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LA RADIO VATICANA HA LANCIATO IL
PROFESSORE
Milano, novembre
La ricerca di Dio e il costante pensiero della Morte
proiettano la loro ombra interminabile
nella fantasia dolce e tetra di Fabrizio De André. Questo giovane che
non riesce a scampare al successo, nonostante faccia il possibile per rimanere
nascosto, ha un suo fascino da asceta beat. Dalla sua persona si sprigiona
come un odore di chitarre e di antichi crocifissi, le pupille tendono a
nascondersi in alto dietro la palpebra, ma l'onda bionda dei capelli sulla
fronte e le nervose increspature della faccia ci restituiscono la grinta di
ragazzo moderno pronto anche al rhythm'nd blues.
« Quand'ero ragazzino giocavo al
domino da solo, ma piuttosto che seguire le regole del gioco, mi piaceva fare
tante croci. Non so perché mi sia sempre soffermato sull'idea della morte,
forse dalla gran fifa, ma poi mi sono convinto che si tratta del più naturale
avvenimento della vita, e mi è passata, perlomeno in parte, la fifa » .
Fabrizio è da anni uno dei più nobili
esponenti del gruppo di Genova, un gruppo che, da Paoli e Tenco, non ha per la
verità espresso la più entusiastica gioia di vivere, ma che tuttavia ha fatto
scuola nella nostra musica leggera, una scuola di qualità e di sincerità. Il professorino
Fabrizio era il più in disparte di tutti. Non si è mai trasferito a Milano,
dove invece sono venuti Paoli, Lauzi ed altri, è rimasto ad insegnare fino a
due anni fa in una scuola media privata, pur confessando che non è capace di
insegnare nulla; ma lo stipendio gli permétteva di vivere in pace e di
continuare a respirare l'atmosfera a lui più congeniale: quella della lirica
provenzale e della poesia amorosa siciliana, i cardini della nostra
letteratura che gli aveva fatto scoprire, al liceo, il suo professore di
italiano.
Per dieci anni Fabrizio ha scritto
canzoni cercando di non farlo sapere a nessuno. Ma la cosa si è saputa, e i
suoi dischi hanno trovato un loro durevole mercato. Il suo ultimo «
long-playing » è stato per nove mesi al primo posto nella classifica delle
vendite e da tre mesi è al secondo.
La televisione Fabrizio l'ha sempre
evitata come una calamità. Ha paura del successo perché lo rende nervoso ed
irritabile.
D'altra parte anche la televisione
ha evitato Fabrizio. Finché non si è creata una situazione paradossale, quando
la radio Vaticana ha trasmesso due sue composizioni, Preghiera di gennaio
e Si chiamava Gesù, che la nostra RAI-TV aveva censurato per paura di
chissà che.
« Evidentemente «, spiega Fabrizio, « avevano interpretato
la prima come una esaltazione del suicidio, e l'altra come una irriverente
umanizzazione della figura di Cristo ».
Niente di tutto questo, naturalmente, c'è nelle canzoni di
Fabrizio. Preghiera di gennaio è stata fatta, è vero, per la morte del
suo amico Luigi Tenco, ma va al di là della tragedia personale ed è una dolce
meditazione sulla condizione dell'uomo. Si chiamava Gesù è niente
altro che un poetico canto spirituale, un blues italiano.
Messi sull'avviso dalla trasmissione della radio Vaticana,
i nostri dirigenti televisivi hanno riascoltato meglio le canzoni di Fabrizio
e si sono decisi a concedergli uno « special ». Il programma è stato registrato
l'altro giorno negli studi di Milano e verrà trasmesso presto. Fabrizio era
contento.
« Mi hanno fatto cantare tutte le canzoni che ho voluto io;
comprese le due contestate, La guerra di Piero, Amore che vieni, amore che
vai. La leggenda di Natale, Inverno e Girotondo, che canto con il
coro dei bambini della signora Comolli. La canzone di Marinella la
canta Mina. Ho voluto come presentatrice Enza Sampò e me l'hanno concessa; ho
voluto come ospiti i "New Trolls" e me li hanno concessi. Il regista
Lino Procacci è il migliore che potessi desiderare per questo
"special" ».
Una rivelazione sono i
« New Trolls » (Nuovi Folletti), un complesso di ragazzi genovesi che
ha appena finito uno strano LP intitolato Senza orario e senza bandiera.
E' il racconto di un viaggio, attraverso una serie di canzoni, che sono altrettanti
incontri dei viaggiatori con poetici personaggi, uomini oscuri, eroi della
vita quotidiana di tutto il mondo. Questa rapsodia l'ha curata Fabrizio.
« Mi sono limitato », spiega, « a fare un collage, a cucire
insieme i versi del poeta genovese Riccardo Mannerini e le musiche dei New
Trolls, per dare a questi incontri una unità di racconto e musicale. Mannerini
è un autentico poeta che ha viaggiato il mondo come ufficiale macchinista
sulle petroliere. Si tratta dunque di un viaggio reale e di personaggi veramente
incontrati ».
I progetti di lavoro di Fabrizio?
Per carità, pochissimi: due LP da fare chissà quando. Adesso sta lavorando ad
una Cantata in si minore
per solo, coro e orchestra, dove « solo » significa voce solista, la sua.
Com'è intitolata la composizione? E' intitolata Tutti morimmo a stento
e si riferisce ai fatti della vita che uccidono poco alla volta.
ANTONIO COCCHIA
(SORRISI E CANZONI TV – 01/12/1968)