Canzoni

Canzoni (1974)

 1 - Via della povertà 
 2 -
Le passanti
 3 -
Fila la lana
 4 -
La ballata dell'amore cieco (o della vanità)
 5 -
Suzanne
 6 -
Morire per delle idee
 7 -
La canzone dell'amore perduto
 8 -
La città vecchia
 9 -
Giovanna d'Arco
10 -
Delitto di paese
11 -
Valzer per un amore

 

Album:

Via della povertà:
Potete trovare il testo originale sul sito di Bob Dylan, qui: http://www.bobdylan.com/#/songs/desolation-row.
I commenti dal sito
Maggie's Farm: http://www.maggiesfarm.it/carreralyricsinterview.htm. Ipotesi Idea sul titolo originale, suggerita dalla versione inglese di Wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Desolation_Row
Il commento di Gabriele Benzing, nella recensione di Highway 61 revisited pubblicata su http://www.ondarock.it/pietremiliari/dylan_highway.htm
Intervista a Bob Dylan pubblicata su USA Today del 10 Settembre 2001: http://www.usatoday.com/life/music/2001-09-10-bob-dylan.htm#more
Il commento alla canzone nella mailing list la trovate qui: http://it.groups.yahoo.com/group/fabrizio/ il messaggio è il 6650

Altri commenti di De André alla sua "rivisitazione": "In qualche caso mi limiterò a dire il nome di battesimo, almeno di uno di questi personaggi.
Anche perchè non ho nessuna intenzione di finire in galera visto che finisco già tutti i giorni sui giornali, in maniera piuttosto antipatica. Io credo che sia il caso di fare la versione politica, anche perchè la maggior parte di questi personaggi sono stati emarginati dopo le elezioni del 15 giugno soltanto apparentemente. Proprio per il fatto che questa emarginazione è soprattutto apparente io credo che il fatto di ricordarcela non disturbi, ne noi nè voi. Se vi va bene quindi faremo la versione politica. Va bene?
La canzone si chiama "Via della povertà"" (Concerto a Rimini del 15/9/1975)
"A chi poi ha scritto che io sono un comunista improvvisato, io dò ragione, davvero. Da un punto di vista di quella che è la considerazione del Partito Comunista Italiano io sono improvvisatissimo, tant'é vero che io non ho mai fatto serate ed è la prima volta quest'estate, visto che alla Bussola ho fatto il grano per poi fare serate gratis. (fischi da alcuni nel pubblico) Non fischiatemi subito, fatemi finire il discorso.
Da questo punto di vista posso essere considerato improvvisato, però come comunista libertario cioè come credente dell'anarchismo, non sono improvvisato." (Durante il concerto a Milano del 15/11/1975) 

Un pò di descrizioni dei nomi usati, seguendo lo schema di Riccardo Venturi:
Giorgio Almirante (Salsomaggiore [PR] 1914 - Roma 1988). Leader del MSI e suo segretario per lunghi anni.
Ugo La Malfa (Palermo, 1903 – Roma, 1979). Fu segretario del Partito Repubblicano Italiano (PRI) dal 1965 fino alla sua morte.
Aldo Moro (Maglie [LE] 1916 – Roma 1978). Politico di spicco della politica italiana. Fu più volte presidente del consiglio e presidente della Democrazia Cristiana (DC). Morì nel 1978 per mano delle Brigate Rosse dopo un rapimento che fece scalpore, anche per la strage dei cinque uomini della sua scorta.
Alfredo Covelli (Bonito [AV], 1914 – Roma, 1998). Esponente di primo piano del MSI, in cui rappresentava l'ala monarchica. Nel 1946 fondo' il PNM (Partito Nazionale Monarchico); conflui' nel 1970 nel MSI-Destra Nazionale. Dal suo monarchismo il riferimento di De Andre' nell'ultimo verso della strofa.
Il 15 giugno 1975 si svolsero le elezioni amministrative che videro uno storico "balzo in avanti" del PCI (circa il 34% dei voti). Nonostante ciò ci fu la delusione di chi aveva sperato fino all'ultimo in un sorpasso delle sinistre verso il polo moderato, che non avvenne.
Accostamento di Berlinguer al Papa nel 1974, l'anno del referendum sul divorzio...
Giovanni Leone (Napoli, 1908 – Roma, 2001), Presidente della Repubblica Italiana dal 1971 al 1978
Giovanni (Gianni) Agnelli (Torino, 1921- Torino, 2003), principale azionista della Fiat. Dal 1991 senatore a vita della Repubblica.
Indro Montanelli (Fucecchio [FI], 1909 - Milano, 2001). Giornalista. Nel 1974 aveva fondato "Il Giornale".
Claudio Signorile (Bari, 1937). Noto esponente del Partito Socialista Italiano (PSI
Riccardo Lombardi (Regalbuto, 1901 – Roma, 1984). Esponente di spicco del Partito Socialista Italiano (PSI).
Claudio Martelli (Gessate, 1943) Esponente del PSI ministro della Repubblica diverse volte.
Cardinale Marcinkus (USA, 1922 – USA, 2006). Arcivescovo cattolico statunitense.  Divenne famoso come presidente dello IOR (Istituto per le Opere di Religione), praticamente la banca del Vaticano, dal 1971 al 1989.
Sandro Pertini (Stella San Giovanni [SV], 1896 – Roma, 1990). Uomo politico famoso e membro del Partito Socialista Italiano (PSI). Fu Presidente della Camera dei Deputati per due volte. Venne eletto Presidente della Repubblica Italiana nel 1978 e lo restò fino al 1985, rifiutandosi di candidarsi per un successivo mandato. 
Beniamino Andreatta (Trento, 1928 – Bologna, 2007). Economista, accademico ed infine politico, dapprima  nelle file della Democrazia Cristiana (DC) e poi, nella seconda Repubblica, come membro del governo Prodi.
Benedetto Craxi, detto Bettino (Milano, 1934 – Hammamet, 2000). Nel 1976 divenne segretario del Partito Socialista Italiano (PSI). Nel 1979 fu il primo Presidente del Consiglio socialista.
Giovanni Francesco Malagodi (Londra 1904 – Roma 1991). Esponente di spicco del Partito Liberale Italiano (PLI), di cui fu per molti anni segretario nazionale. 
Francisco Franco (Ferrol 1892 – Madrid 1975) noto anche come Generalísimo Francisco Franco o il Caudillo, generale e politico spagnolo. Fece parte del colpo di stato che rovesciò la repubblica in Spagna nel 1936 e diede origine alla guerra civile che si concluse nel 1939 con la restaurazione della monarchia. Rimase al potere come reggente fino alla morte, nel 1975. La garrota, citata nell'ultimo verso di questa strofa, è uno strumento usato in Spagna fino al 1975 per le esecuzioni della pena di morte. Il condannato veniva strangolato lentamente con un collere di ferro.
Flavio Carboni (Sassari, 1932), imprenditore, coinvolto in diverse inchieste giudiziarie.
Michele Sindona (Patti, 1920 – Voghera, 1986): banchiere italiano coinvolto in diverse situazioni non chiare e condannato all'ergastolo come mandante dell'omicidio Ambrosoli.

 


Le passanti:
Per la storia di questa canzone: Riccardo Venturi sul sito www.antiwarsongs.org.
La versione originale della poesia di Antoine Pol, estratta da Emotions poetiques (tratto da: http://www.poesies.net/poeme8.html )

 

Les passantes

Je veux dédier ce poème
A toutes les femmes qu'on aime
Pendant quelques instants secrets
A celles qu'on connaît à peine
Qu'un destin différent entraîne
Et qu'on ne retrouve jamais

A celle qu'on voit apparaître
Une seconde à sa fenêtre
Et qui, preste, s'évanouit
Mais dont la svelte silhouette
Est si gracieuse et fluette
Qu'on en demeure épanoui

A la compagne de voyage
Dont les yeux, charmant paysage
Font paraître court le chemin
Qu'on est seul, peut-être, à comprendre
Et qu'on laisse pourtant descendre
Sans avoir effleuré sa main

A la fine et souple valseuse
Qui vous sembla triste et nerveuse
Par une nuit de carnaval
Qui voulut rester inconnue
Et qui n'est jamais revenue
Tournoyer dans un autre bal

A celles qui sont déjà prises
Et qui, vivant des heures grises
Près d'un être trop différent
Vous ont, inutile folie,
Laissé voir la mélancolie
D'un avenir désespérant

A ces timides amoureuses
Qui restèrent silencieuses
Et portent encor votre deuil
A celles qui s'en sont allées
Loin de vous, tristes esseulées
Victimes d'un stupide orgueil.

Chères images aperçues
Espérances d'un jour déçues
Vous serez dans l'oubli demain
Pour peu que le bonheur survienne
Il est rare qu'on se souvienne
Des épisodes du chemin

Mais si l'on a manqué sa vie
On songe avec un peu d'envie
A tous ces bonheurs entrevus
Aux baisers qu'on n'osa pas prendre
Aux coeurs qui doivent vous attendre
Aux yeux qu'on n'a jamais revus

Alors, aux soirs de lassitude
Tout en peuplant sa solitude
Des fantômes du souvenir
On pleure les lèvres absentes
De toutes ces belles passantes
Que l'on n'a pas su retenir

 

Liana Nissim ha scritto di una poesia che potrebbe aver ispirato Antoine Pol:  "Ha incluso Charles Baudelaire nella sua raccolta Les fleurs du mal una poesia dedicata À une passante. Nell'assordante caos urbano, il poeta è affascinato da una donna stupenda, vestita a lutto, nobile nel portamento, elegantissima. Di lei nota la mano, gli occhi, lo sguardo dolcissimo e tempestoso, carico di sofferenza. Non la ferma, e sempre rimpiangerà un amore consapevole, corrisposto e mai colto:
       Car j'ignore où tu fuis, tu ne sais où je vais,
       O toi que j'eusse aimée, ò toi qui le savais!*
* Traduzione letterale: "Poiché io ignoro dove tu fuggi, tu non sai dove io vado, / o tu che avrei amato, o tu che lo sapevi".
Brassens e De André moltiplicano la passante di Baudelaire in tutte le possibili passanti, in tutte le donne scorte un istante e perdute per sempre."
(Liana Nissim,  Fabrizio De André, il rispettoso bardo della donna  in Fabrizio De André. Accordi eretici, Euresis Edizioni, Milano, 1997)

Il rimando a Leoparti è di Antonio Prete, Finitudine e Infinito Su Giacomo Leopardi, Feltrinelli, Milano, 1998. Potete trovare un ampio estratto su Google libri: http://books.google.it/ .Un grazie particolare a Luna che nel suo blog ha segnalato questo interessante riferimento: http://lunaticamente.splinder.com/tag/les+passantes+-+brassens
 

Suzanne:
suzanne verdal ispiratice della omonima canzone dal sito leonardcohenfilesSuzanne Verdal ispiratice della omonima canzone dal sito www.leonardcohenfiles.com 

The story of Suzanne, http://www.leonardcohenfiles.com/verdal.html. Per alcuni commenti, Matteo Losi, su http://www.unmute.net/recensioni/l/leonard_cohen.htm

 

 

Leonard Choen & Suzanne
"Per quattro decenni, Leonard Cohen è stato uno dei più importanti e influenti cantautori del nostro tempo, una figura il cui lavoro raggiunge grandi profondità di mistero e di significato con il passare del tempo." Così si presenta Cohen sul suo sito (http://www.leonardcohen.com/), ed è difficile dargli torto.
Leonard Cohen è un poeta, uno scrittore e un cantautore (cronologicamente in quest'ordine). E' nato nel 1934 a Montreal, in Canada, da una famiglia ebrea immigrata. Si è interessato di poesia da sempre. La sua prima opera fu appunto un libro di poesie pubblicato nel 1956, a ventidue anni. Si intitolava Let Us Compare Mythologies. Ebbe subito un discreto successo, e continuò per un pò sulla strada della poesia: nel 1961 pubblicò una seconda raccolta di poesie, The Spice-Box of Earth, a cui ne seguirono altre (famoso il Flowers for Hitler) e cominciò anche a pubblicare romanzi.
Nel 1966 la famosa cantante Judy Collins incise una canzone basata su una sua poesia: Suzanne, che Cohen le aveva fatto sentire per telefono. Piacque, e l'anno dopo, nel 1967, Leonard Cohen se ne uscì con il suo primo disco, Songs of Leonard Cohen. Lui stesso affermò, più di una volta, che intraprese questa strada perchè le poesie ed i romanzi non gli davano abbastanza da vivere.
Suzanne era ed è una delle sue canzoni più belle e famose, ed è quella che ne decretò il successo in campo musicale, al primo tentativo. "C'è una Suzanne fondamentale nella vita di Leonard, Suzanne Elrod, la madre dei suoi figli, ma non è lei la protagonista del brano. È Suzanne Verdal invece, una ballerina incontrata anni prima a Montreal che aveva ispirato un paio di poesie finite su Parasites Of Heaven. La canzone intreccia una visita a casa sua, vicino al fiume St. Lawrence, e le fantasie scatenate da una visita a una piccola chiesa dei marinai sempre a Montreal, la Chapelle de Bonsecours. La trama sfuggente eccita l'attenzione, Cohen appare fin dalla prima canzone del primo album un affabulatore capace di incantare, di portare chi ascolta in un altro mondo di meravigliosi fantasmi." (Riccardo Bertoncelli, su http://delrock.it/album/1967/songs_of_leonard_cohen.php)

Sulle differenze tra la versione a 45 giri e quella su LP:
in SUZANNE (oltre alla  orchestrazione differente di Piovani, il tempo più veloce, il fischio  omesso nella versione successiva e la chitarra decisamente meno in  evidenza, per una durata totale di 3:05 rispetto alla versione reincisa  per l'LP Canzoni di 3:24) la frase E COSI' FARANNO SEMPRE è tradotta E  SI SPORGERANNO SEMPRE.
(grazie a Flavio Poltronieri)

 

 

Morire per delle idee
Potete trovare il testo della canzone "Les deux oncles", così tanto contestata da spingere Brassens a scrivere "Morire per delle idee"  sia sul sito Analyze Brassens: http://www.analysebrassens.com/?page=texte&id=88&%23 sia sul sito Canzoni contro la guerra: http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=394  con alcune delle considerazioni aggiuntive

 

Giovanna d'Arco
Per il testo completo di ultima strofa e punto di domanda, si veda il sito ufficiale di Leonard Cohen: http://www.leonardcohen.com/music.cgi?album_id=3&song_id=8

Sulle differenze tra la versione a 45 giri e quella sull'LP:
in GIOVANNA D'ARCO la frase NESSUNA LUNA PER LA SUA CORAZZA è tradotta NESSUNA LUNA PER LA CORAZZA ED IL MANTO e la frase DELLA GUERRA SONO STANCA ORMAI è  invertita in SONO STANCA DELLA GUERRA ORMAI.
Poi la frase E CHI SEI TU? viene cantata col sorriso sulle labbra e c'è un  coro femminile che ricorre ad ogni ritornello oltre ai flauti, entrambi  non presenti nell'LP con l'orchestrazione di Reverberi, la chitarra meno in evidenza e ovviamente la durata di 5:05 sul 45 giri è superiore a  quella di 4:47 dell'LP a causa della quartina finale omessa e si può ben capire il perchè in quanto la sua traduzione è di qualità  poeticamente  inferiore a quella del resto del testo, anche se la canzone ha bisogno  di questo finale che ne racchiude il senso profondo nella poetica di  Cohen....la mia traduzione è:

"Ho visto il suo viso, ho visto il dolore
ho visto la gloria nel suo sguardo raggiante
anche io vorrei luce ed amore
ma perchè deve essere sempre così crudele e accecante"


(grazie a Flavio Poltronieri)