Avvertenza!
Legge 633/41 art. 70 comma 1: "Il
riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera, per scopi di critica, di discussione ed anche di insegnamento,
sono liberi nei limiti giustificati da tali finalità e purchè non costituiscano
concorrenza alla utilizzazione economica dell'opera."
In altre parole: i testi delle canzoni che trovate su questo sito possono essere utilizzati solo ed esclusivamente per uso personale o di discussione.
Anime Salve
Testi e musiche di Fabrizio De Andrè e Ivano Fossati - Ricordi 1996
PRINCESA
Sono la pecora sono la vacca
che agli animali si vuol giocare
sono la femmina camicia aperta
piccole tette da succhiare
Sotto le ciglia di questi alberi
nel chiaroscuro dove son nato
che l'orizzonte prima del cielo
ero lo sguardo di mia madre
"che Fernandino è come una figlia
mi porta a letto caffè e tapioca
e a ricordargli che è nato maschio
sarà l'istinto sarà la vita"
e io davanti allo specchio grande
mi paro gli occhi con le dita a immaginarmi
tra le gambe una minuscola fica
nel dormiveglia della corriera
lascio l'infanzia contadina
corro all'incanto dei desideri
vado a correggere la fortuna
nella cucina della pensione
mescolo i sogni con gli ormoni
ad albeggiare sarà magia
saranno seni miracolosi
perché Fernanda è proprio una figlia
come una figlia vuol far l'amore
ma Fernandino resiste e vomita
e si contorce dal dolore
e allora il bisturi per seni e fianchi
in una vertigine di anestesia
finché il mio corpo mi rassomigli
sul lungomare di Bahia
sorriso tenero di verdefoglia
dai suoi capelli sfilo le dita
quando le macchine puntano i fari
sul palcoscenico della mia vita
dove tra ingorghi di desideri
alle mie natiche un maschio s'appende
nella mia carne tra le mie labbra
un uomo scivola l'altro si arrende
che Fernandino mi è morto in grembo
Fernanda è una bambola di seta
sono le braci di un'unica stella
che squilla di luce di nome Princesa
a un avvocato di Milano
ora Princesa regala il cuore
e un passeggiare recidivo
nella penombra di un balcone
o matu (la campagna)
o cèu (il cielo)
a senda (il sentiero)
a escola (la scuola)
a igreja (la chiesa)
a desonra (la vergogna)
a saia (la gonna)
o esmalte (lo smalto)
o
espelho (lo specchio)
o baton (il rossetto)
o medo (la paura)
a rua (la strada)
a bombadeira (la modellatrice)
a vertigem (la vertigine)
o encanto (l'incantesimo)
a
magia (la magia)
os carros (le macchine)
a policia (la polizia)
a canseira (la stanchezza)
o brio (la dignità)
o noivo (il fidanzato)
o capanga (lo sgherro)
o
fidalgo (il gransignore)
o porcalhao (lo sporcaccione)
o azar (la sfortuna)
a bebedeira (la sbronza)
as pancadas (le botte)
os carinhos (le carezze)
a falta (il fallimento)
o
nojo (lo schifo)
a formusura (la bellezza)
viver (vivere)
KHORAKHANE'
(a forza di essere vento)
Khorakhanè: tribù rom di provenienza serbo-montenegrina
Il cuore rallenta la testa cammina
in quel pozzo di piscio e cemento
a quel campo strappato dal vento
a forza di essere vento
porto il nome di tutti i battesimi
ogni nome il sigillo di un lasciapassare
per un guado una terra una nuvola un canto
un diamante nascosto nel pane
per un solo dolcissimo umore del sangue
per la stessa ragione del viaggio viaggiare
Il cuore rallenta e la testa cammina
in un buio di giostre in disuso
qualche rom si è fermato italiano
come un rame a imbrunire su un muro
saper leggere il libro del mondo
con parole cangianti e nessuna scrittura
nei sentieri costretti in un palmo di mano
i segreti che fanno paura
finchè un uomo ti incontra e non si riconosce
e ogni terra si accende e si arrende la pace
i figli cadevano dal calendario
Yugoslavia Polonia Ungheria
i soldati prendevano tutti
e tutti buttavano via
e poi Mirka a San Giorgio di maggio
tra le fiamme dei fiori a ridere a bere
e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi
e dagli occhi cadere
ora alzatevi spose bambine
che è venuto il tempo di andare
con le vene celesti dei polsi
anche oggi si va a caritare
e se questo vuol dire rubare
questo filo di pane tra miseria e sfortuna
allo specchio di questa kampina
ai miei occhi limpidi come un addio
lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca
il punto di vista di Dio
Cvava sero po tute
i kerava
jek sano ot mori
i taha jek jak kon kasta
Poserò la testa sulla tua
spalla
e
farò
un sogno di
mare
e domani un fuoco di legna
vasu ti baro nebo
avi ker
kon ovla so mutavia
kon ovla
perché l'aria
azzurra
diventi
casa
chi sarà a
raccontare
chi sarà
ovla kon ascovi
me gava palan ladi
me gava
palan bura ot croiuti
sarà chi
rimane
io seguirò questo
migrare
seguirò
questa corrente di ali
ANIME SALVE
Mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che bello il mio tempo che bella compagnia
sono giorni di finestre adornate
canti di stagione
anime salve in terra e in mare
sono state giornate furibonde
senza atti d'amore
senza calma di vento
solo passaggi e passaggi
passaggi di tempo
ore infinite come costellazioni e onde
spietate come gli occhi della memoria
altra memoria e no basta ancora
cose svanite facce e poi il futuro
i futuri incontri di belle amanti scellerate
saranno scontri
saranno cacce coi cani e coi cinghiali
saranno rincorse morsi e affanni per mille anni
mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che grande il mio tempo che bella compagnia
mi sono spiato illudermi e fallire
abortire i figli come i sogni
mi sono guardato piangere in uno specchio di neve
mi sono visto che ridevo
mi sono visto di spalle che partivo
ti saluto dai paesi di domani
che sono visioni di anime contadine
in volo per il mondo
mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che grande questo tempo che solitudine
che bella compagnia
DOLCENERA
Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
amiala ch'â
l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê
Guardala che arriva guarda com'è
com'è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei
guardala
come arriva guarda guarda com'è
guardala che arriva che è lei che è lei
nera che porta via che porta via la via
nera che non si vedeva da una vita intera così dolcenera nera
nera che picchia forte che butta giù le porte
nu l'è l'aegua ch'à fá baggiá
imbaggiâ imbaggiâ
Non è l'acqua che fa
sbadigliare
(ma) chiudere porte e finestre chiudere porte e finestre
nera di malasorte che ammazza e passa oltre
nera come la sfortuna che si fa la tana dove non c'è luna luna
nera di falde amare che passano le bare
âtru da stramûâ
â nu n'á â nu n'á
Altro da
traslocare
non ne ha non ne ha
ma la moglie di Anselmo non lo deve sapere
ché è venuta per me
è arrivata da un'ora
e l'amore ha l'amore come solo argomento
e il tumulto del cielo ha sbagliato momento
acqua che non si aspetta altro che benedetta
acqua che porta male sale dalle scale sale senza sale sale
acqua che spacca il monte che affonda terra e ponte
nu l'è l'aaegua de 'na rammâ
'n calabà 'n calabà
Non è l'acqua di un colpo di
pioggia
(ma) un gran casino un gran casino
ma la moglie di Anselmo sta sognando del mare
quando ingorga gli anfratti si ritira e risale
e il lenzuolo si gonfia sul cavo dell'onda
e la lotta si fa scivolosa e profonda
amiala cum'â l'aria amìa cum'â l'è cum'â l'è
amiala cum'â l'aria amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê
Guardala come arriva guarda com'è com'è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei
acqua di spilli fitti dal cielo e dai soffitti
acqua per fotografie per cercare i complici da maledire
acqua che stringe i fianchi tonnara di passanti
âtru da camallâ
â nu n'à â nu n'à
Altro da mettersi in spalla
non ne ha non ne
ha
oltre il muro dei vetri si risveglia la vita
che si prende per mano
a battaglia finita
come fa questo amore che dall'ansia di perdersi
ha avuto in un giorno la certezza di aversi
acqua che ha fatto sera che adesso si ritira
bassa sfila tra la gente come un innocente che non c'entra niente
fredda come un dolore Dolcenera senza cuore
atru de rebellâ
â nu n'à â nu n'à
Altro da trascinare
non ne ha non ne ha
e la moglie di Anselmo sente l'acqua che scende
dai vestiti incollati da ogni gelo di pelle
nel suo tram scollegato da ogni distanza
nel bel mezzo del tempo che adesso le avanza
così fu quell'amore dal mancato finale
così splendido e vero da potervi ingannare
Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
amiala ch'â
l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê
Guardala che arriva guarda com'è
com'è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei
guardala come arriva guarda guarda
com'è
guardala che arriva che è lei che è lei
LE ACCIUGHE FANNO IL PALLONE
Le acciughe fanno il pallone
che sotto c'è l'alalunga
se non butti la rete
non te ne lascia una
alla riva sbarcherò
alla riva verrà la gente
questi pesci sorpresi
li venderò per niente
se sbarcherò alla foce
e alla foce non c'è nessuno
la faccia mi laverò
nell'acqua del torrente
ogni tre ami
c'è una stella marina
amo per amo
c'è una stella che trema
ogni tre lacrime
batte la campana
passano le villeggianti
con gli occhi di vetro scuro
passano sotto le reti
che asciugano sul muro
e in mare c'è una fortuna
che viene dall'oriente
che tutti l'hanno vista
e nessuno la prende
ogni tre ami
c'è una stella marina
ogni tre stelle
c'è un aereo che vola
ogni tre notti
un sogno che mi consola
bottiglia legata stretta
come un'esca da trascinare
sorso di vena dolce
che liberi dal male
se prendo il pesce d'oro
ve la farò vedere
se prendo il pesce d'oro
mi sposerò all'altare
ogni tre ami
c'è una stella marina
ogni tre stelle
c'è un aereo che vola
ogni balcone
una bocca che m'innamora
ogni tre ami
c'è una stella marina
ogni tre stelle
c'è un aereo che vola
ogni balcone
una bocca che m'innamora
le acciughe fanno il pallone
che sotto c'è l'alalunga
se non butti la rete
non te ne lascia una
non te ne lascia una
non te ne lascia
DISAMISTADE
(disamicizia, faida)
Che ci fanno queste anime
davanti alla chiesa
questa gente divisa
questa storia sospesa
a misura di braccio
a distanza di offesa
che alla pace si pensa
che la pace si sfiora
due famiglie disarmate di sangue
si schierano a resa
e per tutti il dolore degli altri
è dolore a metà
si accontenta di cause leggere
la guerra del cuore
il lamento di un cane abbattuto
da un'ombra di passo
si soddisfa di brevi agonie
sulla strada di casa
uno scoppio di sangue
un'assenza apparecchiata per cena
e a ogni sparo all'intorno
si domanda fortuna
che ci fanno queste figlie
a ricamare a cucire
queste macchie di lutto
rinunciate all'amore
fra di loro si nasconde
una speranza smarrita
che il nemico la vuole
che la vuol restituita
e una fretta di mani sorprese
a toccare le mani
che dev'esserci un modo di vivere
senza dolore
una corsa degli occhi negli occhi
a scoprire che invece
è soltanto un riposo del vento
un odiare a metà
e alla parte che manca
si dedica l'autorità
che la disamistade
si oppone alla nostra sventura
questa corsa del tempo
a sparigliare destini e fortuna
che fanno queste anime
davanti alla chiesa
questa gente divisa
questa storia sospesa
A CUMBA
(La colomba)
Pretendente:
Gh'aivu 'na bella cùmba ch'à l'é xeûa foea de cà
gianca cun'à néie ch'à deslengue a cian d'à sâ
Avevo una bella colomba che è volata fuori casa
bianca come la neve che si scioglie a pian del sale
Duv'a l'é duv'a l'é
dov'è dov'è
che l'han vursciua vedde cegâ l'àe a stù casâ
spéita cume l'aigua ch'à derua zû p'ou rià
che l'hanno vista piegare le ali verso questo casale
veloce come l'acqua che precipita dal rio
Nu ghe n'é nu ghe n'é nu ghe n'é
non ce n'è non ce n'è non ce n'è
Padre:
Cau ou mè zuenottu ve porta miga na smangiaxun
che se cuscì fise puriesci anàvene 'n gattixun
Nu ghe n'é nu ghe n'é nu ghe n'é
Caro il mio giovanotto non vi porta mica qualche prurito
che se così fosse potreste andarvene in giro per amorazzi
non ce n'è non ce n'è non ce n'è
Pretendente:
Vegnu d'â câ du rattu ch'ou magun ou sliga i pë
Vengo dalla casa del topo che l'angoscia slega i piedi
Padre:
Chi de cumbe d'âtri ne n'é vegnûe nu se n'é posé
Qui di colombe d'altri non ne son venute
non se ne son posate
Pretendente:
Vegnu c'ou coeu marottu de 'na pasciun che nu ghe n'è
Vengo con il cuore malato di una passione che non ha uguali
Padre:
Chi gh'é 'na cumba gianca ch'â nu l'é â vostra ch'â l'é a me
Nu ghe n'é âtre nu ghe n'é / nu ghe n'é âtre
nu ghe n'é
Qui c'è una colomba bianca che non è la vostra che è la mia
Non ce n'è altre non ce n'è non ce n'è altre non ce n'è
Coro:
A l'e xëuâ â l'é xëuâ / a cumba gianca
de noette â l'é xëuâ / au cian d'â sâ
A truvian â truvian / â cumba gianca
de mazu â truvian / au cian
d'ou pan.
E' volata è volata / la colomba bianca
di notte è volata / a pian del sale
La troveranno la troveranno / la colomba bianca
di maggio la troveranno /
al pian del pane
Pretendente:
Vui nu vuriesci dàmela sta cumba da maiâ
gianca cum'â neie ch'à deslengue 'nt où rià
Duv'a l'é duv'a l'é / duv'a l'é duv'a l'é
Voi non vorreste darmela questa colomba da maritare
bianca come la neve che si scioglie nel rio
dov'è dov'è dov'è dov'è dov'è
Padre:
Miæ che sta comba bella a stâ de longo a barbacîo
che no m'a pòsse vedde a scricchî 'nte 'n atro nîo
Nu ghe n'é âtre nu ghe n'é / nu ghe n'é âtre nu ghe n'é
Guardate che bella colomba è abituata a cantare in allegria
che io non la debba mai vedere stentare in un altro nido
non ce n'è non ce n'è non ce n'è
altra traduzione forse migliore di questi versi (grazie a Franco Bampi):
Guardate che questa colomba bella sta sempre a cinguettio
che non la possa vedere crescere in un altro nido.
Pretendente:
A tegnio à dindanàse suttà 'n angiou de melgranâ
cù a cua ch'ou l'ha d'â sèa â man lingèa d'ou bambaxia
Duv'a l'é duv'a l'é /
duv'a l'é duv'a l'é
La terrò a dondolarsi sotto una pergola di melograni
con la cura che ha della seta la mano leggera del
bambagiaio
dov'è dov'è dov'è dov'è dov'è
Padre:
Zuenu ch'âei bén parlòu 'nte sta seian-a de frevâ
Giovane che avete ben parlato in questa sera di febbraio
Pretendente:
A tegnio à dindanàse suttà 'n angiou de melgranâ
La terrò a dondolarsi sotto una pergola di melograni
Padre:
Saèi che sta cumba à mazu a xeuâ d'â më 'nt â vostra câ
Sappiate che questa colomba a maggio volerà dalla mia nella vostra casa
Pretendente:
Cu 'â cua ch'ou l'ha d'â sea â mân lingea d'ou bambaxia
Nu ghe n'é âtre nu ghe n'é / nu ghe n'é âtre nu ghe n'é
Con la cura che ha della seta la mano leggera del bambagiaio
non ce altre n'è non ce n'è altre non ce n'è
Coro:
A l'e xëuâ â l'é xëuâ / a cumba gianca
de noette â l'é xëuâ / au cian d'â sâ
A truvian â truvian / â cumba gianca
de mazu â truvian / au cian
d'ou pan.
E' volata è volata la colomba bianca
di notte è volata a pian del sale
La troveranno la troveranno la colomba bianca
di maggio la troveranno a pian del pane
Duv'a l'é duv'a l'é / ch'â ne s'ascunde
se maia se maia / au cian dou pan
cum'a l'é cum'a l'é / l'é cum'â neie
ch'â ven zu deslenguâ / da où rià.
dov'è dov'è che ci si nasconde
si sposerà si sposerà a pian del pane
Com'è com'è è come la neve
che viene giù sciolta dal rio
A l'e xëuâ â l'é xëuâ / a cumba gianca
de mazu â truvian / au cian d'â sâ
Duv'a l'é duv'a l'é / ch'â ne s'ascunde
se maia se maia / au cian dou pan
E' volata è volata la colomba bianca
di maggio la troveranno al pian del sale
dov'è dov'è che ci si nasconde
si sposerà si sposerà al pian del pane
Cùmba cumbétta / beccu de séa
sérva à striggiùn c'ou maiu 'n giandùn
Martin ou và à pë / cun' l'aze deré
foegu de légne anime in çé.
Colomba colombina becco di seta
serva a strofinare per terra col marito a zonzo
Martino va a piedi con l'asino dietro
fuoco di legna anime in cielo
HO VISTO NINA VOLARE
Mastica e sputa
da una parte il miele
mastica e sputa
dall'altra la cera
mastica e sputa
prima che venga neve
luce luce lontana
più bassa delle stelle
quale sarà la mano
che ti accende e ti spegne
ho visto Nina volare
tra le corde dell'altalena
un giorno la prenderò
come fa il vento alla schiena
e se lo sa mio padre
dovrò cambiar paese
se mio padre lo sa
mi imbarcherò sul mare
Mastica e sputa
da una parte il miele
mastica e sputa
dall'altra la cera
mastica e sputa
prima che faccia neve
stanotte è venuta l'ombra
l'ombra che mi fa il verso
le ho mostrato
il coltello
e la mia maschera di gelso
e se lo sa mio padre
mi metterò in cammino
se mio padre lo sa
mi imbarcherò lontano
mastica e sputa
da una parte la cera
mastica e sputa
dall'altra il miele
mastica e sputa prima che metta neve
ho visto Nina volare
tra le corde dell'altalena
un giorno la prenderò
come fa il vento alla schiena
luce luce lontana
che si accende e si spegne
quale sarà la mano
che illumina le stelle
mastica e sputa
prima che venga neve
SMISURATA PREGHIERA
Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al disopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di
impunità
Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta
recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie
coltivando tranquilla
l'orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un'anestesia
come un'abitudine
per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove
gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità
per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità
ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere