Senza orario senza bandiera
Nico Di Palo: chitarra e voce solista
Vittorio De Scalzi: chitarra e voce solista
Mauro Chiarugi: Organo
Girgio D'Adamo: Basso
Gianni Belleno: Batteria
Orchestra diretta da Gianpiero Reverberi
Realizzato negli studi FONIT-CETRA di Milano
Tecnico del suono Plinio Chiesa
Copertina dipinta da Bunny (di Sturla)
Senza orario senza bandiera, LP
Senza orario senza bandiera, stereosette
Signore io sono Irish, 45 giri
L'Uomo che va alla ricerca di se stesso, della propria realtà e della propria storia, è il protagonista del "viaggio" che Fabrizio De André e i "New Trolls" ci raccontano in questo microsolco.
Nulla è lasciato al caso, in questo pellegrinaggio che conduce un nostro simile alla scoperta del Mondo: ogni incontro, ogni pagina di questa storia è una tessera di un mosaico che coglie i diversi eppur concomitanti aspetti della natura umana, della sua quotidiana epopea.
Ne l tempo stesso -la contraddizione è solo apparente- nessun rigore di causalità lega questo vagabondaggio che non ha programmi, se non di cercare ovunque "il dolore/la gioia dell'Uomo".
Senza schemi fissi, senza preconcetti ideologici: appunto "senza orario, senza bandiera".
Direi che, al fondo di questo disco, vi sia soprattutto il gioco emozionante di una continua scoperta della Vita ("Ho veduto...i tucul / le case dei ricchi / e ho pianto....
Ho ascoltato / il linguaggio del mondo / e ho pianto") l'entusiasmo di chi va costruendo se stesso attraverso una serrata trafila di esperienze: "Andrò ancora e se tornerò / sarò senz'altro migliore".
La galleria di situazioni e di personaggi che incontriamo in questo viaggio-verifica è dunque estremamente varia, proprio come varia e complessa è la natura umana.
Si va dalla figura del patetico sognatore che vorrebbe una strada tutta per sè, piena di luci, di colori, di voli alti e di bimbi che giocano; alla fede primordiale e all'ingenuo ottimismo di Irish che ringrazia il signore per le labbra e gli occhi della sua ragazza e gli chiede una bicicletta, solo una bicicletta per andare in chiesa alla domenica; alla definitica solitudine di Susy, la bellissima che per non aver mai ritenuto nessun uomo degno di lei è invecchiata senza conoscere l'amore; al frequentatore del "bar dell'angolo" che ben presto dimenticherà di aver perduto al gioco perchè fuori c'è la sua donna ad aspettarlo.
L'itinerario prosegue con la bellissima immagine del figlio di pescatori che "guarda stupito / la bocca aperta / delle sue scarpine", mentre intorno a lui la civiltà del Duemila rotea senza sfiorarlo. Si passa poi al racconto del vecchio soldato che rievoca senza dolore drammi ormai sepolti dal tempo ( "Ti ricordi Joe? / Ti ricordi di Sam / con il cuore coperto / di mosche?"). Poi c'è l'accorata perorazione di Padre O'Brien, il missionario a cui il costo di un missile basterebbe per "togliere il dolore /dai lebbrosari della terra". Infine la commovente timidezza di Tom Flaherty, che non oserà mai confessare il proprio amore alla ragazza dei suoi sogni: "Lo scriverò anche a dio. / Solo a te, amore / non lo dirò mai".
Questo a grandi linee, il contenuto dei testi che De André ha composto traendoli daalcune liriche del poeta genovese Riccardo Mannerini, e a cui i "New Trolls" hannoaggiunto il fervore trascinante delle loro musiche, ricche di colore e di forza espressiva.
I singoli brani sono stati collegati con intermezzi orchestrali realizzati da Gian Piero Reverberi, per sottolineare la continuità del "viaggio" anche sotto il profilo formale.
Non va sottovalutata un'altra singolarità di questo disco: l'incontro fra l'esuberante
giovinezza dei "New Trolls" e un autore "impegnato", ormai pervenuto ad una sua pensosa maturità creativa, come è Fabrizio De André. Incontro che poteva anche rivelarsi uno scontro, tanto sono diverse le loro esperienze espressive, e che invece si è risolto nel reciproco completarsi di personalità diverse, in un felice amalgama fra musica e poesia.
CESARE G. ROMANA
L'LP è stato ristampato più volte, con lo stesso codice ma con lavorazioni diverse (a volte non apribile, copertina laminata ecc.)
La prima versione è apribile e all'interno contiene sia i testi che le note di Cesare Romana.
Uscì anche un 45 giri della canzone Signore io sono Irish.