Rimini (1978)
1 - Rimini
2 - Volta la carta
3 - Coda di lupo
4 - Andrea
5 - Tema di Rimini
6 - Avventura a Durango
7 - Sally
8 - Zirichiltaggia (Baddu tundu)
9 - Parlando del naufragio della London Valour
10 -
Folaghe
Album:
Nel bel libro "Doppio lungo addio", dove Massimo Bubola parla del suo rapporto con Fabrizio, il primo approccio viene raccontato così: "Una
mattina arrivò mio padre a svegliarmi: "Senti, dì ai tuoi amici scemi di non chiamare alle quattro di notte spacciandosi per Fabrizio De André". Gli dissi: "Ma sei sicuro che non fosse davvero lui?" "Ma sei matto? A quell'ora
chiamano solo i carabinieri e le persone serie dormono. Poi, sai com'è la mamma: non è più riuscita ad addormentarsi". E invece, ovviamente, era proprio Fabrizio De André.
Spartito dell'album
Volta la carta:
Il sito dedicato alle filastrocche: http://www.filastrocche.it/contempo/ricotta/testo_it.asp#La%20Donnina%20che%20semina%20il%20grano
In una chat interessante, Simona Bianchi mi ha offerto una chiave di lettura di Volta la carta che merita di essere condivisa:
Non ho certezze granitiche sulla volontà dei due di scrivere un testo che fosse di duplice lettura (allegra/triste).
In realtà è una mia sensazione. Che parte soprattutto dal fatto che ho vissuto questo testo in quanto donna.
Frasi come
"carabiniere l'ha innamorata, volta la carta e lui non c'è più";
"Angiolina seduta in cucina che piange che mangia insalata di more";
e "chiama i ricordi col loro nome"
mi riportano alla mente la catena di eventi che deve vivere una ragazza per diventare donna, i sogni infranti, l'incontro con i tanti "Babbi
Natale" che popolano il mondo prima di capire qualcosa di sé, per poi fare spallucce e "chiamare i ricordi col loro nome" diventando
dunque più consapevole di se stessa magari, ma anche conseguentemente molto più cinica rispetto a ciò che era nel vivere l'esperienza del primo innocente amore.
Da donna parecchie di queste fasi le ho passate, e ti assicuro che mentre ci sei in mezzo il cuore duole molto e a me è come parso di sentirlo sul serio il sapore di quelle more condite di lacrime...
Per non parlare delle foglie di ortica che mette tra i capelli e degli ossi di pesca che gira in mano quasi fossero i grani di un rosario (chiari
simboli del sacrificio, del sacrificio insito nell'essere donna di cui tante volte ha parlato in modo diretto).
E che dire di "Madama Dorò che ha perso sei figlie" per colpa dei bar del porto?
Conoscendo la sensibilità di Fabrizio riguardo a questi argomenti, mi viene difficile pensare che li abbia trattati con leggerezza fine a se stessa.
Sospetto invece che come nella "guerra di Piero", piuttosto che in "Girotondo" ecc li abbia solo edulcorati con la leggerezza, per farli
arrivare più diritti nel cuore, in questo caso forse solo nei cuori delle donne,le quali, mi ripeto, con poche eccezioni tutte hanno vissuto nella loro vita questi passaggi.
Il principe azzurro è il personaggio più difficile da uccidere per crescere.
Pensa poi a come parla della figura maschile: i soldati che scappano dalla guerra (anche se qua c'è la solita stoccata antimilitarista), il
bambino che tira i sassi per ingenuità crudele, non avendo ancora conosciuto la sofferenza; il bambino con la mamma che "gli inzucchera il naso", viziandolo; il carabiniere che seduce e poi scompare....
Insomma.
Mi è parso di poterne cavare le sue solite tematiche alla faccia della tarantella, che mi sembra invece voglia quasi simulare il ritmo frenetico
della vita che ti costringe a "chiamare i ricordi col loro nome" e a staccartene, se non vuoi morire di tristezza, pagando però, come al solito, lo scotto dell'indurimento di cuore.
Spero di essere riuscita a farti arrivare una piccola parte delle emozioni che mi suscita questa canzone, ne sarei felice.
E se mi vuoi dare della visionaria, fai pure, perché saresti, in parte, nel giusto.
Tanto convenzionale non sono di sicuro, ne sono consapevole.
Coda di lupo:
Coda di lupo è una canzone fortemente politica e al contempo molto criptica, che va dipanata strofa per strofa
. Riprende il discorso iniziato con Storia di un impiegato, nato dai sogni del '68. Dopo le elezioni del '75, dove il Partito Comunista Italiano ebbe un risultato notevole ma non sufficiente per il sorpasso della
Democrazia Cristiana, un De André deluso, quasi arrabbiato, scrive con Massimo Bubola un album triste, dove in Coda di Lupo esprime tutta la sua delusione.
"capelli corti generale ci parlò all'università..."
Il post del blog di Franco Senia dedicato a Coda di lupo: http://francosenia.blogspot.com/2006/09/la-storia-leggera.html
Avventura a Durango:
Nel libro "Bob Dylan Lyrics 1962-2001" il traduttore, Alessandro Carrera ha inserito delle note spesso molto utili alla comprensione dei testi: "L'idea della canzone nasce dal primo verso, a sua volta ispirato a una
cartolina raffigurante peperoncini messicani, che il commediografo Jack Gelber aveva inviato a Jacques Levy. I versi in spagnolo dicono: "Non piangere, amore mio, Dio veglia su di noi" e "Stringimi, vita mia"."
Sally:
Uno dei tanti libri di filastrocche inglesi che contiene "Mia madre mi disse..."
La terza e quarta strofa della filastrocca:
My young man has gone to France
To teach the ladies how to dance.
When he comes back he'll marry me,
Give me kisses, One, Two, Three.
Marry you! No such thing!
Yes, indeed, he bought me a ring;
Bought me a biscuit, bought me a tart.
What do you think of my sweetheart?
Il post di "Alessandro Pistonesi" sulla mailing list http://it.groups.yahoo.com/group/fabrizio. Raccolto anche sul sito http://www.viadelcampo.com/html/rimini.html
Il post di "red" del 12/5/1999 sulla mailing list http://it.groups.yahoo.com/group/fabrizio. Raccolto anche sul sito http://www.viadelcampo.com/html/rimini.html
Sul nome "Pilar", un interessante post di Riccardo Venturi: Sentendo la canzone qualcuno si è chiesto se Pilar fosse un nome femminile o maschile. Un post illuminante ha chiarito la faccenda: Pilar è "un nome femminile. Si tratta di un nome di origine religiosa ispirato alla Madonna (comunissimi in Spagnolo, così come le nostre Rosaria, Concetta, Immacolata ecc.). In particolare, il nome "Pilar" (che alla lettera significa "Pilastro") è ripreso dal nome della Cattedrale di Nuestra Senora del Pilar (la "Madonna del Pilastro") di Saragozza, uno dei capolavori dell'arte iberica e veneratissima in tutti i paesi di lingua castigliana".
Durante un concerto Fabrizio disse "non devi giocare con gli svizzeri nel bosco. (tratta da "Come un'anomalia" di R. Cotroneo, pag 192): "Sempre allo stesso concerto con la Premiata Forneria Marconi, completamente ubriaco, attaccai Sally, e i primi due versi "Mia madre mi disse: non devi giocare con gli zingari nel bosco" diventarono, insspiegabilmente, "Mia madre mi disse: non devi giocare con gli svizzeri nel bosco", attribuendo alla mia mitissima madre animosità antielvetica che davvero non le appartiene".
Parlando del naufragio della London Valour:
L'articolo sul naufragio della Domenica del corriere del 21 Aprile 1970
Cliccare sulle pagine per ingrandire
Il post di Franco Senia, nella mailing list "Fabrizio" http://it.groups.yahoo.com/group/fabrizio/ raccolto anche sul sito: http://www.viadelcampo .com/html/parlando_del_naufragio.html
Ad un concerto il figlio Cristiano , a Campione d'Italia il 09-09-2010, ricorda a quel tempo una disputa " a distanza" tra Faber e Guccini.
Il pavanese gli attribuiva un "imborghesimento": nel testo di "via Paolo Fabbri 43" cita:
..."Marinella non c' era, fa la vita in balera
ed ha altro per la testa a cui pensare"..
Secondo Cristiano Faber gli risponde per le rime ne "il naufragio della London Valour", con il riferimento
..."il poeta metodista ha spine di rosa nelle zampe
per far pace con gli applausi per sentirsi più distante
la sua stella sì e oscurata da quando ha vinto la gara del sollevamento pesi".
(grazie a Maurizio)
Folaghe: forse non tutti sanno che sono degli uccelli (grazie a Marco Fabi)