo il ferro in gola i ferri della prigione
    e nelle ferite il seme velenoso della deportazione

perché de nostru da a cianûa a u meü
nu peua ciû cresce aerbu ni spica ni figgeü
ciao mæ 'nin l'ereditæ
l'è ascusa

    perché di nostro dalla pianura al modo
    non possa più crescere albero né spiga né figlio
    ciao bambino mio l'eredità
    è nascosta

'nte sta çittæ
ch'a brûxa ch'a brûxa
inta seia che chin-a
e in stu gran ciaeu de feugu
pe a teu morte piccin-a

    in questa città
    che brucia che brucia
    nella sera che scende
    e in questa grande luce di fuoco
    per la tua piccola morte

 

ANIME SALVE

Mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che bello il mio tempo che bella compagnia
sono giorni di finestre adornate

canti di stagione
anime salve in terra e in mare
sono state giornate furibonde
senza atti d'amore

senza calma di vento
solo passaggi e passaggi
passaggi di tempo
ore infinite come costellazioni e onde

spietate come gli occhi della memoria
altra memoria e no basta ancora
cose svanite facce e poi il futuro
i futuri incontri di belle amanti scellerate

saranno scontri
saranno cacce coi cani e coi cinghiali
saranno rincorse morsi e affanni per mille anni
mille anni al mondo mille ancora

che bell'inganno sei anima mia
e che grande il mio tempo che bella compagnia
mi sono spiato illudermi e fallire
abortire i figli come i sogni

mi sono guardato piangere in uno specchio di neve
mi sono visto che ridevo
mi sono visto di spalle che partivo
ti saluto dai paesi di domani

che sono visioni di anime contadine
in volo per il mondo
mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia

e che grande questo tempo che solitudine
che bella compagnia
 
 

DON RAFFAÈ

Io mi chiamo Pasquale Cafiero
e son brigadiere del carcere oinè
io mi chiamo Cafiero Pasquale
sto a Poggio Reale dal '53

e al centesimo catenaccio
alla sera mi sento uno straccio
per fortuna che al braccio speciale
c'è un uomo geniale che parla co' me

Tutto il giorno con quattro infamoni
briganti, papponi, cornuti e lacchè
tutte l'ore cò 'sta fetenzia
che sputa minaccia e s'à piglia cò me

ma alla fine m'assetto papale
mi sbottono e mi leggo 'o giornale
mi consiglio con don Raffae'
mi spiega che penso e bevimm'ò cafè

A che bell'ò cafè
pure in carcere 'o sanno fa
co' à ricetta ch'à Ciccirinella
compagno di cella
ci ha dato mammà

Prima pagina venti notizie
ventuno ingiustizie e lo Stato che fa
si costerna, s'indigna, s'impegna
poi getta la spugna con gran dignità
mi scervello e mi asciugo la fronte
per fortuna c'è chi mi risponde
a quell'uomo sceltissimo immenso
io chiedo consenso a don Raffaè

Un galantuomo che tiene sei figli
ha chiesto una casa e ci danno consigli
mentre 'o assessore che Dio lo perdoni
'ndrento a 'e roullotte ci tiene i visoni
voi vi basta una mossa una voce
c'ha 'sto Cristo ci levano 'a croce
con rispetto s'è fatto le tre
volite 'a spremuta o volite 'o cafè

A che bell'ò cafè
pure in carcere 'o sanno fa
co' à ricetta ch'à Ciccirinella
compagno di cella
ci ha dato mammà

A che bell'ò cafè
pure in carcere 'o sanno fa
co' à ricetta ch'à Ciccirinella
compagno di cella
ci ha dato mammà

Qui ci stà l'inflazione, la svalutazione
e la borsa ce l'ha chi ce l'ha
io non tengo compendio che chillo stipendio
e un ambo se sogno 'a papà
aggiungete mia figlia Innocenza
vuo' marito non tiene pazienza
non chiedo la grazia pe' me
vi faccio la barba o la fate da sé

Voi tenete un cappotto cammello
che al maxi processo eravate 'o chiù bello
un vestito gessato marrone
così ci è sembrato alla televisione
pe' 'ste nozze vi prego Eccellenza
mi prestasse pe' fare presenza
io già tengo le scarpe e 'o gillè
gradite 'o Campari o volite 'o cafè

A che bell'ò cafè
pure in carcere 'o sanno fa
co' à ricetta ch'à Ciccirinella
compagno di cella
ci ha dato mammà

A che bell'ò cafè
pure in carcere 'o sanno fa
co' à ricetta ch'à Ciccirinella
compagno di cella
ci ha dato mammà

Qui non c'è più decoro le carceri d'oro
ma chi l'ha mi viste chissà
chiste so' fatiscienti pe' chisto i fetienti
se tengono l'immunità

don Raffaè voi politicamente
io ve lo giuro sarebbe 'no santo
ma 'ca dinto voi state a pagà
e fora chiss'atre se stanno a spassà

A proposito tengo 'no frate
che da quindici anni sta disoccupato
chill'ha fatto quaranta concorsi
novanta domande e duecento ricorsi
voi che date conforto e lavoro
Eminenza vi bacio v'imploro
chillo duorme co' mamma e co' me
che crema d'Arabia ch'è chisto cafè
 
 

HO VISTO NINA VOLARE

Mastica e sputa
da una parte il miele
mastica e sputa
dall'altra la cera

mastica e sputa
prima che venga neve
luce luce lontana
più bassa delle stelle

quale sarà la mano
che ti accende e ti spegne
ho visto Nina volare
tra le corde dell'altalena

un giorno la prenderò
come fa il vento alla schiena
e se lo sa mio padre
dovrò cambiar paese
se mio padre lo sa
mi imbarcherò sul mare

Mastica e sputa
da una parte il miele
mastica e sputa
dall'altra la cera

mastica e sputa
prima che faccia neve
stanotte è venuta l'ombra
l'ombra che mi fa il verso

le ho mostrato il coltello
e la mia maschera di gelso
e se lo sa mio padre
mi metterò in cammino
se mio padre lo sa
mi imbarcherò lontano

Mastica e sputa
da una parte il miele
mastica e sputa
dall'altra la cera

mastica e sputa
prima che metta neve
ho visto Nina volare
tra le corde dell'altalena

un giorno la prenderò
come fa il vento alla schiena
luce luce lontana
che si accende e si spegne

quale sarà la mano
che illumina le stelle
mastica e sputa
prima che venga neve
 

 

A CUMBA
(La colomba)

Pretendente:
Gh'aivu 'na bella cùmba ch'à l'é xeûa foea de cà
gianca cun'à néie ch'à deslengue a cian d'à sâ

Avevo una bella colomba che è volata fuori casa
bianca come la neve che si scioglie a pian del sale

Duv'a l'é duv'a l'é
         dov'è dov'è

che l'han vursciua vedde cegâ l'àe a stù casâ
spéita cume l'aigua ch'à derua zû p'ou rià

che l'hanno vista piegare le ali verso questo casale
veloce come l'acqua che precipita dal rio

Nu ghe n'é nu ghe n'é nu ghe n'é
          non ce n'è non ce n'è non ce n'è

Padre:
Cau ou mè zuenottu ve porta miga na smangiaxun
che se cuscì fise puriesci anàvene 'n gattixun
    Nu ghe n'é nu ghe n'é nu ghe n'é

Caro il mio giovanotto non vi porta mica qualche prurito
che se così fosse potreste andarvene in giro per amorazzi
      non ce n'è non ce n'è non ce n'è

Pretendente:
Vegnu d'â câ du rattu ch'ou magun ou sliga i pë

Vengo dalla casa del topo che l'angoscia slega i piedi

Padre:
Chi de cumbe d'âtri ne n'é vegnûe nu se n'é posé

Qui di colombe d'altri non ne son venute
non se ne son posate

Pretendente:
Vegnu c'ou coeu marottu de 'na pasciun che nu ghe n'è
            Vengo con il cuore malato di una passione che non ha uguali

Padre:
Chi gh'é 'na cumba gianca ch'â nu l'é â vostra ch'â l'é a me
      Nu ghe n'é âtre nu ghe n'é   /   nu ghe n'é âtre nu ghe n'é

Qui c'è una colomba bianca che non è la vostra che è la mia
      Non ce n'è altre non ce n'è non ce n'è altre non ce n'è

Coro:
A l'e xëuâ â l'é xëuâ  / a cumba gianca
de noette â l'é xëuâ  /  au cian d'â sâ
A truvian â truvian  / â cumba gianca
de mazu â truvian  / au cian d'ou pan.

E' volata è volata   /  la colomba bianca
di notte è volata   /  a pian del sale
La troveranno la troveranno  /  la colomba bianca
di maggio la troveranno  /  al pian del pane

Pretendente:
Vui nu vuriesci dàmela sta cumba da maiâ
gianca cum'â neie ch'à deslengue 'nt où rià
Duv'a l'é duv'a l'é  /  duv'a l'é duv'a l'é

Voi non vorreste darmela questa colomba da maritare
bianca come la neve che si scioglie nel rio
dov'è dov'è dov'è dov'è dov'è

Padre:
Mié che sta cumba bella a stà de lungu a barbaciu
che nu m'à posse vèdde à scricchi 'nte n'âtru niu
      Nu ghe n'é âtre nu ghe n'é   /   nu ghe n'é âtre nu ghe n'é

Guardate che bella colomba è abituata a cantare in allegria
che io non la debba mai vedere stentare in un altro nido
non ce n'è non ce n'è non ce n'è

Pretendente:
A tegnio à dindanàse suttà 'n angiou de melgranâ
cù a cua ch'ou l'ha d'â sèa â man lingèa d'ou bambaxia
   Duv'a l'é duv'a l'é  /  duv'a l'é duv'a l'é
      La terrò a dondolarsi sotto una pergola di melograni
      con la cura che ha della seta la mano leggera del bambagiaio
           dov'è dov'è dov'è dov'è dov'è

Padre:
Zuenu ch'âei bén parlòu 'nte sta seian-a de frevâ
      Giovane che avete ben parlato in questa sera di febbraio

Pretendente:
A tegnio à dindanàse suttà 'n angiou de melgranâ
      La terrò a dondolarsi sotto una pergola di melograni

Padre:
Saèi che sta cumba à mazu a xeuâ   d'â më 'nt â vostra câ
       Sappiate che questa colomba a maggio volerà dalla mia nella vostra casa

Pretendente:
Cu 'â cua ch'ou l'ha d'â sea â mân lingea d'ou bambaxia
Nu ghe n'é âtre nu ghe n'é   /   nu ghe n'é âtre nu ghe n'é
           Con la cura che ha della seta la mano leggera del bambagiaio
            non ce altre n'è non ce n'è altre non ce n'è

Coro:
A l'e xëuâ â l'é xëuâ  / a cumba gianca
de noette â l'é xëuâ  /  au cian d'â sâ
A truvian â truvian  / â cumba gianca
de mazu â truvian  / au cian d'ou pan.

E' volata è volata la colomba bianca
di notte è volata a pian del sale
La troveranno la troveranno la colomba bianca
di maggio la troveranno a pian del pane

Duv'a l'é duv'a l'é / ch'â ne s'ascunde
se maia se maia  /  au cian dou pan
cum'a l'é cum'a l'é / l'é cum'â neie
ch'â ven zu deslenguâ / da où rià.

dov'è dov'è che ci si nasconde
si sposerà si sposerà a pian del pane
Com'è com'è è come la neve
che viene giù sciolta dal rio

A l'e xëuâ â l'é xëuâ  / a cumba gianca
de mazu â truvian / au cian d'â sâ
Duv'a l'é duv'a l'é / ch'â ne s'ascunde
se maia se maia  /  au cian dou pan

E' volata è volata la colomba bianca
di maggio la troveranno al pian del sale
dov'è dov'è che ci si nasconde
si sposerà si sposerà al pian del pane

Cùmba cumbétta / beccu de séa
sérva à striggiùn c'ou maiu 'n giandùn
Martin ou và à pë / cun' l'aze deré
foegu de légne anime in çé.

Colomba colombina becco di seta
serva a strofinare per terra col marito a zonzo
Martino va a piedi con l'asino dietro
fuoco di legna anime in cielo

 
 

 BOCCA DI ROSA

La chiamavano bocca di rosa
metteva l'amore, metteva l'amore,
la chiamavano bocca di rosa
metteva l'amore sopra ogni cosa.

Appena scese alla stazione
nel paesino di Sant'Ilario
tutti si accorsero con uno sguardo
che non si trattava di un missionario.

C'è chi l'amore lo fa per noia
chi se lo sceglie per professione
bocca di rosa né l'uno né l'altro
lei lo faceva per passione.

Ma la passione spesso conduce
a soddisfare le proprie voglie
senza indagare se il concupito
ha il cuore libero oppure ha moglie.

E fu così che da un giorno all'altro
bocca di rosa si tirò addosso
l'ira funesta delle cagnette
a cui aveva sottratto l'osso.

Ma le comari di un paesino
non brillano certo in iniziativa
le contromisure fino a quel punto
si limitavano all'invettiva.

Si sa che la gente dà buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio,
si sa che la gente dà buoni consigli
se non può più dare cattivo esempio.

Così una vecchia mai stata moglie
senza mai figli, senza più voglie,
si prese la briga e di certo il gusto
di dare a tutte il consiglio giusto.

E rivolgendosi alle cornute
le apostrofò con parole argute:
"il furto d'amore sarà punito-
disse- dall'ordine costituito".

E quelle andarono dal commissario
e dissero senza parafrasare:
"quella schifosa ha già troppi clienti
più di un consorzio alimentare".

E arrivarono quattro gendarmi
con i pennacchi con i pennacchi
e arrivarono quattro gendarmi
con i pennacchi e con le armi.

Il cuore tenero non è una dote
di cui sian colmi i carabinieri
ma quella volta a prendere il treno
l'accompagnarono malvolentieri.

Alla stazione c'erano tutti
dal commissario al sagrestano
alla stazione c'erano tutti
con gli occhi rossi e il cappello in mano,

a salutare chi per un poco
senza pretese, senza pretese,
a salutare chi per un poco
portò l'amore nel paese.

C'era un cartello giallo
con una scritta nera
diceva "Addio bocca di rosa
con te se ne parte la primavera".

Ma una notizia un po' originale
non ha bisogno di alcun giornale
come una freccia dall'arco scocca
vola veloce di bocca in bocca.

E alla stazione successiva
molta più gente di quando partiva
chi mandò un bacio, chi gettò un fiore
chi si prenota per due ore.

Persino il parroco che non disprezza
fra un miserere e un'estrema unzione
il bene effimero della bellezza
la vuole accanto in processione.

E con la Vergine in prima fila
e bocca di rosa poco lontano
si porta a spasso per il paese
l'amore sacro e l'amor profano.
 


   

SMISURATA PREGHIERA

Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al disopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di impunità

Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta
recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie

Coltivando tranquilla
l'orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un'anestesia
come un'abitudine
per chi viaggia in direzione ostinata e contraria

col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità

per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità

ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere