Ottocento

Durata
4.56
Autori

Fabrizio De André, Mauro Pagani

Editore musicale

Universal Music Publishing Ricordi Srl

FAQ

Dalla mailing list su De André

Discussioni  su Ottocento

From: Franco Senia <franco.senia@tin.it>

Subject : ottocento (era:[fabrizio] ri / sentimento)
 
Date: Sat, 04 May 2002 13:18:42 +0200
Alle 23.19 03/05/02 +0000, Walter Pi  ha scritto:

>3. Cosa vuol dire Ottocento?

meglio ancora, cosa vogliono dire "le nuvole"!?
Si può tentare, volendo, di dare qualche risposta, col senno di poi, forzando quanto basta.
Un concept album, a mio avviso, diviso in due parti. Ma questo l'ho già  sostenuto, in altri tempi e altrove.
Riprendendo l'incipit della mail precedente, mi sento di affermare che la  prima parte  (quella in lingua) parla di "investimento affettivo"; mentre  la seconda (quella in vari dialetti) parla di amore.
Il tutto, ovviamente, sotto un cielo denso di "nuvole" che si sono addensate minacciose per tutto quel decennio precedente all'uscita del disco. Quegli anni ottanta che vengono chiamati "ottocento": dieci anni lunghi come un secolo!
Cominciando dal testo (recitato) che apre il disco, e dal richiamo ad  aristofane. E qui arriva la forzatura. Propongo un fabrizio de andré visionario, attento alla trasformazione dei processi produttivi!
Aristofane e i sofisti. Già!
La merce del nuovo capitalismo è il sapere, la conoscenza, l'informazione.
Maledetti sofisti! Fanno commercio della conoscenza; la trasportano e la vendono. Per divertire e per guadagnare.
E anche l'amore - quel che ne rimane - può essere solo "investimento affettivo", dove "alla moglie dalle larghe maglie e dalle molte voglie" si  regalano scatole d'argento.  E se il figlio è "annegato come un coniglio", nel naviglio di quella stessa milano che galleggia in una bottiglia di  orzata, magari al solo scopo di pugnalare nell'orgoglio un padre preoccupato per il malcontento che continua a serpeggiare contro il motore che fa girare il mondo; non importa. "Domani andrà meglio"!

possiamo anche continuare, volendo.

salud
--Franco Senia--
 

Franco Senia <franco.senia@tin.it>
Subject: Re: ottocento (era:[fabrizio] ri / sentimento)
Date: Sat, 04 May 2002 19:06:06 +0200
 
Alle 15.24 04/05/02 +0300, dilillo  ha scritto:

> > possiamo anche continuare, volendo.
>continua, continua!

io continuo pure; ma non era questo il punto, anche perchè, a dirla tutta,  non è che abbia usato la prima persona plurale del verbo potere a causa di un mio supposto stato di gravidanza!

Comunque, finisco con "ottocento"; impietosa fotografia, virata al comico,  del decennio appena trascorso. Anche qui, come in "al ballo mascherato", c'è un padre che pretende aspirina (alka seltzer) ed affetto. Solo che questa volta (questo "adesso") evita di inciampare nella sua autorità. Si perde, estasiato, nella contemplazione di tutte le "meraviglie" con cui il capitalismo ci riempie, grazie al miracolo del "libero mercato". E, per dormire tranquillo, basta un alka-seltzer, prima di andare a letto.
Nessun pericolo di saltare in aria. Il figlio è morto. La figlia è solo un valore di scambio ("già matura e ancora pura") sul mercato ("quante belle figlie da sposar"). Da condurre all'altare, camminando "su un tappeto di contanti".

Non c'è che dire! E' proprio una brutta nuvolaglia, quella di "ottocento", quasi peggio delle brutte nubi scure della domenica delle salme; è un niente, a confronto, la nuvoletta, quasi bianco-rosa, che è don raffaè.
Le altre non sono nuvole. Sono "solo passaggi di tempo" che si preparano a compltetare il loro "processo di individualizzazione" e diventare così, anche loro, "anime salve".

salud

--Franco Senia--


Enrica Iaffei <enrica_iaffei@yahoo.it>
Subject :  Re: ottocento (era:[fabrizio] ri / sentimento)
Date :  Sun, 05 May 2002 11:15:10 +0300
At 13.18 04/05/02 +0200, you wrote:
>...
>Riprendendo l'incipit della mail precedente, mi sento di affermare che la
>prima parte  (quella in lingua) parla di "investimento affettivo"; mentre
>la seconda (quella in vari dialetti) parla di amore.

Visto che al tempo avevo poco piu' di 10 anni, posso inorridire adesso per la locuzione "investimento affettivo"?
Mentre, pero', trovo molto amore nel lato B dell'album (io l'ho comprato in vinile!), penso che nella prima meta' l'investimento affettivo sia evidente solo in ottocento. Questo a meno di considerare investimento affettivo anche l'impegno politico oppure la deferenza mafiosa.

>...
>E anche l'amore - quel che ne rimane - può essere solo "investimento
>affettivo", dove "alla moglie dalle larghe maglie e dalle molte voglie" si
>regalano scatole d'argento.  E se il figlio è "annegato come un coniglio",
>nel naviglio di quella stessa milano che galleggia in una bottiglia di
>orzata, magari al solo scopo di pugnalare nell'orgoglio un padre
>preoccupato per il malcontento che continua a serpeggiare contro il motore
>che fa girare il mondo; non importa. "Domani andrà meglio"!

saro' forse l'unica, ma in quel figlio annegato come un coniglio ho sempre visto il figlio di agnelli, la sua nascosta e "vergognosa" fragilita' di cui al tempo gia' si parlava piu' o meno a bassavoce. In tutta la canzone, comunque, sono sparsi figli tipici della borghesia da bere che negli anni '80 cominciava a sentirsi imbattibile

>possiamo anche continuare, volendo.

ci possiamo provare, soffro di scarsa connettivita' in questi giorni, ma cerchero' di esserci, per esempio per analizzare la scelta della lingua.
Sonorita' teutoniche che richiamano alla mente idee di efficienza e di fine impero, forse?

Enrica

 
From :  Franco Senia <franco.senia@tin.it>
Reply-To: fabrizio@yahoogroups.com
 
Subject : Re: ottocento (era:[fabrizio] ri / sentimento)
Date :  Sun, 05 May 2002 12:48:47 +0200
Alle 11.15 05/05/02 +0300, Enrica Iaffei  ha scritto:

<(........)
>Mentre, pero', trovo molto amore nel lato B dell'album (io l'ho comprato
>in vinile!), penso che nella prima meta' l'investimento affettivo sia
>evidente solo in ottocento. Questo a meno di considerare investimento
>affettivo anche l'impegno politico oppure la deferenza mafiosa.

Credo che l'aggetivizzazione "affettiva" lasci il tempo che trova, rispetto alla logica dello "investimento" cui deve sottomettersi.
In questo senso, credo, tutta la facciata A del disco parli dello stesso genere di investimento. Non importa che sia quello affettivo del padre collezionista, o quello "deferente e mafioso" di pasquale cafiero, o quello "artistico" dei cantautori.

>saro' forse l'unica, ma in quel figlio annegato come un coniglio ho sempre
>visto il figlio di agnelli, la sua nascosta e "vergognosa" fragilita' di
>cui al tempo gia' si parlava piu' o meno a bassavoce.

edoardo agnelli? morto nel 2000??


>(..........)
>ci possiamo provare, soffro di scarsa connettivita' in questi giorni, ma
>cerchero' di esserci, per esempio per analizzare la scelta della lingua.
>Sonorita' teutoniche che richiamano alla mente idee di efficienza e di
>fine impero, forse?

credo che il problema della lingua (anzi, delle lingue) sia una delle chiavi di "le nuvole". Si comincia con l'italiano lievemente  "sgrammaticato" del parlato, all'inizio.

"...e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti...."

Poi la lingua di "ottocento" passa, improvvisamente, dalla filastrocca in  italiano a quella svolta in un tedesco inesistente. Si potrebbe azzardare che le parole, come suono e basta, stiano proprio ad indicare l'assenza delle parole fatte di sangue e carne!
Dopodichè si passa al napoletano italianizzato di "don raffaè", dove la  perdita dell'idendità sull'altare dell'investimento si consuma nell'incapacità di riuscire a parlare "alla pari" con il potere.
Solo i cantautori de "la domenica delle salme" sarebbero in grado di  riuscire a parlare, facendosi comprendere da tutti; ma la canzone, nell'ultima strofa, vira al linguaggio incolore e sciatto dei telegiornali.
E allora che parlino coloro che hanno ancora qualcosa da dire!
Anche se, per farlo, devono fare uso del napoletano de "la nova gelosia", del genovese di "a cimma" e del gallurese dei "monti di mola".
Si precludono la comprensione di molti, così esprimendosi. Certo. Ma chissà che non si riesca, alla fine, a vivere in una "babele" dove riusciamo a comprenderci!

salud


--Franco Senia--

Testo

Cantami di questo tempo
l'astio e il malcontento
di chi è sottovento
e non vuol sentir l'odore
di questo motor
che ci porta avanti
quasi tutti quanti
maschi , femmine e cantanti
su un tappeto di contanti
nel cielo blu

Figlia della famiglia
sei la meraviglia
già matura e ancora pura
come la verdura di papà

Figlio bello e audace
bronzo di Versace
figlio sempre più capace
di giocare in borsa
di stuprare in corsa tu
moglie dalle larghe maglie
dalle molte voglie
esperta di anticaglie
scatole d'argento ti regalerò

Ottocento
Novecento
Millecinquecento scatole d'argento
fine Settecento ti regalerò

Quanti pezzi di ricambio
quante meraviglie
quanti articoli di scambio
quante belle figlie da sposar
e quante belle valvole e pistoni
fegati e polmoni
e quante belle biglie a rotolar
e quante belle triglie nel mar

Figlio figlio
povero figlio
eri bello bianco e vermiglio
quale intruglio ti ha perduto nel Naviglio
figlio figlio
unico sbaglio
annegato come un coniglio
per ferirmi , pugnalarmi nell'orgoglio
a me a me
che ti trattavo come un figlio
povero me
domani andrà meglio

Ein klein pinzimonie
wunder matrimonie
krauten und erbeeren
und patellen und arsellen
fischen Zanzibar
und einige krapfen
frùer vor schlafen
und erwachen mit walzer
und Alka-Seltzer fùr
dimenticar

Un piccolo pinzimonio
splendido matrimonio
cavoli e fragole
e patelle ed arselle
pescate a Zanzibar
e qualche krapfen
prima di dormire
ed un risveglio con valzer
e un Alka-Seltzer per
dimenticar.
Quanti pezzi di ricambio
quante meraviglie
quanti articoli di scambio
quante belle figlie da sposar
e quante belle valvole e pistoni
fegati e polmoni
e quante belle biglie a rotolar
e quante belle triglie nel mar.

Traduzioni
Finnish

Kahdeksansataa

Laula minulle tästä ajasta,
laula niiden tyytymättömyydestä,
jotka seisovat tuulen yläpuolella
mieluummin kuin haistelevat
sen moottorin käryä,
joka vie meidät,
melkein kaikki
miehet, naiset ja laulajat
kultaisella matolla
taivaan sineen.

Tyttäreni,
sinä ihmeistä suurin
jo kypsä mutta niin viaton
kuin isän kasvimaan vihannekset.

Komea, urhea poikani,
kallisarvoinen pronssiveistokseni,
joka aina olet valmis
keinottelemaan pörssissä,
raiskaamaan juostessasi.
Ja sinä, vaimoni, hepenien, lihan ilojen
ja vanhan tavaran asiantuntija,
sinulle minä annan hopearasioita.

Kahdeksansataa,
yhdeksänsataa,
tuhatviisisataa hienoa hopearasiaa,
seitsemänsataa minä sinulle lahjoitan.

Niin paljon varaosia,
niin ihmeellisiä,
niin monta vaihtokauppaa,
niin monta kaunista naista naitavaksi,
niin paljon venttiilejä ja mäntiä,
maksoja ja keuhkoja,
niin paljon kauniita kuulia pyöriteltäviksi,
niin paljon kauniita kaloja pyydettäviksi.

Poika, poikani, poikaparkani,
kaunis, vaalea, loistava jalokiveni,
mikä sattumus hukkasi sinut laivojen uumeniin?
Poika, poikani, ainut hairahdukseni,
aaltojen valtakuntaan ajautuneena
kuin minua loukataksesi,
puukottaaksesi minua selkään kunniasi nimeen.
Minua, minua,
joka kohtelin sinua kuin poikaani,
Voi, minua,
huomenna on paremmin.

Sarvikotiloita,
metsäetanoita,
yrttejä ja mansikoita,
pasteijoita päällä kirnuvoita,
suolasilakkaa
ei voita mikään mahti,
unen tuokoon sahti
aamun uuden valssin tahti
ja Alka-Selzer päivän taas
saa aloittaa.

Niin paljon varaosia,
niin ihmeellisiä,
niin monta vaihtokauppaa,
niin monta kaunista naista naitavaksi,
niin paljon venttiilejä ja mäntiä,
maksoja ja keuhkoja,
niin paljon kauniita kuulia pyöriteltäviksi,
niin paljon kauniita kaloja pyydettäviksi.

© Juha Rämö, 2015

Español

OCHOCIENTOS

Cántame de este tiempo el hastío y el descontento, de quien está a sotavento y no quiere sentir el olor de este motor, que nos lleva hacia delante a casi todos, varones, hembras y cantantes sobre una alfombra de dinero contante, en el cielo azul.

Hija de mi familia eres la maravilla, ya madura y aún pura como la verdura de papá.

Hijo bello y audaz, bronce de Versace, hijo siempre más capaz, de jugar en bolsa, de estuprar de prisa,

 y tú, esposa de las largas mallas, de los mil antojos, experta en antiguallas, cajitas de plata te regalaré.

Ochocientas, novecientas, mil quinientas cajitas de plata de finales del setecientos, te regalaré.

Cuántas piezas de recambio, cuántas maravillas, cuántos artículos de intercambio, cuántas bellas hijas por casar y cuántas bellas válvulas y pistones, hígados y pulmones

y cuántas bellas bolas por rodar y cuántas bellas trillas en el mar.

Hijo,  hijo, pobre  hijo, eras bello, blanco y  bermejo, qué enredo te ha perdido en el Canal. Hijo ,  hijo, único error, anegado como un conejo para herirme, apuñalarme en el orgullo,  a mi , a mi que te trataba como un hijo, pobre de mi, mañana irá mejor.

Una pequeña vinagreta, espléndido matrimonio, col y fresas, y lapas y almejas pescadas en Zanzíbar, y algunos krapfen antes de dormir, y despertarse con un vals, y un  alka-seltzer  para olvidar.

 

OCHOCIENTOS

Inmerso en la sociedad capitalista de los status symbols, de objetos de consumo inútiles, de movimientos frenéticos,  donde las relaciones se basan únicamente en lo económico y en el dar-recibir, esta canción nos habla con ironía y sarcasmo de un acomodado burgués del norte de Italia y de las maravillas que posee: Un hija ya madura y aún pura, un hijo bronce de Versace siempre más capaz de estuprar, una esposa experta en antiguallas.

by Mercedes Sanchez Marco